Polemiche per il falso oscuramento del volto dell’imputato da parte della trasmissione Quarto Grado – Udienza arroventata al processo per il delitto di Katia Tondi
Si è tenuta questa mattina l’ennesima udienza per il delitto di Katia Tondi della cui morte, avvenuta a luglio del 2013 in San Tammaro, è accusato il marito della donna uccisa Emilio Lavoretano. Ma la Corte di Assise, composta da 6 giudici popolari: 4 donne e 2 uomini; con il Presidente, Giovanna Napoletano; il giudice a latere, Alessandro De Santis; ed il pubblico ministero, Domenico Musto ( sostituito questa mattina da una sua collega che ha sostento l’accusa in un altro processo per omicidio) si è prima occupato della vicenda legata alle riprese ed al servizio tv di Canale 5 Quarto Grado.
In effetti l’avvocato Natalalina Mastellone, del collegio difensivo dell’imputato, ho sollevato un problema di ordine giornalistico evidenziando che la trasmissione “Quarto Grado” – nella puntata di venerdì scorso – aveva mandato in onda le fasi della udienza precedente (che era stata interamente dedicata all’interrogatorio dell’imputato) mentre questi aveva espresso la volontà di non essere ripreso.
La Corte aveva diffidato il cameramen a non riprendere in viso l’imputato (io ero presente a quella udienza) ma le troupe televisive sia di “Quarto Grado” che de “La Vita in Diretta” della Rai, continuarono il loro lavoro.
Sta di fatto, invece, che la giornalista investigatrice Ilaria Mura, inviata di Quarto Grado, ha mandato in onda il servizio facendo oscurare solo gli occhi del Lavoretano. Canale 5 ha mandato in onda il suo intero interrogatorio ed ha fatto anche di piu’…la inviata e’ andata a casa della vicina ad intervistarla contestandogli quanto era stato detto in aula dal Lavoretano…(che Lavoretano sospettava della vicina di casa) e lei si è riservata di agire legalmente…
Ci sarà anche un altro strascico giudiziario con una ulteriore denuncia in quanto la Corte ha disatteso alla richiesta della difesa di revocare la ordinanza che autorizzava le riprese in aula delle tv significando che il processo ha una rilevanza mediatica notevole e che l’imputato avrebbe dovuto rivolgere le sue doglianze direttamente alla redazione giornalistica di Quarto Grado.
Poi la Corte ha nominato un proprio perito fonico per la interpretazione della famosa telefonata fatta dal Lavoretano nel momento in cui scoprì il cadavere della moglie al 113. Poiché la Questura aveva registrato il tutto ma ci erano dei puntini sospensivi e la voce del Lavoretano che chiedeva aiuto (la telefonata è stata ascoltata in aula ma il fonico era pessimo e non si è capito nulla) la stessa telefonata mandata in onda da Quarto Grado che ha fatto intendere “Sì sono stato io”… ma lui intendeva dire sono stato io a scoprire mia moglie morta non io ad ucciderla.
Il perito nominato per la Corte di Assise è il dr. Roberto Porto, per la parte civile è stato nominato consulente di parte il criminologo Dr. Ezio Denti mentre la difesa ha nominato consulente di parte il dr. Pietro Izzo.
L’udienza è stata aggiornata all’otto aprile per la nomina di un altro perito- medico legale ( una sorta di super perito ) in quanto vi è una contraddizione sull’orario della morte della Katia Tondi. I precedenti periti tutti nominati dall’accusa sono discordi tra di loro e sono giunti a conclusioni diverse hanno, infatti, indicato due orari presumibili diversi sulla morte della donna. Uno dice che la donna sarebbe stata uccisa tra le 15 e le 16 l’altro tra le 18 e le 19. Il consulente della difesa, invece, Dr. De Rosa asserisce che la morte sarebbe avvenuta pochi minuti prima della 20 e cioè un attimo prima del rientro del marito. Per questo la Corte che vuole raggiungere la verità e vuole avere contezza di ogni cosa raggiungendo la prova in aula si è riservata di nominare un ulteriore perito.