Una crisi che sembra aggravarsi a meno di una ricucitura all’ultimo momento o ad un cambio di rotta.
Il presidente del Consiglio forense di Santa Maria Capua Vetere, Ottavio Pannone, ha in animo di applicare il metodo delle “purghe” fasciste per liberarsi degli avversari. Ha infatti in animo di licenziare il suo vicepresidente, Renato Iaselli e il tesoriere dell’organismo forense, Annamaria Sadutto.
O almeno è questa l’intenzione perché nell’ordine del giorno del prossimo 8 aprile, gli unici quattro punti punti fissati dallo stesso presidente (che sarà anche relatore) riguardano le «revoche» degli avvocati Iaselli e Sadutto e la «eventuale» nomina di un nuovo vicepresidente e di un nuovo tesoriere dell’organismo forense.
Si tratta – come riporta un articolo de Il Mattino del 5 aprile a firma del cronista giudiziario Biagio Salvati – di una iniziativa unica nel suo genere che sta facendo parlare molti addetti ai lavori negli ambienti forensi nata dopo un «botta e risposta» tra il presidente Pannone e il vicepresidente Iaselli, a seguito di una lettera aperta di quest’ultimo, diffusa dopo l’ultimo consiglio della scorsa settimana nel corso del quale la maggior parte dei consiglieri avevano abbandonato la seduta.
Alla lettera aperta di Iaselli era seguita una nota di risposta del presidente Pannone e, successivamente, una replica di Iaselli che ha rincarato la dose evidenziando il vuoto e l’assenza di spiegazioni: «prendo atto come chiunque ti abbia letto che non hai fornito alcuna risposta a quanto segnalatoti», scrive il vicepresidente nella replica chiedendo al presidente di rispondere a quattro punti: se proseguire nella gestione dell’ordine del giorno non tenendo conto delle richieste dei consiglieri, tralasciando le influenze esterne; se si intende eludere una discussione franca e aperta sul tema della Scuola Forense, Fondazione Fest; se si vuole continuare a fare confusione su indiscussi ruoli politici e ruoli istituzionali e se si intende continuare con una gestione escludente e non collegiale, persino sulle comunicazioni istituzionali».
Di qui la clamorosa contro-replica del presidente Pannone con un ordine del giorno che prevede «tout court» la revoca di cariche importanti dell’ordine forense, peraltro due dei tre avvocati del gruppo di «Avvocatura del Fare» che avevano sostenuto gli altri nove della compagine di «Dignità Forense» di cui fa parte il presidente.
Appunto, la dignità forense che è anche tema al centro di commenti e confronti nell’avvocatura sammaritana. Certo è che l’iniziativa di mettere all’ordine del giorno la revoca di due componenti chiave dell’ente non sembra avere precedenti, anche per le modalità: a poco più di tre mesi dalla nascita del nuovo Consiglio che appare, per dirla come recita la replica dell’avvocato Iaselli «una nave che si trova già sugli scogli».
«Ho sollecitato – prosegue la nota del vicepresidente, rivolgendosi all’avvocato Pannone – molte volte un tuo intervento per mettere in carreggiata questo inizio di consiliatura e non si poteva non tacere, nell’interesse della classe forense, all’esito dell’ultima seduta di Consiglio terminata traumaticamente non per volontà mia né delle colleghe Sadutto e Puoti. Avevo rimesso alle tue capacità, sensibilità e rappresentatività la possibilità dell’auspicata correzione».
Iaselli poi chiarisce altri aspetti criticati da Pannone nella risposta di quest’ultimo a proposito di altri episodi e circostanze nell’attività consiliare chiosando con una domanda:
«Era così insensata la richiesta di rinviare l’argomento sulla Scuola Forense sull’erogazione di 150 mila euro a pochi giorni (il 9 aprile) dalla scadenza del mandato dell’attuale Consiglio di amministrazione della Fest?».
Nella prima nota, Iaselli aveva anche parlato di «presidente, ridotto ad espressione temporanea a fronte di una asserita diversa volontà della classe».
Una replica, invece, quest’ultima che, evidentemente, non è piaciuta al presidente Pannone tanto da mettere all’ordine del giorno una clamorosa decisione con quattro punti all’ordine del giorno dove sarà lui stesso relatore.