di Ciro Perna (*)
Un coglione di giornalista, che vive vicino Formia, che ha ambizioni da scrittore e di ricevere una scorta, per vendere più libri (Saviano docet), mette la pulce nell’orecchio ad un organo di stampa online della zona, notizia che fa sobbalzare sulla sedia esponenti politici dei 5 stelle (che ho votato), che a loro volta sollecitano l’intervento del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra (politico che stimo), il quale chiamato in causa fa delle dichiarazioni a cazzo di cane (senza aver tenuto il tempo di documentarsi), che vengono riprese da tutti gli organi di stampa nazionali.
Scandalo nazionale.
Un film di cui è regista Antonella D’Agostino (ex moglie di Renato Valanzasca), è prodotto, con una quota minima nella produzione, dalla società di produzione “Roxyl music art e show”, riconducibile ad Angelo Bardellino, nipote di Antonio Bardellino morto nel Maggio 1988.
Tutti i giornalisti, senza alzare il culo dalla sedia, copiano e incollano la notizia, abbellendola con qualche punto, punto e virgola, qualche termine più sofisticato, aggettivo in più e aggettivo in meno.
Tutti però con in comune una cosa fondamentale per dei giornalisti: non sanno un cazzo della notizia di cui scrivono o meglio ancora, non hanno fatto nulla per alzare il culetto dalla sedia e farsi una passeggiata a Gaeta (località stupenda tra l’altro), per cercare di contattare la regista, gli attori, la produzione.
Anche io forse nei loro panni avrei fatto, o meglio dire non fatto, la stessa cosa.
Alla fine sti poveracci scrivono per €20. (quelli de Il Mattino per ancora di meno)
Perchè spendere soldi per il treno o la benzina, soldi per una marennnnnnna, per poi scrivere un articolo che comunque sarà retribuito con €20 di merda.
Meglio starsena al calduccio o al frescuccio di casa, e una notizia di qua e una notizia di là, inventarmi degli articoli su argomenti di cui non so un cazzo e di cui sinceramente nemmeno me ne fotte un cazzo, ma di cui sono costretto a scrivere, verificandosi nelle mei zone di competenza (o meglio dire incompetenza).
Allora la Antonella D’Agostino, che la settimana prima era stata all’ospedale Monaldi (presente il presidente della regione Campania De Luca) ad un evento per presentare il suo docufilm “Da Maria a Chiara” che tratta della donazione degli organi, ridiventa la signora Vallanzasca.
Allora la Antonella D’Agostino, che ancora mesi prima aveva girato nel carcere minorile di Airola il film documentario “Storie di un attimo” , e che da decenni gira nelle carceri per fare volontariato oltre che per offrire possibilità lavorative a chi ha voglia di essere reinserito nella società, ridiventa una pregiudicata.
La stessa pregiudicata che ha sceneggiato il film “Gli angeli del male”, che ha fatto incassi milionari ed era stato presentato a Venezia.
Improvvisamente ridiventa una persona da cui stare lontano, talmente lontano che nel film recitano uomini delle forze dell’ordine “vere”, e alcune scene sono state girate in caserme “vere” con tutte le autorizzazioni dovute. Passiamo al produttore che ha messo una piccolissima quota nel film.
Angelo Bardellino che ha la colpa di essere il nipote di Antonio Bardellino, morto 31 anni fa.
31 anni faaaaaaaaaaaaaaaa.
Quindi sicuramente i suoi proventi saranno di natura illecita. Allora perchè non gli sequestrate i beni?
Invece andando sul suo blog http://angelobardellino.blogspot.com/ troverete foto con personaggi noti del mondo musicale e del cinema. Inoltre cantanti da lui prodotti hanno vinto diversi premi in giro per l’Europa.
Improvvisamente ridiventa il “nipote” di Bardellino.
Ok avete ragione.
Non è normale che un film dal titolo “La casalese” operazione Spartacus, sia prodotto sebbene in minima parte dal nipote di chi ha fondato il clan dei casalesi (atti giudiziari alla mano).
Non è normale che promuova il pensiero camorristico e i suoi personaggi diventano eroi per le nuove generazioni, che li scimiottano nell’abbigliamento, nel modo di parlare e di gesticolare?
Infatti avete guardato Gomorra la fiction e non il film della D’Agostino. Cosa narra la storia del libro e del film?
Parla di una storia d’amore di una donna di Casal di Principe (quindi Casalese), verso il proprio figlio.
Donna a cui fa schifo la camorra, e quindi il marito, che credeva un imprenditore edile e invece scopre di essere un camorrista e che con l’aiuto dello Stato, da cui in un primo momento fugge, si ricostruisce una nuova vita in una cittadina del nord.
Tutto questo raccontato in scene girate nei posti più belli della Campania, con forze dell’ordine ben protagoniste nel film, senza sparare un colpo di pistola, senza usare linguaggi camorristici da scimmiottare e con un lieto… fine. Forse.
E’ questo era un film da vietare, non la proiezione, ma la presentazione del trailer insieme al libro da cui e tratto? Perchè? Perchè non ha girato le scene in ville appartenenti a boss della camorra (Gomorra)ma in caserme dello stato?
Perchè ha utilizzato degli attori con fedina penale pulita e non attori arrestati per duplice omicidio (Gomorra)?
Perchè nel film vince l’amore e il rispetto per lo Stato, a cui la protagonista, vuole o non vuole, chiede aiuto, e non è il solito film dove comandano solo i delinquenti (Gomorra)?Devo continuare?
Ma la ciliegina della disinformazione è scritta in questo articolo comparso sulla Repubblica edizione romana a firma di Clemente Pistilli, dove egli scrive:
“…Gli organizzatori della presentazione non si sono però scomposti. Hanno semplicemente spostato l’appuntamento a Gaeta, presso lo Yacht Club. Mentre la Polizia andava a controllare che a Spigno non venisse pubblicizzata “La Casalese”, l’evento era così in corso a pochi chilometri di distanza, criticando aspramente chi aveva avanzato dubbi sull’iniziativa e parlando di un prodotto che sarebbe solo “una storia d’amore” verso il sud pontino….”
“…Appresa la notizia, il commissariato di Gaeta si è recato nel luogo della manifestazione e ha identificato i presenti. “C’è stato un intervento importante e sono ora in corso valutazioni su eventuali provvedimenti”, assicurano dalla questura di Latina. Nulla però che abbia impedito alla società di Angelo Bardellino, nonostante il nipote del boss abbia deciso di non essere presente all’evento di Gaeta, di pubblicizzare l’avvenuta presentazione del libro e del film con foto e video postati sulla propria pagina Facebook”…
Io ero presente alla presentazione del libro, che consiglio di leggere, e del trailer del film, che consiglio di vedere, il film, non solo il trailer.
Dopo c’e’ stato un piccolo buffet, e dopo tutti a casa, tranquillamente “il commissariato di Gaeta si è recato nel luogo della manifestazione e ha identificato i presenti”.
Ma quante stronzate che scrivete.
A me, come a tutti i partecipanti del resto, non ci ha identificato nessuno e poi perchè dovevano identificarci, per aver presentato un libro e un film con gli attori del cast, e amici in un circolo privato. Boh?
Continuate a scrivere con il culo incollato alla sedia, mi raccomando, che tra poco per scrivere pagherete voi gli editori.
Giornalisti? Che razza di merda, mamma mia!!!
Complimenti e auguri per il film a tutti gli attori che fanno parte del cast del film. Attori che partecipano ad un film che è già evento.
Una volta i film erano censurati da una commissione che guardava il film, qui è stato battuto un record, è stato censurato il trailer del film, senza nemmeno averlo visto… un record appunto.
Augurissimi al cast per il film e per la carriera.
Noemi Maria Cognigni, in arte Noemi Gherrero, l’attrice che interpreta “La casalese”.
Il piccolo Vincenzo Marchesano, che interpreta la parte di Vincenzo, il figlio della Casalese. Rosa Miranda, Domenico Balsamo, Arturo Sepe, Nando Morra
Augurissimi alla regista del film Antonella D’Agostino, sia per il libro, che trovate in tutte le librerie o richiedendolo direttamente online https://www.lafeltrinelli.it/…/casalese-l-ope…/9788867433056, sia per il film.
Una donna piena di energia, vitalità, insomma un vulcano come La Casalese protagonista del film. E un augurio per il produttore Angelo Bardellino, per tutte le sue produzioni musicali, teatrali e cinematografiche.
Su Angelo Bardellino voglio fare un ragionamento.
Lui è “incolpato” di essere nipote di un boss morto 34 anni fa. Di cosa lo si accusa? Che forse le sue attività sono derivanti da proventi illeciti di attività camorristiche?
Se in tutti questi anni, dove sarà stato “monitorato”, non gli hanno sequestrato nulla, ci sarà un motivo? Applichiamo lo stesso ragionamento ad un noto imprenditore italiano.
Su decine di libri e dai molti processi e testimonianze sulla mafia, esce fuori che Silvio Berlusconi, agli inizi ha avuto contatti “ravvicinati” con il mondo mafioso, e di conseguenza con i soldi dei mafiosi.
Anzi che il suo impero edile sia nato grazie ai soldi della Mafia e le conoscenze politiche “influenti” di quegli anni.
Allora i soldi prodotti successivamente, sono tutti soldi “sporchi”, perchè prodotti da soldi insanguinati.
Quindi i vari Saviano(Mondadori), Bonolis,Gerry Scotti,Barbara D’Urso e chi più ne ha più ne metta,sono pagati con i soldi di provenienza illecita…in origine.
Non mi pare che molti giornalisti abbiamo fatto una domanda tipo: caro signor Roberto Saviano, lei che è un gran conoscitore delle mafie di tutta la terra e di altri pianeti e che ha letto tutti i libri del mondo, sopratutto in lingua araba(la sua), non ha mai letto un libro di Travaglio o di altre decine di autori che hanno scritto,documentandoli con le inchieste della magistratura,che il signor Berlusconi è un mafioso e che quindi la figlia Marina Berlusconi (presidente della Mondadori), sarà anch’essa mafiosa, e che quindi lei ha scritto un libro contro la mafia pubblicandolo con una casa editrice di proprietà di un mafioso?
Perche se si è mafiosi, perchè nipoti di uno zio morto 34 anni prima e di cui nemmeno si ricorda il volto, si deve essere mafiosi pure se si è figli di un mafioso ancora vivente e potente.
Inoltre al presidente della commissione antimafia Nicola Morra, faccio i complimenti per la solerzia con cui è intervenuto per bloccare la presentazione di un film”mafioso”, ma nello stesso tempo chiederei la stessa solerzia nell’informarci sull’inchiesta della tratta degli organi da parte della mafia Nigeriana a Castel Volturno, che mesi fa ha fatto arrivare a Castel Volturno F.B.I.
Tutti i giornali a studiare e scrivere sullo stato di famiglia di una produzione di un film….ma nessuno più parla e scrive della mafia nigeriana a Castel Volturno.
Appunto. Giornalisti? Che razza di merda(salvo la pace di pochisssssssimi).
https://roma.repubblica.it/…/03/27/news/casalesi-222652150/…
(*) Ciro Perna, napoletano di Scambia, è autore di vari libri ( Arromog, Saviano non ti Credo, ed altri )che contestano Roberto Saviano.