INGEGNERE CASERTANO UCCISO A VENEZIA CON LA COMPAGNA INCINTA: ANCHE IN APPELLO ERGASTOLO AL PROFESSORE DI INGLESE. DELITTO ATROCE. AGGHIACCIANTI PASSAGGI NEGLI ATTI PROCESSUALI.

 

 

Duplice omicidio di Mestre, ergastolo confermato per Stefano Perale. Il professore d’inglese invitò a cena i due fidanzati nel 2017, poi li uccise. Invaghito della donna, l’aveva stuprata dopo la morte riprendendo la scena con il telefonino

Ergastolo confermato per Stefano Perale, il professore d’inglese 51enne di Mestre accusato di duplice omicidio per aver ucciso i fidanzati Anastasia Shakurova, 31enne russa, e Biagio Buonomo, 30enne campano. La sentenza è stata letta mercoledì pomeriggio dalla Corte d’assise d’appello. Perale è stato condannato anche a risarcire 1,5 milioni alle famiglie delle due vittime, che si erano costituite parte civile con gli avvocati Monica Marchi, Michele Maturi e Raffaele Costanzo.

Il delitto era avvenuto la notte tra il 17 e il 18 giugno del 2017 nella casa di Perale a Mestre, dove il docente aveva invitato Anastasia, di cui era invaghito da anni ma da cui era sempre stato respinto, e Biagio, con la scusa di una cena. Secondo l’accusa l’omicida aveva in realtà preparato una trappola mortale: aveva messo un sonnifero nei drink, poi ha violentato Shakurova mentre era stordita e infine l’ha soffocata. In questo modo voleva punirla e per questo aveva anche predisposto delle telecamere per riprendere la scena, anche se ha sempre negato di averla voluta anche uccidere. A quel punto, forse perché si stava riprendendo dallo stordimento, ha ucciso anche Buonomo con colpi di spranga in testa.

 

Il pm gli aveva contestato il duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’uso del veleno, la violenza sessuale, il vilipendio di cadavere (perché aveva continuato a violentarla anche da morta, come dimostrano i video) e procurato aborto, visto che la donna era incinta di cinque mesi. I difensori Matteo Lazzaro e Nicoletta Bortoluzzi avevano tentato di convincere il giudice che Perale fosse incapace di intendere e di volere, sulla base di una perizia che sosteneva che fosse in preda a un delirio psicotico di gelosia.