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PREFAZIONE AL PROGRAMMA ANNO ACCADEMICO 19/20 Della UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’ DI Santa Maria Capua Vetere In questa breve prefazione, naturalmente, non mi occuperò degli svariati Corsi che quest’anno accademico 2019-2020 saranno attivati. Tanto è compito, per Statuto del Direttore dei Corsi dr. Gennaro Stanislao, che ha saputo arricchire e variare magistralmente gli stessi. Intendo soffermarmi su alcune considerazioni di carattere generale rispondendo a taluni quesiti, quali per esempio: • chi deve frequentare l’Unitre; • concezione moderna di anziano e vecchio e quali sono le differenze; • perché l’Unitre deve essere aperta alle generazioni più giovani; • quali sono le finalità principali. L’Unitre deve essere frequentata da anziani, vecchi e giovani. Secondo le ultime ricerche condotte da Gerontologi e Geriatri, si definisce anziana una persona intorno ai 69 anni e vecchio intorno ai 77 anni. Si è anziano/vecchio in rapporto all’approccio alla vita nel bene e nel male. Pertanto, è da considerarsi anziano/vecchio chi pensa unicamente alla sua vita vissuta, chi si lascia andare, chi si veste da pensionato, chi è troppo metodico e ripetitivo nelle sue cose, chi tende ad isolarsi e si limita ad osservare passivamente la vita degli altri che scorre. Non va considerato anziano/vecchio chi riesce ad inventarsi un qualsiasi interesse, si preoccupa di coltivare amicizie, si prodiga di aiutare l’altro più debole, riesce a fare progetti. Va aggiunto che tutti dobbiamo imparare ad invecchiare. La vecchiaia dipende da ciò che abbiamo saputo seminare nella nostra vita. Dobbiamo prendere, altresì consapevolezza che l’anziano sta oggi ridefinendo il suo ruolo. E di questa centralità dobbiamo fortemente appropriarcene. Il suo ruolo non può, dunque, ridursi a quello di nonno o sostenitore economico dei propri figli. Anche nei confronti delle generazioni più giovani il suo ruolo è cambiato. Mi piace riportare dei concetti del giornalista del Corriere della Sera Massimo Gramellini: “…i diversamente giovani sono protagonisti di una rivoluzione di cui non colgono ancora la portata, ma che finirà sui libri di storia perché mai erano stati così tanti e, nonostante gli acciacchi, così in salute. Ai diversamente giovani non si chiede solo di mantenere nipoti e figli falciati dalla crisi, ma di rovesciare una traiettoria esistenziale. Sono i primi anziani della storia umana a non potersi permettere il lusso di contemplare il passato. Devono ancora occuparsi del futuro. Altrimenti chi?”. L’Unitre oggi si apre anche a giovani generazioni (da qui Università delle tre età). Essa deve diventare, pertanto, un luogo dove la cultura dovrà costituire uno strumento di coesione e di unione tra persone che sono anagraficamente e socialmente diverse. E questo libero scambio porterà ad arricchimenti culturali e psicologici reciproci. In sintesi quali sono le principali finalità dell’Unitre. a: Innanzitutto favorire la socializzazione aiutando l’anziano ad uscire dalla tendenza naturale all’isolamento. b: Ancora consentire all’anziano di godere di momenti di acculturamento; cosa che nella vita attiva non aveva potuto realizzare. Non a caso la frequenza è libera potendosi scegliere il Corso di maggiore gradimento. c: Potersi scambiare esperienze di vita anche per quanto riguarda il rapporto in famiglia. d: Stimolare l’anziano a curare la propria persona dovendo stare a contatto con gli altri. e: Permettere di controllare le proprie emozioni dovendosi commisurare con altre persone. Come Presidente non posso che augurare una lunga vita alla nostra associazione ed agli associati e che lo spirito di tolleranza e di comunione prevalga sempre. A cura del presidente Bartolomeo Valentino Educare, formare, informare, fare prevenzione nell’ottica di una educazione permanente, ricorrente e rinnovata e di un invecchiamento attivo; promuovere la ricerca; aprirsi al sociale e al territorio; contribuire alla promozione culturale e sociale degli Associati mediante l’attivazione di incontri, corsi e laboratori su argomenti specifici e la realizzazione di altre attività affini predisponendo ed attuando iniziative concrete; promuovere, attuare e sostenere studi, ricerche ed altre iniziative culturali e sociali per realizzare un aggiornamento permanente e ricorrente degli Associati e per il confronto fra le culture generazionali diverse. QUESTO E MOLTO DI PIU’ E’ LA UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’ DI SANTA MARIA CAPUA VETERE VIA ANTONIO TARI,
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PREFAZIONE AL PROGRAMMA ANNO ACCADEMICO 19/20 Della UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’
DI Santa Maria Capua Vetere
In questa breve prefazione, naturalmente, non mi occuperò degli svariati Corsi che quest’anno accademico 2019-2020 saranno attivati. Tanto è compito, per Statuto del Direttore dei Corsi dr. Gennaro Stanislao, che ha saputo arricchire e variare magistralmente gli stessi.
Intendo soffermarmi su alcune considerazioni di carattere generale rispondendo a taluni quesiti, quali per esempio:
L’Unitre deve essere frequentata da anziani, vecchi e giovani. Secondo le ultime ricerche condotte da Gerontologi e Geriatri, si definisce anziana una persona intorno ai 69 anni e vecchio intorno ai 77 anni. Si è anziano/vecchio in rapporto all’approccio alla vita nel bene e nel male. Pertanto, è da considerarsi anziano/vecchio chi pensa unicamente alla sua vita vissuta, chi si lascia andare, chi si veste da pensionato, chi è troppo metodico e ripetitivo nelle sue cose, chi tende ad isolarsi e si limita ad osservare passivamente la vita degli altri che scorre.
Non va considerato anziano/vecchio chi riesce ad inventarsi un qualsiasi interesse, si preoccupa di coltivare amicizie, si prodiga di aiutare l’altro più debole, riesce a fare progetti. Va aggiunto che tutti dobbiamo imparare ad invecchiare. La vecchiaia dipende da ciò che abbiamo saputo seminare nella nostra vita.
Dobbiamo prendere, altresì consapevolezza che l’anziano sta oggi ridefinendo il suo ruolo. E di questa centralità dobbiamo fortemente appropriarcene. Il suo ruolo non può, dunque, ridursi a quello di nonno o sostenitore economico dei propri figli. Anche nei confronti delle generazioni più giovani il suo ruolo è cambiato. Mi piace riportare dei concetti del giornalista del Corriere della Sera Massimo Gramellini:
“…i diversamente giovani sono protagonisti di una rivoluzione di cui non colgono ancora la portata, ma che finirà sui libri di storia perché mai erano stati così tanti e, nonostante gli acciacchi, così in salute. Ai diversamente giovani non si chiede solo di mantenere nipoti e figli falciati dalla crisi, ma di rovesciare una traiettoria esistenziale. Sono i primi anziani della storia umana a non potersi permettere il lusso di contemplare il passato. Devono ancora occuparsi del futuro. Altrimenti chi?”.
L’Unitre oggi si apre anche a giovani generazioni (da qui Università delle tre età). Essa deve diventare, pertanto, un luogo dove la cultura dovrà costituire uno strumento di coesione e di unione tra persone che sono anagraficamente e socialmente diverse. E questo libero scambio porterà ad arricchimenti culturali e psicologici reciproci.
In sintesi quali sono le principali finalità dell’Unitre.
a: Innanzitutto favorire la socializzazione aiutando l’anziano ad uscire dalla tendenza naturale all’isolamento.
b: Ancora consentire all’anziano di godere di momenti di acculturamento; cosa che nella vita attiva non aveva potuto realizzare. Non a caso la frequenza è libera potendosi scegliere il Corso di maggiore gradimento.
c: Potersi scambiare esperienze di vita anche per quanto riguarda il rapporto in famiglia.
d: Stimolare l’anziano a curare la propria persona dovendo stare a contatto con gli altri.
e: Permettere di controllare le proprie emozioni dovendosi commisurare con altre persone.
Come Presidente non posso che augurare una lunga vita alla nostra associazione ed agli associati e che lo spirito di tolleranza e di comunione prevalga sempre.