OMICIDIO DI ARCE – UN PENSIERO SULLA NOTA INTEGRATIVA DI CRISTINA CATTANEO INVIATA AL P.M. BEATRICE SIRAVO

 La nostra serietà professionale, come anche in primis la nostra rigorosa cultura etica e costituzionale, ci formula la necessità di produrre alcune considerazioni allo scritto a firma di Cristina Cattaneo, mediante il quale la stessa avrebbe dovuto solo conferire dati scientifici integrativi utili e necessari a chiarire al “peritus peritorum” le nostre note sulla sua consulenza, nostre note che contenevano le seguenti considerazioni: (1) la porta non è assolutamente e necessariamente la superficie d’urto che avrebbe provocato la ferita all’arcata sopraccigliare di Serena Mollicone, ragazza alta cm 155, ferita all’altezza di cm 146, zona zigomatica contusa all’altezza di 138 e…lesione sulla porta a cm 154 da terra; (2) avendo subito la vittima la c.d. “ferita del pugile” con immediato sanguinamento, i suoi abiti (maglietta, felpa e reggiseno) dovevano essere stati attinti anche da minime tracce ematiche, così come osservato nelle numerose pubblicazioni relative all’argomento, meglio conosciuto come “Blood Pattern Analysis”, anche quando poi la ragazza è verosimilmente caduta a terra.

Tra l’altro è da considerare non secondariamente che nelle discipline scientifico-forensi ci si attende sempre un sub-strato continuo di obbiettività che la Cattaneo disattende per partito preso e sempre a titolo personale, per esperienze personali mass-mediatiche e con espliciti tratti di autoreferenzialità assolutistica tipici di un improbabile “Marchese del Grillo”.

Ci saremmo aspettati dalla Cattaneo un qualcosa di alto spessore scientifico e riteniamo, quindi, tale integrazione solo una “stizzita reazione”, che è solo il contenitore di “aggettivi” ed “avverbi” non pertinenti OLTRE CHE NON MOTIVATI E/O DIMOSTRATI, quali “inattendibili”, “incauto” e “correttamente”, usati a sproposito e non, invece, come doveva essere, con puntuale distacco e serena percipienza scientifica.

Al Peritus Peritorum le eventuali e necessarie considerazioni!

Naturalmente risponderemo alla Cattaneo con una nostra logica integrazione scientifica che l’avvocato Francesco Germani produrrà al GUP e PER POI CHIEDERE, NATURALMENTE, UNA CONDIVISA PERIZIA INTERNAZIONALE, CIOÈ, SE ABBIAMO RAGIONE NOI O LA CATTANEO.

Per ora ci basta comunicare che noi abbiamo tenuto conto sia della variabilità motoria sia della tridimensionalità del cranio della vittima e della lesione sulla porta, ed anche ciò ci ha fatto concludere per l’esclusione che la porta sia la superficie d’impatto.

Comunque, è bene precisare che laddove la Cattaneo parla delle nostre “osservazioni anatomiche e illazioni di dinamica corporea”, dimentica che è stata proprio lei sin dall’inizio a dichiarare e sottoscrivere: ” la frattura sulla porta , vale a dire a 1.54 m in media dalla sua base (da terra). Ciò coincide con l’altezza approssimativa di Serena Mollicone, vale a dire 1.55 m circa (come da verbale autoptico). Se immaginiamo una forte spinta del corpo, o della testa in particolare, che spinge quest’ultima, nella sua parte sinistra, contro la porta, possiamo ragionevolmente concludere che l’impatto della testa con la porta avverrà all’incirca a quest’altezza, che grossolanamente coincide con l’altezza della lesione nella porta. (…) Il quesito in questo caso tuttavia fa riferimento ad una superficie piana specifica: viene richiesto infatti che si valuti la possibilità che la spaccatura presente sulla porta in giudiziale sequestro (quest’ultima identificata dalle autorità come la possibile superficie che ha prodotto le lesioni sul capo di Serena Mollicone) possa, appunto, essere stata prodotta dalla testa della ragazza, qualora spinta, ad esempio, o sbattuta con forza contro la porta. Sono tra l’altro documentati casi di aggressioni sia nei confronti di bambini che di adulti in cui la testa, con svariate modalità, viene sbattuta dall’aggressore/aggressori contro un muro o una porta causando lesioni o addirittura la morte (…)”.

NOSTRO PENSIERO SCIENTIFICO SULL’ASSENZA DEL SANGUE DAI VESTITi: quando il sangue sgorga da una ferita denominata “ferita del pugile” inferta all’arcata sopraccigliare, il sangue sgorga di sicuro e cola in minima o grande quantità e, se la vittima è caduta al suolo, obbedendo al principio di gravità, la gora ematica, per le leggi naturali della fisica, avrebbe attinto di sicuro qualche porzione degli indumenti, quali la felpa e/o la maglietta di Serena Mollicone. Quindi l’assenza di sangue ha solo due verosimili significati: o era nuda, oppure le hanno cambiato i vestiti!

 

E basti pensare che anche la sentenza di assoluzione di Carmine Belli conclude per la ferita al sopracciglio causata da un corpo contundente e per un immediato sanguinamento, quindi, talora vestire i panni di “autoritario saccentone” e non di “autorevole sapiente” è sicuramente fuori luogo, rappresenta un guado per tutti, così dimostrando che chi crea e realizza tale scenario a ogni problema pone soluzioni molto personali avulse dalla scienza, dalla logica e dal buon senso.

 

Di sicuro il campo delle scienze forensi non è il proscenio dell’assolutezza, ma non lo è proprio per nessuno!

 

Quindi ratificare il concetto che “io sono la verità assoluta” e gli altri formulano illazioni o “è nozione comune dei medici legali” è solo mera presunzione scientifica, in quanto le cariche di errore statistico non sono solo le dimensioni di oggetti, ma anche le considerazioni autoreferenziali.

 

IL CARATTERE OSTINATAMENTE ADATTATIVO DELLA CONSULENZA ALLE IPOTESI DEGLI INQUIRENTI È DAVVERO A QUESTO PUNTO SCONCERTANTE E SVILISCE DI GRAN LUNGA L’EFFICACIA SCIENTIFICA CHE IL PUBBLICO MINISTERO FIN DA SUBITO HA VOLUTO RICOMPORRE E RICONDURRE AL CASO.

 

Vogliamo qui di seguito riportare alcune conclusioni rilevabili nella consulenza medico legale a firma della Cattaneo .

 

“ESAME DELLE MANI”: Dall’analisi non è emerso nulla di rilevante, solo la presenza di materiale presumibilmente organico ed attribuibile alla stessa vittima.pag.46

 

“ESAME DEL VOLTO E DEL CRANIO”: Avendo effettuato i vari rilievi e prelievi, si è proceduto a “eluire” la parte del volto interessata dai chiari segni di lesività visibili alla prima autopsia; l’acqua che ne è risultata è stata filtrata mediante carta filtro e questa è stata osservata macroscopicamente e all’episcopico per verificare la presenza di elementi di rilevanza, ad esempio frammenti dell’oggetto contundente conficcati nei lembi tissutali. Si rileva la presenza di materiale di presunta natura organica e formazioni pilifere probabilmente appartenenti alla vittima data la sede del volto interessata. Pag. 51

 

Si riportano queste ultime al fine di chiarire a taluni giornalisti che nella relazione della Cattaneo (erroneamente strombazzata da qualche giornalista come “perizia”bo per ignoranza o per aumentarne il valore probatorio) non vi è alcun riferimento a tracce nei tessuti del volto della vittima come di parti di tegumenti della vittima nei campioni analizzati della porta!

 

Il nostro invito, quindi, nonostante queste ultime, è quello di riportare la calma e l’obbiettività scientifica nell’analisi dell’omicidio di Serena Mollicone al fine di ricreare un profilo di condivisione logica nella finalità del riconoscimento della reale causa e della mano omicida. Se gli intenti poi sono tutt’altri e sono quelli che da sempre si diffondono con intenzionalità dolosa, ovverosia di un delitto maturato nel contesto di un sistema di “torture” (!?) presente in edifici di tutela del cittadino (leggasi Caserma dei Carabinieri di Arce), basta essere sinceramente chiari e invitarci a sottoscrivere tale unilaterale, apodittica e non dimostrata verità.

 

Il Pool Tecnico di Difesa nominato dall’Avv. Francesco Germani

 

Prof. Carmelo Lavorino – Dott. Antonio Della Valle – Dott. Enrico Delli Compagni

 

 

 

Allegati:

 

Foto dell’integrazione alla sua consulenza a firma di Cristina Cattaneo datata 22.2.2020 e depositata il giorno prima 21.02.2020.

 

Foto della consulenza della Cattaneo dove afferma che Serena Mollicone era alta cm 155 e la lesione sulla porta cm 154 da terra ed altro.

 

Foto della sentenza di assoluzione di Carmine Belli dove si conclude che la ferita all’arcata sopraccigliare è da attribuire a un colpo inferto e che la ferita ha sanguinamento immediato.

 

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