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Coronavirus e rinnovata identità dell’uomo di Bartolomeo Valentino (*)
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Coronavirus e rinnovata identità dell’uomo
di Bartolomeo Valentino (*)
Il dramma che stiamo vivendo, a proposito del contagio da Coronarovirus, ci spinge a diventare un poco tutti filosofi. Anch’io mi voglio cimentare in questa tendenza con alcune brevi riflessioni che ogni uomo comune può avanzare.
Come la Storia nel corso dei secoli ha ampiamente dimostrato , alle grandi catastrofi belliche, anche con estreme conseguenze (vedi il nazismo e la seconda guerra mondiale), può seguire la riscoperta di valori fondamentali e la cosiddetta ricostruzione postbellica in tutti i settori della Società. Così il “dopo virus” potrà essere per tutto il mondo una buona opportunità di scoprire una rinnovata e positiva identità dell’uomo.
Innanzitutto, dopo questa triste esperienza, tutti tenderemo a ridimensionarci con la diminuzione delle distanze sociali. Il virus può colpire chiunque, in una maniera più o meno virulenta, a prescindere dalla razza, colore, sesso, posizione sociale, come una sorta di “livella” del grande Totò. Scatta, necessariamente, un maggiore senso dell’umiltà ed un minore senso di sicurezza e superiorità. Il potente e l’emarginato devono avvicinarsi dovendo sottostare entrambi alle stesse leggi della natura che sono al di sopra ed al di fuori del singolo o di una nazione. E nessuna comunità al mondo potrà sostenere di essere autosufficiente. Di conseguenza, si riscoprirà quel rapporto empatico interpersonale che prima di questa triste esperienza collettiva poteva essere sfuggente; dove per empatia, secondo una definizione del prof. Rizzolatti, celeberrimo neuroscienziato, si intende una nostra disposizione ad agire in maniera partecipe verso gli altri.
Non significa necessariamente buonismo, ma partecipazione a capire i problemi dell’altro. E ciò grazie ad alcune strutture nervose ben precise ed innate presenti nel nostro cervello. Ovviamente la tendenza empatica rafforzata sarà in grado di predisporci alla solidarietà, non aggressività. Un altro importante valore che potrà essere riscoperto è il senso dell’amicizia, dello stare insieme agli altri che condividono i nostri stessi interessi, anche culturali, in grado di vivere le nostre stesse emozioni. Infatti, l’isolamento forzato che stiamo vivendo, soprattutto per le persone anziane non più impegnate in qualche attività lavorativa, può creare dei disagi psicologici dalle conseguenze catastrofiche, quali la depressione.
Ed è il caso di inventarsi degli hobby opportuni. L’uomo, infatti, non è stato creato per vivere da solo, anche perché il suo cervello è dotato di strutture che ci impongono la convivenza, il riconoscimento dell’altro, l’aggregazione di gruppi omogenei, il che significa anche minore conflittualità sociale.L’appropriazione di taluni valori, attualmente scomparsi, potrà riflettersi su un rilancio economico delle nazioni, poichè si comprenderà l’importanza di un buon gioco di squadra.
Per concludere, augurandoci che questa emergenza termini al più presto, rincuoriamoci puntando il nostro sguardo a queste positività nel dopo virus.
(*) Prof. Bartolomeo Valentino – Presidente
Università delle Tre Età di Santa Maria Capua Vetere