L’APP DI TRACCIAMENTO

«L’app Immuni mi ha avvisato a quarantena finita. Ora ho capito perché si tarda: segnalarsi positivi è un’impresa»

L’esperienza di un giornalista dopo il tampone: «Schermate con tempi di attesa sempre più lunghi. Ats mi dice di chiamare Immuni, mi risponde un’informatica che mi dice di chiamare Ats. E i dubbi che persistono»

La buona volontà non è bastata, neppure sorretta dalla testardaggine e dal senso civico. Alla fine ha vinto la complessità del sistema di tracciamento intorno all’app Immuni. Scaricata subito, prima dell’estate, è sempre stata attiva sul cellulare e fortunatamente sempre silente, tanto da far sorgere il dubbio: funzionerà? L’app risponde nella pagina Home: «Servizio attivo». Benissimo, si può stare tranquilli: da giugno a ottobre mai una segnalazione. Nessun contatto con positivo. Strano, ma poi non sono in tanti ad averla scaricata. Fino al 30 ottobre. Apro Immuni, c’è una segnalazione evidenziata in rosso fuoco con tanto di triangolo d’allerta. «Il 16 ottobre lei è venuto a contatto con un positivo». Allora funziona. Peccato che la segnalazione sia arrivata 14 giorni dopo il mio incontro involontario con un positivo, giusto giusto il tempo di un isolamento. Immuni intima: restare a casa in isolamento, chiamare il medico. Ma nei 14 giorni trascorsi dall’esposizione alla notifica sono stato ovunque. A che serve mettersi ora in isolamento? Di più, in questi 14 giorni ho fatto in tempo ad avere la febbre, fare un tampone, scoprirmi positivo al Covid.

Tampone positivo

Martedì 27 ottobre: un po’ di raffreddore e qualche linea di febbre, tampone. Due giorni dopo (giovedì 29 ottobre verso sera) la risposta: positivo. Sintomi lievi, per ora, solo naso tappato e perdita dell’olfatto. Avvisato subito il medico, tra l’altre cose da fare c’è da segnalare la positività a Immuni. Sarà semplice? No. E così ho capito anche perché le notifiche possono arrivare a 14 giorni.

Fonte: di Redazione Online/ Corriere della Sera