«Ho paura del Covid-19» Il giudice: io vado avanti
Non si presenta all’udienza per «paura del Coronavirus», ma il giudice va avanti e celebra l’udienza senza la sua presenza in quanto non si tratterebbe di un «legittimo impedimento». Succede al Tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere, dove un datore di lavoro chiamato in giudizio da un dipendente aveva chiesto un differimento dell’udienza per tutelare la sua salute ma soprattutto quella di chi gli sta intorno, a partire dalla sua famiglia, dai genitori anziani e altri possibili contatti.Il giudice del Lavoro però è andato avanti disponendo anche alcuni provvedimenti istruttori in assenza dell’imprenditore che non ha potuto rendere la sua versione dei fatti. Ora però, tramite il suo legale, l’avvocato Antonio Cassino, chiede l’annullamento dei provvedimenti del giudice perché rivendica il proprio «diritto alla paura» in un contesto pandemico di pericolo che è messo nero su bianco, peraltro, anche dagli stessi decreti pubblicati dal Tribunale. L’avvocato Cassino, che si è rivolto al collegio giudicante, basa la sua istanza soprattutto sul «forte stato di tensione, paura e panico nel procedere ad ogni tipo di spostamento, il tutto determinato da una innegabile campagna allarmistica che la stampa e i media in generale propinano quotidianamente ed ininterrottamente». «Per l’effetto prosegue l’istanza del legale è da attendersi che un soggetto sottoposto ad un giudizio, peraltro subìto come nel caso dell’imprenditore chiamato in causa dal suo dipendente, nutra fondati timori di incolumità della propria salute e della propria integrità nel momento in cui deve essere costretto a spostarsi dal guscio nel quale l’opinione pubblica l’ha oramai relegato». Peraltro, l’imprenditore casertano, aveva anche motivato nella propria istanza che il proprio timore è estensibile anche agli altri componenti della famiglia, ben più vulnerabili in caso di contaminazione. Non solo. Aveva anche manifestato la propria volontà di rendere personalmente la propria versione dei fatti al giudice del Lavoro. Il legale lamenta che nel corso dell’udienza, inoltre, sono stati assunti determinati provvedimenti istruttori che «finiscono per compromettere il regolare esito del giudizio». Un secondo e solo caso simile si è verificato all’inizio della pandemia nel tribunale di Treviso.
Fonte: di Biagio Salvati / Il Mattino