GLI ERMELLINI  SPESSO GIUDICANO CON L’UTERO

 Evadere dagli arresti domiciliari perché non si  sopporta la moglie non è reato e non è neppure reato dare un pugno in faccia alla consorte.

 Agli arresti domiciliari a Crotone insieme alla consorte, è uscito di casa infrangendo la legge ed era andato spedito nella caserma dei carabinieri più vicina alla sua abitazione. “Preferisco andare in carcere piuttosto che stare a casa con mia moglie”, ha detto il detenuto, dopo l’ennesimo litigio. Così, oltre alla pena da scontare, una seconda condanna: quella per evasione. Ma la Cassazione ha ribaltato la sentenza, annullandola per assenza di reato.

In realtà l’uomo è stato giudicato “non punibile per tenuità del fatto”. La sentenza con la quale il Tribunale di Crotone, prima, e la corte d’appello di Catanzaro, poi, avevano disposto 2 mesi e 20 giorni di reclusione aggiuntiva per il marito insofferente, accusato di evasione, pochi giorni fa è stata annullata senza rinvio. Significa, precisa il Messaggero, che non verrà celebrato un nuovo processo di appello e che il protagonista della storia è stato prosciolto dalle contestazioni.

Per la Cassazione, infatti, l’imputato non è punibile per la lieve entità del fatto e anche perché non avrebbe fatto deviazioni lungo il percorso: sarebbe uscito di casa e sarebbe andato direttamente in caserma, chiedendo di venire portato in carcere perché non voleva più abitare con la moglie, con la quale litigava costantemente. Una situazione diventata insostenibile e che aveva reso i domiciliari la peggiore delle condanne. Tanto da spingere l’uomo, letteralmente, a fuggire e a chiedere asilo in caserma.

 Il pugno alla consorte non costituisce reato, tanto che la denuncia – come titola il quotidiano “Il Mattino” – è stata archiviata come “Fatto lieve”. Per il gip di Brescia si tratta di «un’aggressione in definitiva modesta». È questa la motivazione addotta nel dispositivo di archiviazione della denuncia nei confronti di un 46enne accusato dalla moglie.