Il 9 gennaio scorso il direttore dei Corsi Avv. Gennaro Stanislao annunciava: “Carissimi, siamo giunti al termine di questo primo incontro del 2021 e mi auguro che abbiate apprezzato lo spirito che mi ha spinto a farlo: prendere spunto da un atto di coraggio di un uomo che si espone in una esibizione canora pur non essendo un cantante. E già perché è bene ricordarlo, Ferdinando Terlizzi, del quale mi onoro di essere fraterno amico, di professione fa il giornalista e… altro come potete rilevare dalla scheda biografica che qui di seguito vi allego”.

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Ferdinando Terlizzi, è nato a Santa Maria Capua Vetere nel 1937. Vive a Sessa Aurunca.  Cronista giudiziario, è giornalista dal 1970. Ha fondato e diretto radio e tv libere, agenzie di stampa e periodici. E’ stato responsabile del Servizio Opinioni della Rai Tv ( come il moderno auditel) per la Provincia di Caserta. E’ stato capo redattore, inviato speciale e direttore responsabile della nuova Gazzetta di Caserta.

E’ stato cronista giudiziario per Cronache di Caserta e Cronache di Napoli. E’ stato componente del Tim redazionale del sito Scena Criminis.  Dal 1994 al 1998 è stato Direttore responsabile della rivista a tiratura nazionale Detective&Crime, fondata dal criminologo Carmelo Lavorino. In tale veste, nel 1994, è stato inviato speciale presso la World Ministerial Conference On Organized Transnational Crime, organizzata dall’Onu. E’ stato componente del consiglio direttivo dell’Associazione della Stampa di Caserta. Nel 1983, da parte della Presidenza della Stampa Europea, gli è stato assegnato il premio internazionale di giornalismo Aquila d’Oro, per una serie di reportage dall’estero.

Nel 1984 ho ricevuto a Londra, dalle mani del giornalista Ruggero Orlando (mitico corrispondente Rai da New York), il titolo accademico di Doctor in Economic and Commercial Sciences, in forza della laurea honoris causa conferitagli dall’Università americana Pro Deo di New York. Nel 1986 fino al 1992 è stato addetto stampa a Bruxelles della Camera di Commercio Europea.

A novembre 2006, la trasmissione Matrix di canale 5, ha riproposto un suo servizio tv degli anni Ottanta su di un duplice omicidio di camorra. Fino al 2015 è stato responsabile dell’ufficio stampa dell’Associazione Magistrati Tributari di Caserta. Nel 2017 la Libera Facoltà di Scienze Turistiche di Caserta gli ha conferito la laurea Honoris Causae. Ha tenuto lezioni presso la Scuola di Alta Formazione in Criminologia Forense Formed e presso le Università della Terza Età. A febbraio 2019 – nell’ambito del premio nazionale Buone Notizie, l’Associazione della Stampa di Caserta gli ha conferito il titolo di senatore dell’informazione della Provincia per i suoi 50 anni di professione giornalistica.

E’ responsabile delle comunicazioni dell’Unitre (Università della Terza Età di Santa Maria Capua Vetere). E’ consulente editoriale delle Edizioni Eracle di Napoli. E’ componente della Redazione del Dizionario dei Cittadini Illustri, della Storia Patria di Caserta.

Ha pubblicato: “Il delitto di un uomo normale” – Edizioni Albatros (2009); “Il “Caso” Tafuri”, Edizioni Piccola Editalia, (2016); Costume & società: “Le case chiuse”, Stampa sud, (2017); “Delitti in Bianco & Nero a Caserta”, Editalia, (2017). Ristampa con Edizioni Eracle (2019). “Vittime, Assassini, Processi” – Edizioni Eracle (2020)

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Poi Gennaro Stanislao ha voluto esternare ai soci le sue riflessioni sull’esperimento appena conclusosi.

“Al termine della presentazione del cd di Ferdinando Terlizzi credo che sia opportuno e doveroso  analizzare i risultati dell’esperimento per verificare se è stato raggiunto l’obiettivo prefissato: quello di trarre profitto dalle emozioni provate dai visitatori delle quali ne riferisco alcune:

“Complimenti  al dottor  Ferdinando Terlizzi per questa inedita  e piacevole  esibizione.  Ha dimostrato che oltre ad essere uno stimato giornalista è  anche un bravissimo  cantante.”- “Bravissimo, congratulazioni  Ferdinando”- “Complimenti a Ferdinando Terlizzi ma Lui è un grande”- “Complimenti a Ferdinando per le sue doti canore”- “Complimenti Ferdinando. Onorato di averLa nell’ UNITRE. Grazie”- “Conosco da tempo Ferdinando e non mi stupisco più di niente. È semplicemente una forza della natura! ESIBIZIONISMO, è una parola che per anni mi ha ossessionata. Avevo la passione per la recitazione ma non avevo mai avuto il coraggio di esibirmi per paura di essere definita un’esibizionista. Con la maturità ho capito che alla nostra età esibirsi, con discrezione e moderazione, così come ha fatto Ferdinando, è un atto di coraggio e di forza, un vero e proprio inno alla vita che è da vivere intensamente in qualsiasi fascia d’età. BRAVO FERDINANDO, TUTTO IL MIO PLAUSO!!!!!”-  “Ciao Ferdinando,  Chi ti conosce da poco potrà apprezzare la goliardia, la passione, e l’impudenza” che caratterizzano la tua interpretazione, in italiano, di My Way. Chi ti conosce da sempre, sa, che per te, non è solo una pregevole composizione, ma una dichiarazione d’indipendenza, un autocertificazione di resistenza ad oltranza, per tutte le avversità che la vita ha voluto “regalarti” a cui tu hai risposto con il raggiungimento dei tuoi obiettivi, sempre, senza piegarti”.-

Ebbene, se si tiene conto delle reazioni rese note, possiamo ritenerci più che soddisfatti. Ritengo, quindi, di poter sottolineare che da questi  commenti sono stato ben ripagato dell’impegno profuso in questa occasione: quante telefonate, quanti msg con il carissimo Ferdinando per giungere al risultato che vi è stato proposto. La finalità in fondo era quella di trasmettere il messaggio che non dobbiamo arrenderci e  Ferdinando è stato il portavoce ed il simbolo di tale atteggiamento mentale.

P.S.: Ringrazio tutti per le belle parole. In particolare: Michelina Galasso, Antonietta Pugliese, Annamaria, Salvatore Aulicino, Maria Adelina e Donato Di Rienzo. Molti consensi e qualche sparuto isolato dissenso. Non sulla mia attività giornalistica o di scrittore e neppure sulle mie riconosciute doti di cantante e fine dicitore, (Sic!) ma sulla poesia “La Truce storia del Tafuri”, (di cui è autore il Maestro Pino Carolis), sul ricordo di una vicenda di cronaca nera che ha interessato la nostra città nel 1960. Il delitto Tafuri dal quale ho tratto due miei libri.

Il dissenso è stato espresso in modo biblico/unilaterale “Nessuno tocchi Caino”, magnificando le doti del medico assassino. Non ci si dimentichi che massacrò un giovane in modo barbaro. Non ci si dimentichi che non ha dato certo lustro alla città. Non ci si dimentichi che con un atto kriminale di quella portata si perde il diritto all’immagine. Non ci si dimentichi che hanno diritto all’oblio morale sia la vittima che l’assassino e non ci si dimentichi, infine,  che in Italia il diritto all’oblio è applicabile solo in caso di sentenza di un tribunale interessato al caso. Prosit!