UNA RIFLESSIONE TUTTA PERSONALE/ di Maurizio Mazzotti
Ognuno di noi è portatore di una storia personale incancellabile e incontrovertibile perché, appartenendo al passato, costituisce un dato di fatto della nostra vita. Sono sempre stato orgogliosamente democristiano, e ho avuto la fortuna di vivere quella parte della grande storia della nostra Nazione caratterizzata, ai tempi della mia gioventù, da due grandi partiti: quello dei “democristiani” e quello dei “comunisti”. Avversari fino in fondo ma profondamente e reciprocamente rispettosi delle proprie idee. Ricordo grandi uomini, sia da una parte che dall’altra, impegnati con successo a dare lustro al nostro Paese, che ne ha indubbiamente beneficiato.
Ricordo che quando, morta la DC, un caro amico mi invitò a far parte del comitato provinciale del neonato CCD chiesi consiglio al compianto Peppino Cappabianca e lui, dopo averci pensato su per un attimo, mi guardò e sussurrò: “Maurizio, abbiamo il dovere di tenere la fiammella accesa”.
Poi l’evoluzione inarrestabile delle ideologie e il loro inevitabile appannamento hanno portato, anche attraverso la rivoluzione dei mezzi di comunicazione, al sistema politico odierno, in cui la presenza nella società civile dei partiti strutturati ha perso sempre più peso a vantaggio dei partiti dei selfie e dei like. Per quanto mi riguarda, pur non essendo più democristiano per mancanza del partito, come tutti sappiamo definitivamente scomparso, sono rimasto un moderato, ancora attento alle dinamiche partitiche.
Anche il PD, figlio di quel grande PCI di un tempo, vive momenti tristi, per la carenza evidente di grandi figure e per la scomparsa, probabilmente, di quegli stessi motivi che ne avevano determinato la nascita, tanto da essere più apprezzato nei salotti delle ZTL che nelle poche fabbriche rimaste. Tutto è mutato, fino a giungere ai governi dell’effimero Casalino, ideologo e curatore d’immagine dell’avvocato di Volturara Appula, creatore di movimenti culturali come “Le bimbe di Conte”, assurto nientepopodimenoche’ a puparo del presidente del consiglio.
Confesso di provare vergogna ad essere rappresentato dai Casalino e dai Di Maio, e sono sempre stato convinto che la decasalinizzazione della nazione fosse il primo compito da svolgere per chi veramente la ama.
Credo anche che Renzi, dando la stura alla crisi attuale, con grave rischio per se e per il suo piccolo ma combattivo partito, abbia reso il più grande favore ai “comunisti”, facendo quello che avrebbero dovuto fare loro, e cioè offrendo loro la possibilità di mandare a casa Casalino e il suo Avvocato, operazione a mio parere indispensabile per tentare di recuperare la nostra e la loro dignità, che la storia aveva loro assegnato, e dare una guida seria al nostro Paese, che rappresenta l’unico vero bene per il quale vale la pena di combattere.
Purtroppo le mosse di Renzi sono state lette come vogliono i media servi di Casalino e di quel PD, che, in irreversibile agonia, ha necessità assoluta di governare in qualunque modo e con qualunque alleato per tentare un’improbabile uscita dalla sala di rianimazione. Così come il terrore di andare a casa e cercarsi un lavoro attanaglia la stragrande maggioranza dei 5star, a partire dall’ineffabile Fico, che quando parla in italiano sembra un extracomunitario alla prese con una lingua nuova, o l’improbabile inquilino della Farnesina, che prova ogni giorno a lasciare annegare i principi elementari della geografia, tra i flutti di tormentati di congiuntivi fuori controllo. Ma tant’è, basta considerare che un governo che riesce a galleggiare per gli ultimi due anni e mezzo di vita, tradotto in euro, vale, per ogni parlamentare, 15.000 x 12 x 2,5 = € 450.000. E quando mai li vedono più.
E chi se ne frega se le scuole italiane, uniche in Europa, restano chiuse, chi se ne importa se i nostri giovani occuperanno in futuro i primi posti in classifica dei più ignoranti d’Europa, chi se ne importa se per sopravvivere dovranno emigrare in giro per il mondo a fare i camerieri. Ma chi se ne frega. Intanto loro portano a casa € 450.000 a testa. Loro sono loro, e i nostri giovani non sono un ca@@o.
E così questa nostra cara Italia, che tanto fa divertire le altre nazioni europee, sfrontata ed ignorante, prepara i suoi piani barzelletta per tentare di giustificare la pioggia di danaro in arrivo, con un Governo più impegnato ad acquistare “costruttori” che ad applicarsi in nome del popolo italiano.
E tu, Renzi, non disturbare il manovratore.
Certo, i De Gasperi, i Moro, i Berlinguer, i Pertini, si rigireranno nella tomba, ma chi se ne frega……
Viva sempre l’Italia, anche se in sala di rianimazione, anche se ora sta soffrendo in mano a persone inadeguate, perché, giusta o sbagliata, è pur sempre la mia patria.
Nota del direttore: Pubblichiamo l’articolo del nostro collaboratore Maurizio Mazzotti non condividendo, però, alcuni punti della sua analisi: per noi Renzi resta uno da impiccare subito e all’albero più alto di Roma/