La riforma del regime legale
per i “folli rei”
Webconference sabato 30 gennaio 2021 dalle ore 14,30 alle 18.
Care amiche e cari amici,
il 18 e 19 settembre scorsi abbiamo discusso a Treppo Carnico la prima bozza di proposta di legge per l’abolizione della non imputabilità per gli infermi di mente (il cui testo è contenuto nel volume Il muro dell’imputabilità, curato da Franco Corleone).
Dopo un intenso lavoro di risistemazione del testo tenendo conto del dibattito di Treppo, vi invitiamo ad un secondo incontro, che vuole mettere insieme i partecipanti del seminario di Treppo, i componenti dell’Osservatorio sul superamento degli OPG e sulle REMS, il coordinamento REMS altre/altri esperti interessati al superamento del “binario” giudiziario per infermità mentale.
L’INCONTRO dal titolo “La riforma del regime legale per i “folli rei”, SI SVOLGERA’ ON LINE il prossimo 30 gennaio, ore 14,30 – 18,00. In calce trovate le modalità di collegamento. Tra breve sarà inviata una scaletta con l’ordine dei lavori.
In allegato è presente il testo che abbiamo modificato, a partire da alcune critiche e suggerimenti emersi durante il dibattito del primo incontro di Treppo. Dopo settembre, si è costituito un gruppo di lavoro, formato da Franco Corleone, Giulia Melani e Katia Poneti, per ragionare sui punti controversi e proporre ipotesi di riscrittura di alcune parti del testo. Il gruppo è arrivato al testo che presentiamo dopo ulteriore approfondimento, insieme ad altre e altri.
In sintesi, presentiamo i punti principali su cui si è lavorato dal settembre scorso.
Su alcune questioni si è arrivati a compiere scelte dopo un confronto acceso, perché toccano punti dirimenti del processo penale e della cura delle persone con patologia psichiatrica. Si è optato per l’eliminazione sia della non imputabilità che della semi-imputabilità per vizio di mente e per la conseguente abolizione delle misure di sicurezza correlate: si era infatti discusso se introdurre nel testo una diminuente per ridurre la pena, ma si è ritenuto fondamentale mantenere saldo il principio ispiratore della riforma, ovvero il riconoscimento di soggettività e responsabilità alla persona con disabilità mentale e non reintrodurre surrettiziamente la logica del doppio binario; si ritiene che comunque il giudice, nella commisurazione della pena in concreto, possa tenere conto della patologia della persona sottoposta al suo giudizio (nella direzione indicata dalla sentenza C.Cost. n. 73/2020). Inoltre, per rendere effettivo e celere l’interessamento del Dipartimento di salute mentale, e di conseguenza la possibilità dell’imputato di accedere a misure cautelari non detentive, si è previsto che il giudice possa chiedere al dipartimento di salute mentale di relazionare sulle condizioni di salute dell’imputato e l’elaborazione di un programma di cura e assistenza individualizzato, in cui siano delineati i percorsi terapeutici più adeguati, con particolare attenzione a quelli non detentivi. E ancora, poiché, nell’ipotesi di detenzione, è necessario che la persona con patologia psichiatrica possa ricevere cure adeguate, si è valutato che destino dare alle sezioni speciali per persone con disturbi psichiatrici e si è deciso di procedere alla loro eliminazione, visto le numerose criticità che esse presentano: all’esito di una lunga discussione, è emersa la necessità di non prevedere alcuna istituzione speciale per i detenuti con disabilità mentale, che dovranno essere curati dai dipartimenti di salute mentale, in locali ad esclusiva gestione sanitaria all’interno degli istituti penitenziari.
Infine, si è ritenuto importante rivedere la terminologia e sostituire alla nozione di persona inferma di mente, inserita nel Codice penale, quella prevista nella Convenzione ONU sulla disabilità, che parla di “persone con disabilità psicosociale”. Si fa riferimento, in particolare, all’art. 12 della Convenzione: “le persone con disabilità psicosociale godono di capacità legale su base di uguaglianza con tutti gli altri”.
Questione aperta, poiché non si è trovato un accordo su una proposta definita, pur condividendo l’approccio di fondo, resta il destino delle REMS. Si ritiene importante salvaguardare l’esperienza costruita con l’istituzione delle REMS, ma si è valutato opportuno non moltiplicare le istituzioni specifiche per la persona detenuta con disabilità mentale. Saranno dunque le Regioni a scegliere la destinazione delle strutture e del personale impiegato sino ad oggi nelle REMS, assicurando la continuità occupazionale e cercando di salvaguardare le esperienze e le competenze costruite in questi anni.
L’incontro del 30 gennaio servirà anche a definire il lancio del progetto di legge. A tal fine stiamo predisponendo un manifesto di sostegno e già nell’incontro potremo raccogliere le prime adesioni.
A presto!
Per la Società della Ragione, Grazia Zuffa
Per Osservatorio Stop Opg, Stefano Cecconi
Per Coordinamento REMS, Pietro Pellegrini
Per Magistratura Democratica, Riccardo De Vito
Istruzioni per il collegamento
Dopo Treppo (Incontro sull’imputabilità)
sab 30 gen 2021 14:30 – 18:30 (CET)
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