Santa Maria Capua Vetere, 5 marzo 2021 – «Pur di avere una carica o una poltrona passerebbero sul cadavere di un loro caro» recitava un aforisma del poeta inglese William Blake. E’ un po’ il senso di quello che si sta verificando al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere dove il presidente Adolfo Russo, con un senso di responsabilità ha rimesso la propria carica cadendo in piedi con un gesto nobile che non è frequente per gli innamorati delle poltrone. Per amore della classe forense e per evitare il commissariamento – che si deciderà se l’opposizione proseguirà a non far proseguire l’attività dell’organismo forense, anche con la presidenza ad interim del consigliere più anziano, il pluripresidente Elio Sticco già al lavoro da oggi – l’avvocato Russo ha preferito tentare il percorso più dignitoso apprezzato anche da tanti colleghi che ieri, appena appresa la notizia, lo hanno sommerso di telefonate. Il past president Russo, ora spera che i dissidenti – i quali lo accusano come i tre della maggioranza che si sono dimessi (Iaselli, Puoti e Palmirani) di immobilismo e cose simili – possano tornare sui loro passi con una rimodulazione delle cariche per far proseguire l’attività del Consiglio ed evitare l’onta del Commissariamento: è la prova del nove sarà proprio questa. Se proseguiranno con l’ostruzionismo, significherà che volevano andare al voto anticipato con una avidità tale da superare finanche la vergogna di un commissariamento. Un voto che si potrebbe concretizzare, vista la pandemia e i costosissimi mesi di commissariamento, soltanto a fine del 2023: quelli che vogliono il voto anticipato e vincerà (ammesso che vinceranno, come immaginano) governeranno giusto un anno perché scadrà anche il quadriennio. Una situazione che oggi farebbe rigirare nella tomba avvocati di pregio che hanno guidato l’ordine come Giuseppe Fusco, Alfredo Gaito, Vittorio Verzillo, Raffaele Papa, Francesco Troiano, Alfonso Martucci. La decisione di rimettere la carica dell’avvocato Russo prende atto della «situazione di stallo e di assoluta ingovernabilità del Consiglio dell’ Ordine», e certifica la crisi irreversibile dell’organo amministrativo degli avvocati, che a questo punto dovrebbe essere commissariato. La crisi è stata aperta dalla scelta di tre consiglieri dell’Ordine, facenti parte della lista di maggioranza, di dimettersi in tempo utile per potersi poi ricandidare alle elezioni del 2023. A questa scelta hanno reagito i consiglieri di minoranza, che hanno deciso di disertare le riunioni, bloccando di fatto ogni attività dell’Ordine, anche quella ordinaria relativa ad iscrizioni, rilascio certificati, pareri, gratuiti patrocini, con danni per gli avvocati più giovani. Nella sua lettera di dimissioni, Russo scrive di «incestuosa assonanza di egoistici intendimenti fra l’opposizione e parte della maggioranza». «Con contestuale, e sospetta, tempestività – spiega Russo – tre consiglieri della maggioranza, gli avvocati Iaselli, Palmirani e Puoti, si sono dimessi, provocando il venir meno del quorum costitutivo del Consiglio fino ad allora appannaggio della maggioranza, che poteva contare su 13 elementi. Risultando tale quorum non inferiore a 11 presenze (su 21 Consiglieri), non sfuggirà come la restante pattuglia di 10 consiglieri non poteva essere sufficiente a garantire la regolarità delle presenze, circostanza puntualmente verificatasi a seguito delle dimissioni». Le dimissioni – scrive il presidente dimissionario – sono state veicolate come necessitate da una non condivisione delle “politiche” della maggioranza». «E’ più che probabile, – prosegue Russo – che abbiano prevalso logiche egoistiche a logiche di tutela della classe degli avvocati. Le stesse logiche sono state fatte proprie dall’opposizione che non si è fatta sfuggire la opportunità di ‘gettare a mare’ la Consiliatura per approdare a nuove elezioni, pur dopo un indeterminabile periodo di commissariamento» Ora la gestione dell’ Ordine – conclude Russo – sarà presa dal consigliere più anziano, l’avvocato Elio Sticco, già per oltre 40 anni alla guida dell’Ordine, che governerà l’ordinario fino alla nomina di un Commissario da parte del Consiglio nazionale forense. Il Commissario dovrà, entro sei mesi, indire nuove elezioni. Alle dimissioni del presidente Russo sono seguite, come aveva annunciato, anche quelle della tesoriera e consigliera Annamaria Sadutto.
IL MESSAGGIO DELL’AVVOCATO STICCO NEO PRESIDENTE
Le dimissioni preannunciate ed oggi formulate mi chiamano allo svolgimento di un ruolo ad interim ove alle
difficoltà create in questi due anni trascorsi, che hanno reso ad ostacoli il percorso reso con danno alle
urgenze improcrastinabili dei servizi e compiti istituzionali che non possono essere penalizzanti per gli
avvocati iscritti ed i praticanti avvocati, cui si unisce oggi l’aggressività del Covid-19.
Un compito arduo che mi sottrarrà alla mia “piccola famiglia” per potermi dedicare alla “Grande Famiglia”
dell’AVVOCATURA che ha bisogno di reale UNITA’ sulla quale credo si debba puntare per riprendere il
cammino.
È uno sforzo che dobbiamo fare insieme con la collaborazione anche degli iscritti, evitando preconcetti,
disgreganti e malevoli interpretazioni di misure necessitate per la ripesa della nostra Avvocatura.
Eventuali critiche dovranno essere accompagnate da proposta collaborativa, evitando squalificante
pubblicità esterna sui giornali o reti network pubbliche.
Sfuggendo all’apertura della Presidenza per la collaborazione di tutti con la segnalazione immediata delle
disfunzioni e relative proposte si dovrà assolutamente evitare squalificante pubblicità sui giornali e sulle reti
dei social network dell’Ordine Forense il cui Presidente essendo anche Presidente dell’Ordine Forense è
obbligato ad intervenire su disgregante, offensiva, provocatoria propaganda. L’argomento è utile agli esterni
della Consiliatura in quanto i Consiglieri sanno rientrare nell’impegno istituzionale e trattare le questioni
sottoponendole all’ordine del giorno con relazione scritta accompagnatoria.
Bisogna ristabilire un rapporto di pari dignità con gli altri operatori del diritto, in quanto gli eventi recenti che
hanno colpito la Magistratura dimostrano la essenzialità dell’Avvocatura sui problemi della Giustizia per la
propria salvezza; e ciò senza trascurare la subordinazione dilagante dell’Avvocatura all’avanzata del processo
telematico con sempre maggiore assoggettamento alla magistratura, cancellerie e fornitori dei sistemi, che
rivoluzionano i termini perentori dai quali la magistratura resta sciolta, senza calcolare i maggiori costi e la
maggiore applicazione umana.
Aprendo le porte del cuore e dell’intelletto, Vi giunga il mio cordiale invito ad “unirvi” perché sappiate
approfittare di questa opportunità per ritornare ad essere di esempio Nazionale e ritrovare la forza di risalire
le scale per e riguadagnare i primati Nazionali che questo Foro non deve più svalutare per egoistiche finalità.
In questi augurio dedico a Voi tutti questa mia ultima fatica nella speranza che ognuno sappia riconoscere i
propri errori evitando di incorrere nella perseveranza.
Avv. Elio Sticco