Sono stati 163 gli episodi di minacce contro i cronisti nel 2020: quasi il doppio di quelli registrati nel 2019 (87). È solo uno dei dati emersi dalla riunione del Centro di Coordinamento per le attività di monitoraggio sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti convocata oggi in videoconferenza dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, dopo gli ultimi casi in Toscana.
«Nessun episodio va sottovalutato, l’attenzione è massima», ha assicurato la ministra. «Occorre intensificare le iniziative di contrasto a questo fenomeno, denunciare ogni caso, aumentare gli incontri sui territori: far percepire alle vittime di minacce che lo Stato c’è e avere un quadro della situazione in costante aggiornamento e quanto più possibile completa», ha aggiunto Lamorgese.
Di «dato drammatico» ha parlato il prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nell’elencare i numeri relativi al 2020: oltre il 40 per cento dei 163 episodi di minacce arriva via web e social network; cresce l’incidenza di manifestazioni di odio e solo una parte minoritaria di casi è riconducibile alla criminalità organizzata. Nel 2019 gli episodi in rete erano stati un quarto del totale. Lazio, Sicilia, Campania, Calabria e Lombardia le regioni con il maggior numero di intimidazioni a giornalisti.
Nelle prime settimane del 2021 gli episodi registrati sono già 23.
«L’intensificarsi del fenomeno delle minacce ai giornalisti riporta indietro le lancette della storia a periodi bui», ha rilevato Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, che ha ringraziato il ministero, i prefetti e le forze dell’ordine per la sensibilità e l’attenzione e per la prontezza con cui sono sempre intervenuti. «Il sindacato condivide in pieno l’invito a denunciare ogni episodio ed è, come sempre, al fianco dei colleghi, dalle denunce alle aule di tribunale», ha concluso Lorusso, che ha anche ricordato i casi delle intimidazioni a Fanpage e, nel comune commissariato di Arzano, a Mimmo Rubio e Giuseppe Bianco, riportando le richieste di attenzione sui casi sollevate dal segretario del sindacato campano, Claudio Silvestri.
La Giunta esecutiva della Federazione nazionale della Stampa Italiana, riunita a Roma il 3 marzo 2021, ritiene indispensabile riavviare al più presto il confronto con il governo per affrontare le numerose criticità che affliggono il settore. «Tutelare l’informazione di qualità si legge in un documento approvato dalla Giunta è un obbligo per ogni sistema democratico perché soltanto un’informazione corretta e pluralista permette la formazione di un’opinione pubblica consapevole e matura. Per questo è necessario mettere in campo misure di sostegno, non soltanto economico, che da una parte consentano alle aziende e a tutti gli attori della filiera di affrontare la transizione al digitale e, dall’altra, permettano di difendere il ruolo e il lavoro dei giornalisti».
Da questo punto di vista, prosegue il documento, «occorre riprendere l’interlocuzione sul mercato del lavoro e sul contrasto al precariato, con la definizione dell’equo compenso per i lavoratori autonomi e di regole che impediscano l’uso non corretto di forme di lavoro atipico in luogo del lavoro subordinato. Il recepimento della direttiva europea sul copyright, il cui iter parlamentare non si è ancora concluso, è soltanto il primo passo verso un sistema di regole che tuteli gli investimenti delle aziende e il lavoro dei giornalisti dall’assalto dei giganti della rete. Per dare a tutti certezze sulle risorse e sui meccanismi di ristoro, indipendentemente dalle dimensioni aziendali, saranno fondamentali i decreti attuativi».
Il rilancio del settore, incalza la Giunta Fnsi, «passa anche attraverso politiche aziendali di investimento che puntino sulla qualità dell’informazione e sulla diversificazione dell’offerta su tutte le piattaforme, superando definitivamente le politiche dell’ultimo decennio incentrate su ripetuti tagli agli organici e al costo del lavoro. Tali politiche non hanno prodotto alcun risultato, se non quello di impoverire l’offerta informativa, moltiplicare il lavoro precario e provocare un grave dissesto nel bilancio dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. La messa in sicurezza e la salvaguardia dell’autonomia dell’Inpgi rappresentano per il sindacato dei giornalisti un punto irrinunciabile sul quale va riavviato al più presto il tavolo con il governo».
Allo stesso tempo, «va ripreso il confronto con la Fieg per il rinnovo del contratto nazionale del lavoro giornalistico. Il percorso, iniziato un anno fa e interrottosi a causa della pandemia da Covid-19, deve ricominciare, compatibilmente con l’evoluzione della situazione sanitaria, avendo come obiettivo conclude la Giunta federale il rafforzamento del sistema dell’informazione italiana attraverso investimenti non più rinviabili sulla qualità dei prodotti e dell’occupazione».
Il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, sono stati ricevuti dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Nel corso dell’incontro, chiesto dal sindacato dei giornalisti per avviare il confronto sulle questioni che attengono l’attività degli uffici stampa, i rappresentanti della Fnsi hanno auspicato, in continuità con il lavoro dei mesi passati, l’avvio di un percorso virtuoso per definire in tempi brevi il passaggio dei giornalisti che attualmente lavorano nella pubblica amministrazione nei nuovi profili professionali istituiti dal Ccnl 2016-2108, a partire dal tavolo di trattativa attualmente aperto con l’Aran.
«Siamo grati al ministro Renato Brunetta per l’attenzione ai temi che riguardano la professione giornalistica dichiarano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti . L’auspicio è che si possa concludere in tempi brevi il lavoro avviato con l’Aran e porre le premesse per far sì che l’attività di informazione acquisti sempre maggiore centralità in tutti i settori della pubblica amministrazione. Il riconoscimento dell’autonomia professionale, della flessibilità delle prestazioni e delle specifiche professionalità dei giornalisti rappresenta un punto fondamentale per garantire ai cittadini un’informazione di qualità».
Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, sottolinea: «La comunicazione avvicina la pubblica amministrazione ai cittadini, perciò è e sarà sempre più importante reclutare professionalità idonee».
«Da oggi si lavora». Intercettato da Lanfranco Palazzolo per Radio Radicale all’uscita dal giuramento, il sottosegretario all’Informazione e all’Editoria, Giuseppe Moles commenta il nuovo ruolo nella squadra del premier Mario Draghi.
L’esponente del governo ritiene assolutamente fondamentale il rinvio dei tagli al settore ed evidenzia: «Questo è un momento di crisi sanitaria, sociale, economica, di conseguenza c’è bisogno di supporto per tutti i settori. Come tanti altri settori, anche quello dell’editoria e dell’informazione non può essere lasciato indietro».
«Da liberale, la libertà di informazione e di espressione per me è fondamentale», prosegue Moles, che, rispondendo alle domande dell’inviato, aggiunge: «Spero di poter fare tutto ciò che è necessario fare in questo momento».
Il Parlamento australiano ha approvato definitivamente il nuovo codice per le notizie digitali che impone ai giganti del web come Facebook e Google di negoziare con gli editori il pagamento dei contenuti che vengono pubblicati sulle piattaforme digitali. Entrambe le camere hanno approvato l’emendamento alla legge sui media, dopo l’accordo raggiunto nei giorni scorsi tra il governo e Facebook.
«Il Codice garantirà che l’industria dell’informazione venga remunerata adeguatamente per i contenuti generati, contribuendo a sostenere il giornalismo di interesse pubblico in Australia», ha affermato il ministro del Tesoro, Josh Frydenberg.
La scorsa settimana, in un inedito braccio di ferro col governo, Facebook aveva bloccato sulla propria piattaforma la possibilità di leggere e condividere notizie tra gli utenti australiani, in risposta al previsto varo della nuova legge.
Nella sua formulazione originale, il provvedimento prevedeva un automatismo riguardo al pagamento dovuto dalle aziende di Internet agli editori. Nella sua nuova formulazione, la legge consente ora maggiori margini ad aziende come Facebook e Google, che potranno negoziare direttamente con gli editori, oltre alla possibilità che vengano esentate dal pagamento dei contenuti, se il governo riconoscerà il loro contributo all’industria editoriale australiana.
«Le dichiarazioni del neosottosegretario Giuseppe Moles evidenziano grande attenzione e apertura verso il settore dell’informazione e dell’editoria e lasciano ben sperare nell’avvio a breve di un confronto proficuo». Così Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, intervistato da Radio Radicale.
«Ci sono dossier ha aggiunto che il sottosegretario dovrà approfondire e che riguardano una serie di temi su cui è necessario riprendere l’interlocuzione con le parti sociali. L’auspicio è che il confronto possa per prima cosa archiviare una volta per tutte ogni ipotesi di tagli al settore: la semplice idea che si possa mettere mano alle risorse, già esigue, che vengono destinate ai giornali in cooperativa, ai diocesani, alle testate espressione di comunità e territori o a emittenti come Radio Radicale, che svolgono di fatto un servizio pubblico, significa indebolire il pluralismo».
Per il segretario generale Fnsi, «mai come oggi abbiamo bisogno di più informazione e di informazione di qualità. E la qualità richiede sostegno pubblico, interventi normativi che diano stabilità al settore, supporto al lavoro dei giornalisti. La qualità ha un costo che va riconosciuto perché l’informazione di qualità è necessaria per la democrazia. Non si tratta di elargire finanziamenti a pioggia, ma di sostenere l’informazione in maniera seria guardando al servizio che viene svolto e all’occupazione che viene creata».
Per questo, ha concluso Lorusso, «è necessario affrontare i nodi strutturali, a partire dal contrasto al precariato e dalla definizione dell’equo compenso: non si può fare informazione di qualità sfruttando migliaia di giornalisti che ogni giorno lavorano senza le tutele, i diritti e le garanzie assicurati dal contratto di lavoro. Il sottosegretario Moles ha affermato che nessuno deve essere lasciato indietro: partiamo da questa dichiarazione e mettiamo al centro la difesa del pluralismo e il contrasto al lavoro irregolare, con quel che ne consegue in termini di provvedimenti da adottare, fino alla riforma complessiva del settore».