Napoli. Boom di errori giudiziari, alla città il record negativo

di Valentino Di Giacomo  Il Mattino, 13 marzo 2021

Il sito web “errorigiudiziari.com” ne ha contati in tutta Italia dal 1991 al 31 dicembre 2019 ben 28.893. 

Un anno ancor più difficile a causa del Coronavirus anche per i detenuti reclusi nelle carceri campane. Un’accelerazione di contagi e morti c’è stata soprattutto negli ultimi sei mesi all’interno delle case circondariali. Ma non è stato solo il Covid a monopolizzare ieri la presentazione della relazione annuale sullo stato delle carceri campane presentata dal Garante dei detenuti, Samuele Ciambriello con al suo fianco il Garante nazionale, Mauro Palma e il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero. A Napoli spetta infatti un triste primato: quello delle ingiuste detenzioni causate da errori giudiziari.

“Solo nello scorso anno a Napoli – ha denunciato Ciambriello – si sono contati 129 casi di errori giudiziari, persone ingiustamente carcerate che si sono viste riconoscere un indennizzo complessivo di 3,2 milioni di euro”. Tantissimi casi che, purtroppo, sono comuni in tutta Italia. Il sito web “errorigiudiziari.com” ne ha contati in tutta Italia dal 1991 al 31 dicembre 2019 ben 28.893, con una spesa complessiva per i risarcimenti da parte dello Stato che, tra indennizzi e risarcimenti, sfiora il miliardo di curo. “Mille persone hanno ricevuto un’indennità per ingiusta detenzione soltanto nell’ultimo anno – ha spiegato Ciambriello – dopo Napoli, nella classifica nazionale, c’è Reggio Calabria con 120 casi e indennizzi per oltre 9 milioni di euro”.

Ma nell’ultimo anno è stato soprattutto il problema più grande da affrontare anche al di là dei muri dei penitenziari. “Il mondo carcerario campano – ha raccontato il Garante – ha pagato un prezzo alto per la pandemia in termini di vite umane con 10 persone decedute a causa del Covid – 19 di cui 5 agenti, quattro detenuti e un medico”. Un’accelerazione di morti e contagi si è registrata soprattutto nelle ultime settimane. “Sono stati 1644 i contagi negli ultimi sei mesi e – ha illustrato nella sua relazione Ciambriello – di essi, 862 fra gli agenti, 724 fra i detenuti e 58 fra gli operatori penitenziari. L’emergenza Coronavirus ha acuito ulteriormente le già gravi problematiche della realtà carceraria, a cominciare dal sovraffollamento, ed ha evidenziato la necessità di ricorrere a misure alternative al carcere”.

Proprio l’impatto del Covid ha favorito un importante aumento del ricorso a misure alternative per far scontare la pena. Ovviamente, anche nelle case circondariali c’è un’enorme speranza per i vaccini anche per riprendere nuovamente i normali colloqui familiari di persona e non attraverso le videoconferenze. “In questo momento la parola magica e d’ordine – si è augurato il Garante – è la campagna di vaccinazione. In tutta Italia 927 detenuti sono stati vaccinati e 5704 agenti. In Campania invece non parte ancora la campagna.

Le criticità legate al virus – ha rimarcato Ciambriello – hanno così sottolineato in modo inequivocabile la necessità di investimenti in termini di risorse umane e dotazioni tecnologiche che possano facilitare lo svolgimento del trattamento e l’apertura di canali comunicativi con l’esterno in grado di assicurare il processo di risocializzazione”. Non poteva non essere affrontato il tema della detenzione dei ragazzini minori anche riguardo al recente caso del 16enne trovato suicida nella comunità di recupero di Briano, nel Casertano. Ma il tema è soprattutto dell’incidenza della criminalità giovanile, una ferita nel tessuto sociale soprattutto a Napoli.

“Ogni anno – ha ricordato Ciambriello – ci sono 5mila minori tra i 12 e i 18 anni identificati e riaffidati ai genitori o condotti in comunità di recupero. Tra Napoli e provincia si contano 172mila minori, cioè il 17,8% della popolazione e mi chiedo cosa facciamo noi socialmente per questi giovanissimi per evitare che finiscano nelle maglie della giustizia”.