OGGI ALLE ASSISI DI CASSINO IL PROCESSO PER IL DELITTO DI SERENA MOLLICONE

Accusati del truce assassinio il comandante della stazione dei carabinieri di Arce, la moglie ed il figlio. Un brigadiere ed un carabiniere coinvolti. Un cast d’eccezione tra periti e consulenti.  Parte civile con l’Avvocatura dello Stato l’Arma dei carabinieri. Un elenco di 120 testimoni per la difesa.

di Ferdinando Terlizzi, inviato a Cassino

( nella foto con l’avvocato Francesco Germani del collegio difensivo dei Mottola) 

 

Cassino – Inizia oggi innanzi la Corte di Assise di Cassino (Presidente Massimo Capurso, a latere, Vittoria Sodani e pubblico ministero, Beatrice Siravo) il processo per il delitto di Serena Mollicone avvenuto ad Arce (Frosinone) nel 2001. Per il truce delitto venne inizialmente accusato il carrozziere Carmine Belli, processato e assolto, in ogni grado – vicenda durata fino al 2004.

Il  “caso”, già di per sé emblematico (non solo per il movente alquanto incerto, per le modalità di esecuzione, per i nodi delle indagini, protrattesi per venti anni, per la singolarità della scena del crimine, per la peculiarità dei personaggi) si è notevolmente ingarbugliato  con il  misterioso suicidio di un uomo dell’Arma. Nel 2008, infatti,  il brigadiere Santino Tuzi (ascoltato in precedenza dal magistrato inquirente come persona informata dai fatti) venne trovato nella sua auto sul greto del fiumeLiri ad Arce, con il petto squarciato da un colpo sparato dalla sua Beretta d’ordinanza.

Gli inquirenti lo ritennero un suicidio per ragioni passionali. Di parere diverso la famiglia che ha sempre attribuito l’insano gesto conseguenza delle sue indagini sul caso Mollicone.

In tutti questi anni vi sono state molte perizie, l’ultima delle quali ha portato al rinvio al giudizio della Corte di Assise di ben 5 imputati. Sono l’ex comandante della Stazione di Arce, Franco Mottola (originario ed abitante a Teano), la moglie Annamaria  e il figlio Marco, all’poca fidanzato della Serena Mollicone.

Il Pool di difesa degli imputati Franco Mottola, Marco Mottola ed Annamaria Mottola (che si sono sempre dichiarati innocenti)  è composto dagli avvocati Francesco Germani, Piergiorgio Di Giuseppe e Mauro Marsella; da Carmelo Lavorino, criminologo criminalista, analista della scena del crimine, giù facente parte della difesa di Carmine Belli; Antonio Della Valle, antropologo forense; Enrico Delli Compagni, criminologo psicologo forense; Luigi Barbato. medico legale; Franca Garofalo, grafologa forense avvocato; Cosmo Di Mille, ingegnere; Gaetano Bonaventura, esperto informatico; Alessandra Carnevale, avvocato e Enrico Meta avvocato. La difesa dei Mottola  (tutti accusati di omicidio in concorso) ha presentato una lista testi con circa cento nominativi.

Gli altri due imputati sono: il vice comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Vincenzo Quatrale, accusato di favoreggiamento e concorso, difeso dagli avvocati Paolo D’Arpino e Francesco Candido e il carabiniere  Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento e difeso dall’avvocato Cinzia Mancini.

 Parte civile le due sorelle di Serena (il padre è morto poco tempo fa) difese dall’avvocato Dario De Santis. Anche la famiglia del suicida Tuzi è costituita con l’avvocato Elisa Castellucci. Infine è Parte Civile è anche l’Arma dei Carabinieri tramite l’avvocatura dello Stato. Proprio l’Arma, infatti, in base al capo d’imputazione, ritiene sia stata lesa l’immagine, in quando si sospetta che l’omicidio sia avvenuto in un alloggio della caserma.

Per l’osservanza delle norme anti Covid l’aula della Corte di Assise è a posti “assegnati”. Non ci sarà pubblico. I giurati sono sei e i giornalisti dovranno restare fuori l’aula in filo diretto con i difensori.