Dieci anni fa
Mercoledì 23 marzo 2011. Libia. «Greg Bagwell, vice capo dell’aviazione inglese a Gioia del Colle: “La loro forza aerea non esiste più come forza combattente. Il loro sistema di difesa integrata e le reti di comando e controllo sono così gravemente degradate che possiamo operare con relativa impunità sulla Libia”. Quasi nello stesso momento, il ministro inglese delle forze armate comunicava alla stampa quanto segue: “Non sappiamo quanto durerà. Non sappiamo se porterà a una situazione di stallo. Non sappiamo se le capacità libiche verranno neutralizzate in tempi rapidi. Chiedetemelo tra una settimana”. Il quadretto può essere completato dalle ultime dichiarazioni di Gheddafi. Apparso in tv, dopo aver detto “niente mi fa paura, nessun tiranno mi può spaventare, sono inaffondabile, siamo pronti per la battaglia lunga o breve che sia, questa è una coalizione di fascisti che finirà nell’immondizia della storia”, ha aggiunto: “Queste bombe mi fanno ridere”» [Dell’Arti, Gazzetta].
«Beh, sembra Berlusconi. Lo attaccano da tutte le parti, belle ragazze, Fini che lo molla, processi a go go, giornali che strillano quasi ogni giorno “a questo punto si deve dimettere” e lui che sta sempre lì» [ibid].
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Siria. Il governatore del Hawran, Fayṣal Kulthūm, viene rimosso dall’incarico dal presidente siriano.
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Il parlamento europeo, approvando le modifiche al Trattato di Lisbona, istituisce il Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità, l’istituzione europea che ha lo scopo di aiutare i paesi in difficoltà. La Lega Nord vota contro.
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Caso Scazzi. Michele Misseri si autoaccusa nuovamente del delitto, dicendo di aver strangolato Sarah con una corda nel garage di casa durante un raptus scaturito dal fatto che non riusciva a far partire il suo trattore.
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Roberto Napoletano è il nuovo direttore del Sole 24 Ore.
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Muore a Los Angeles Elizabeth Taylor.
«Otto matrimoni alle spalle, sette mariti, uno dei quali, Burton, sposato due volte, oggi abita sola, a parte i domestici e i cani, nella sua reggia di Bel Air resa meno disadorna da un Van Gogh e da qualche Toulouse-Lautrec. È sopravvissuta a tutto e a tutti, sesso alcol diamanti, cascando – sì – ma sempre in piedi, i celebri occhi viola scintillanti anche nella terza età, nonostante le protesi, i punti, i lividi […]. È da quando, bambina, ha girato Torna a casa Lassie che alimenta con capricciosa sapienza la propria leggenda. Ancora oggi, da circa mezzo secolo, Liz zarina di Hollywood è un’icona. Non è solo il volto che ha totalizzato il maggior numero di copertine sui rotocalchi, o il multiplo di Andy Warhol più famoso, più copiato, più riprodotto assieme a quello di Mao e di Marilyn. Liz è merchandise, vende e fa vendere: appare anche sulle scatole dei cereali, sui kit da cucito, sui francobolli di Nigeria, Burkina Faso, Grenada, Repubblica di Mali e anche Russia. Nei tardi anni 50 un tipo di popcorn, Jiffy Popocorn, s’ispirò alla sua pettinatura […] Cleopatra fu uno dei maggiori disastri finanziari della storia del cinema: secondo i conti della produzione Liz mangiava tutte le mattine per colazione 12 polli e 18 kg di bacon. Ma che importa il dare e avere. Fu un elettricista di Cinecittà il primo a capire che fra lei e Burton era divampata la passione: “Aò, quei due fanno sul serio!”, esclamò di fronte a una scena d’amore un po’ troppo partecipata […]. Fra i mitici diamanti che lui le regalerà, alternati ad epici litigi con botte, la pietra che prenderà il nome dalla loro coppia: il Taylor Burton, 69,42 carati che Liz indosserà un’unica volta per poi venderlo e costruire un ospedale in Botswana. Generosissima. Ex bambina prodigio, ex fidanzata d’America, ex (ma neanche tanto ex) collezionista di amanti e mariti, si è riciclata in fata benefica della beneficenza, in regina dei charities, in santa patrona a favore della ricerca sull’Aids […]. Quando nel maggio del 2000 viene insignita dalla regina Elisabetta della più alta onorificenza riservata alle donne, quella di Dame, si presenta a Buckingham Palace sulla sedia a rotelle. Più mostra la propria vulnerabilità più è amata dalla gente comune: quale altra diva, quale star si sarebbe fatta fotografare calva con l’enorme cicatrice fresca sul cranio in bella vista?» [Laura Laurenzi, Rep].
Venti anni fa
Venerdì 23 marzo 2001. «Diventa incandescente lo scontro fra i Poli su politica e televisione. La Commissione di vigilanza Rai ha infatti approvato ieri, a maggioranza, il regolamento sulla par condicio per la campagna elettorale. In sintesi: via libera a Satyricon e ai programmi di informazione (da Porta a Porta a Il raggio verde), ma con alcuni freni. I programmi di satira, ad esempio, non potranno ospitare esponenti politici. Ma la tensione tra le forze politiche resta alta, il centrodestra attacca la maggioranza. Silvio Berlusconi lancia accuse di fuoco: “Antidemocratici. È un colpo di forza della sinistra totalitaria. Non vogliono farmi parlare”. E i due consiglieri della Rai Alberto Contri e Gianpiero Gamaleri hanno confermato le dimissioni, sospese il 19 marzo scorso» [CdS].
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I banditi che hanno rubato la salma di Enrico Cuccia hanno chiesto sette miliardi e mezzo di lire in franchi svizzeri, da versare su un conto della Rothschild Bank. Nella lettera, composta con ritagli di giornale, anche la foto della bara appena estratta dal loculo. «Ma la gang ha commesso un errore grossolano. I banditi hanno indirizzato la missiva a Paolo Cuccia, amministratore delegato dell’Acea, convinti che fosse il figlio del banchiere: invece non c’è alcuna parentela. Un testimone ha visto l’uomo che ha spedito la busta in un ufficio postale di Torino. E gli investigatori avrebbero identificato il basista della zona che ha aiutato la banda» [CdS].
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Muore a Hollywood William Hanna, papà di Tom&Jerry, dei Flintstones etc.
«Giovane ingegnere edile rimasto senza lavoro con la Grande depressione, cercò di sbarcare il lunario in vari studios hollywoodiani, percorsi negli anni Trenta dalla febbre dei cartoni animati. Passò anche alla Disney, ma fu alla Metro Goldwyn Meyer che incontrò Barbera. Quando crearono Tom&Jerry alla Metro trovarono ripetitivo quel perenne inseguirsi tra gatto e topo. Ma Hanna, oltre che fine psicologo, era ingegnoso nell’inventare trappole e beffe che, sorrette dalla grafica spumeggiante di Barbera, vinsero ben sette Oscar […] A metà degli anni Cinquanta i costi indussero la Metro a tagliare i cartoon; così Hanna&Barbera si misero in proprio, inventando l’’animazione limitata”, meno dispendiosa e più adatta alla tv, che decretò (1959) il trionfo dei Flintstones, la prima sit-comedy animata dove era la battuta a prevalere sull’azione» [Medail, CdS].
Venticinque anni fa
Sabato 23 marzo 1996. «Majid al-Molqi, il terrorista palestinese evaso da Rebibbia il 28 febbraio scorso, è stato arrestato in Spagna dalla polizia italiana e dalla Guardia civil. Lo hanno bloccato alle 12,30 mentre camminava in una strada di Estepona, una cittadina balneare a venti chilometri da Marbella. Lo ha tradito l’amore, la telefonata fatta all’amica italiana e intercettata dagli inquirenti. Appena saputa la notizia Lamberto Dini ha avvertito l’ambasciatore Usa Reginald Bartholomew, che nei giorni scorsi aveva espresso pubblicamente tutto lo sconcerto degli americani per la fuga di al-Molqi da Rebibbia, dove stava scontando 30 anni di carcere per il sequestro dell’Achille Lauro e l’uccisione di Leon Klinghoffer, un anziano ebreo invalido» [Sta].
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Prosegue il braccio di ferro tra Renato Squillante e il pool milanese. «Interrogato da Ilda Boccassini, ancora una volta si è avvalso della facoltà di non rispondere – almeno fino a quando non gli saranno fatte contestazioni precise – ma dopo un colloquio con i medici del carcere ha sospeso lo sciopero della fame. Il gip Alessandro Rossato ha escluso l’ipotesi degli arresti domiciliari, ribadendo il rischio di inquinamento delle prove. Intanto, da Roma, il pm Paolo Ielo continua a visionare i fascicoli dei processi archiviati, processi che si sospettano “aggiustati” dal medesimo Squillante» [Bianconi e Marzolla, Sta].
Quaranta anni fa
Lunedì 23 marzo 1981. La stampa italiana cerca di far chiarezza sulle misure anticrisi varate ieri dal governo. Per contenere la perdita della lira la Banca d’Italia è intervenuta in modo massiccio. Il nuovo tasso di sconto è del 19% mossa che porterà il costo del denaro al 26% per le aziende. Nel contempo il governo si impegna a tagliare la spesa pubblica di 5 mila miliardi. I medici non vedranno l’aumento a loro promesso prima del 1° luglio.
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William Joseph Aricò, il killer che ha ucciso Ambrosoli, viene arrestato al confine fra Stati Uniti e Canada per una violazione valutaria. Poco dopo viene rilasciato: non risultava ricercato. I doganieri però hanno trattenuto il passaporto dal quale risultavano numerosissimi viaggi in Italia fra il 1978 e il 1981 [Ravelli, Rep].
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A Birmingham muore il campione di motociclismo Mike Hailwood: «Dopo aver lottato per quasi 40 ore con la morte, Mike Hailwood è spirato questa sera al Birmingham Accident Hospital. Il popolare campione inglese di moto e auto vi era stato ricoverato in gravissime condizioni dopo l’incidente stradale in cui era rimasta uccisa all’istante la figlioletta Michelle, di 9 anni; il figlio David, di 6 anni, aveva riportato lievi contusioni. Hailwood, che avrebbe compiuto 41 anni fra dieci giorni, si era recato nella serata di sabato con i due bambini a comprare pesce e patatine fritte per cena. A cinque chilometri dalla villa in finto stile Tudor dell’ex campione del mondo, a Tandworth in Arden, nella Contea del Warwickshire, lungo una veloce rotabile a doppia carreggiata, la Rover 3500 di Hailwood si è schiantata contro il retrotreno di un pesante autocarro. La Rover è rimasta semidistrutta. I soccorritori hanno dovuto tagliare la lamiera del tetto per estrarre dai rottami Hailwood e i suoi figli. Dopo il ricovero in ospedale, Hailwood veniva operato al cranio e poi tenuto in vita con l’assistenza di un apparato per la respirazione artificiale. Al capezzale dell’ex campione accorreva subito la moglie Pauline, ex attrice, di 40 anni. Il dieci volte campione del mondo, già grande avversario di Agostini, dirigeva una grande azienda motociclistica. La sua scomparsa ha commosso gli inglesi» [Sta].
Cinquanta anni fa
Martedì 23 marzo 1971. L’Argentina è governata da un triumvirato militare. Dopo un braccio di ferro durato vari mesi, i comandanti in capo delle forze armate hanno destituito il presidente Levingston. «Come è ormai norma, il golpe è stato incruento: reciproche destituzioni e uno scambio di comunicati subito trasmessi da tutte le stazioni radiotelevisive. Ma la guerra di parole finiva quando, ottenuto l’appoggio della maggioranza delle guarnigioni militari, una delle due parti prendeva il sopravvento. Con la stessa tecnica, cinque anni fa, i generali avevano rovesciato il governo dell’allora presidente costituzionale Illia, che veniva sostituito dal generale Ongania» [CdS].
Sessanta anni fa
Giovedì 23 marzo 1961. Il presidente Kennedy ha deciso di difendere il Laos e messo i russi davanti a una scelta: la via diplomatica o un inasprimento del conflitto. Nel suo discorso alla nazione il presidente ha fatto capire che punta tutto sulla riapertura dei negoziati ma ha anche affermato che senza un “cessate il fuoco” da parte dei ribelli – armati dai sovietici – gli Usa non siederanno ad alcun tavolo ma scenderanno in campo per salvaguardare l’indipendenza del piccolo Stato asiatico.
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Elvis Presley termina la registrazione di Can’t Help Falling in Love, negli studi Radio Recorders di Hollywood
Novanta anni fa
Lunedì 23 marzo 1931. «La celebrazione del XII annuale della fondazione dei Fasci di combattimento, la festa della giovinezza, ha avuto inizio nella grandiosa cornice del Colosseo e si è conclusa nel magnifico viale della passeggiata archeologica». Ecco il messaggio del Duce letto da l’on. Scorza e pubblicato sul primo numero di Gioventù fascista: «Gioventù Fascista inizia le sue pubblicazioni in un giorno memorabile, nel XII annuale della fondazione dei Fasci di combattimento. La cronaca narra che il 23 marzo del 1919, su invito di chi scrive queste linee, si riunirono a Milano alcune decine di uomini in un palazzo di piazza San Sepolcro, e decisero la costituzione di. una organizzazione che fu da me chiamata di “combattimento”. C’erano stati nel 1915, durante la campagna dell’intervento, i Fasci d’azione rivoluzionaria, anch’essi raccolti attorno al Popolo d’Italia; durante la guerra, in un momento di depressione degli spiriti e di manovre insidiose del disfattismo, sul fronte interno un folto gruppo di senatori e di deputali avevano dato vita al Fascio parlamentare. Ma i “Fasci italiani di combattimento” si ricollegavano non al Fascio parlamentare, ma ai Fasci d’azione rivoluzionaria, che furono i protagonisti del moto popolare per la guerra. Reduci di guerra erano infatti, nella loro quasi totalità, gli intervenuti all’adunata. Reduci di guerra orgogliosi dell’intervento e della Vittoria; trinceristi, fieri di quanto essi avevano voluto, non, come si disse allora e come fu per tanti altri, “Maddaleni pentiti”. Gli uomini del 23 marzo non solo non rinnegavano la guerra, ma la esaltavano ancora ed erano decisi a riprenderla: riprenderla contro la falsa pace di umiliazione e di rinunzia che ci era stata inflitta a Versaglia» [CdS].
Cento anni fa
Mercoledì 23 marzo 1921. «Non importa se il nostro programma concreto non è antitetico ed è piuttosto convergente con quello dei socialisti… Noi ci permettiamo il lusso di essere aristocratici e rivoluzionari: legalitari e illegalitari a seconda delle circostanze di tempo, di luogo di ambiente, in una parola, di storia nella quale siamo costretti a vivere e ad agire… il fascismo non è un partito, è un movimento» [Benito Mussolini, Il Popolo d’Italia].
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Militanti anarchici, per protesta contro la carcerazione di Errico Malatesta, fanno esplodere a Milano intorno alle ore 22.30 una bomba che dovrebbe uccidere il questore Giovanni Gasti; l’ordigno, collocato per imperizia degli attentatori (Giuseppe Mariani, Giuseppe Boldrini ed Ettore Aguggini) ad alcuni metri dall’abitazione del funzionario, manca il bersaglio. Il questore riporta lievi ferite e l’esplosione provoca una ventina di morti fra il pubblico (Enrico Aldì, Carlo Ardizzoni, Pietro Lazzari, Alessandro Lorenzi, Giuseppe Maggi, Vitaliano Maiocchi, Giuseppe Marano, Teresita Nastri, Ettore Pecoraro, Angelo Rastelli, Renzo Rosi, Leontina Rossi, Vittoria Troeschel) e i musicisti (Pietro Boni, Margherita Leoni, Gemma Malatesta, Mario Tedeschi, Ernesto Troeschel) del teatro Diana, dove si rappresenta lo spettacolo di varietà Mazurka blu di Franz Lehar. Mezz’ora dopo la strage una squadra di camicie nere irrompe nella sede del giornale anarchico Umanità Nova e appicca un incendio che distrugge documenti e mobili; contemporaneamente una spedizione punitiva mette a soqquadro il circolo socialista di Porta Venezia e l’Unione sindacale di via Mauro [Franzinelli].
Centodieci anni fa
Giovedì 23 marzo 1911. Al Quirinale Vittorio Emanuele III riceve il deputato socialista Leonida Bissolati.
«L’incontro era stato cordiale e il Re non si era formalizzato di fronte a quell’esponente socialista che si era presentato al suo cospetto senza l’abito nero di circostanza e che lo aveva apostrofato con un tutt’altro che protocollare: “Caro signore”. Aveva fatto di tutto, il sovrano, per mettere a proprio agio l’imbarazzato visitatore: prima di affrontare i temi politici, il Re gli aveva parlato di alpinismo. Bissolati, secondo la testimonianza della sorella, ne aveva avuto una buona impressione, quella di: “un uomo molto simpatico, uno spirito moderno, semplice, un’intelligenza tutt’altro che eccezionale, ma dotata di grande prontezza e di fine intuito”. L’incontro era stato propiziato da Giovanni Giolitti, che, dopo la crisi del governo Luzzatti, si accingeva a costituire il nuovo gabinetto e, da tempo, aveva in animo di coinvolgere l’esponente politico socialista in una responsabilità ministeriale» [Perfetti, Il Tempo].
Centoventi anni fa
Sabato 23 marzo 1901. L’abolizione del dazio sul grano non è passata alla Camera.
Il dazio d’importazione sul grano in Italia è di 7,50 lire il quintale. Da un quintale di grano si possono ottenere 70 o 80 chili di farina ottima, «in proporzione il dazio sulla farina dovrebbe essere di 10 lire il quintale invece è di 12,30, perché oltre al protezionismo agrario c’è una protezione industriale a beneficio dei mugnai o specialmente dei proprietari di grandi molini a vapore» [CdS].
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«Molti [italiani] cercano di non far altro se non raggiungere il dolce far niente. Un po’ di maccheroni a pranzo, una strimpellata alla chitarra o al mandolino […] suonando sotto le finestre e strappando qualche centesimo e sono contenti» (Leslie’s Illustrated, 23 marzo 1901) [Gian Antonio Stella, L’orda].
Centotrenta anni fa
Lunedì 23 marzo 1891. Si annuncia ufficialmente la rottura dei rapporti diplomatici con Menelik. Corrono voci allarmanti sui pericoli corsi dal conte Antonelli che avrebbe dovuto fuggire dalla Corte di Menelik col residente Salimbeni ed altri italiani.
Centoquaranta anni fa
Mercoledì 23 marzo 1881. Stasera a Nizza, nel Teatro dell’Opera Italiana, scoppia un violento incendio al principio della rappresentazione della Lucia di Lammermoor. Verso le 3 ant. 59 sono i cadaveri estratti dalle macerie. Si teme che ascendano a un centinaio (Comandini).
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Centocinquanta anni fa
Giovedì 23 marzo 1871. La Camera approva la legge per l’unificazione legislativa delle province venete e mantovane (Comandini).
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A Parigi regnano l’anarchia e il terrore. Sono soppressi molti giornali. Il commercio è interrotto. La borsa fa chiusura a 51. Il giornale La Comune si adopera ad organizzare la Comune. La Guardia Nazionale cerca di arginare la rivolta, capeggiata dal Comitato insurrezionale (Comandini).
Centosessanta anni fa
Sabato 23 marzo 1861. Nota della legazione sarda a Berna comunica al signor Knusel, presidente della confederazione elvetica, la creazione ufficiale del Regno d’Italia. Al Senato il ministro di grazia e giustizia Cassinis annunzia la formazione del nuovo Ministero: Cavour, presidenza, esteri, marina ; Minghetti, interno; Fanti, guerra; Bastogi, finanze (per le quali continua provvisoriamente Vegezzi fin che Bastogi siasi liberato da alcuni impegni); Natoli, agricoltura e commercio; De Sanctis, istruzione; Peruzzi, lavori pubblici; Cassinis, grazia e giustizia; Niutta, ministro senza portafoglio. Il Senato vota quindi con 74 voti su 75 votanti il disegno di legge per la intestazione degli atti del governo: «Vittorio Emanuele II — per Grazia di Dio e Volontà della Nazione, Re d’Italia» (Comandini).
«Nel primo governo italiano c’erano due soli piemontesi, Cavour e Cassinis. La maggioranza era tosco-emiliana: Minghetti, Fanti, Peruzzi, Bastogi. De Sanctis e Niutta erano napoletani, Natoli siciliano» (Giorgio Dell’Arti, Cavour, Marsilio 2011).
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Alla Camera il co. di Cavour annunzia la costituzione del nuovo Ministero. La Marmora svolge critiche all’opera del ministro Fanti. Brofferio deplora che usinsi più riguardi ai provenienti dall’esercito borbonico che da quello di Garibaldi. Crispi approva La Marmora. Sirtori dice che la spedizione dell’esercito regolare nell’Italia Meridionale fu fatta per combattere i garibaldini: ciò solleva grande tumulto. Il presidente si cuopre. Ripresa la seduta, Cavour prega La Marmora a ritirare il suo ordine del giorno contrario all’opera del ministro Fanti: La Marmora lo mantiene; la Camera lo respinge (Comandini).
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A Torino fra il ministro dei lavori pubblici Peruzzi, e P.A. Adami è firmata nuova convenzione (ben diversa da quella del settembre-ottobre 1860) per la costruzione di ferrovie nell’Italia Meridionale (Comandini).
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Papa Pio IX sta male. «Circolano voci inquietanti sul declinare delle sue facoltà mentali». Ha 69 anni, ma ha già manifestato più volte difficoltà cardiache. «Ora fa spesso dei vaniloqui» e c’è chi già progetta la sua successione. È quanto scrive da Napoli, oggi, il quotidiano La Nazione: «La malattia del Papa è più morale che fisica. Dipende dalla profonda melanconia in cui lo hanno messo le relazioni dei vescovi nelle quali si dice chiaramente che in Italia lo scisma è inevitabile se non si concilia la Chiesa con il sentimento nazionale». Secondo il quotidiano, «i medici ormai non lo abbandonano più. Hanno deciso di non farlo più uscire nemmeno per Roma. È stato disdetto anche qualsiasi riposo a Castel Gandolfo». A fronte di questa situazione, «Re Francesco di Borbone ha già proposto al governo francese l’acquisto dei Palazzi Farnese, Farnesina e Caprarola. L’alienazione è stata avvallata da un rescritto del Papa». «Il povero Pio IX è perduto per sempre e dall’abisso in cui è caduto non può uscire e non uscirà che colla vita», assicura La Nazione. Riferisce che «si è già fatta firmare al Papa una bolla in cui autorizza il Sacro Collegio a creare un nuovo Papa, lì sui due piedi, presente il cadavere; di modo che potrebbe darsi che la notizia del nuovo Papa preceda quella della morte del vecchio. A quanto si dice, il Sacro Collegio avrebbe già fatta la sua scelta e non rimarrebbe che pubblicarla appena spirato Pio IX» [Maurizio Lupo, La Stampa 23/6/2011].
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È condannato a 15 giorni di carcere e 200 lire di multa il gerente della Voce del Popolo di Faenza, per avere pubblicato un sonetto «a Bruto» firmato Maccolini ed eccitante all’assassinio di un sovrano alleato (Napoleone III.) (Comandini).
Centosettanta anni fa
Domenica 23 marzo 1851. Muore a Russi (Ravenna), ucciso dalla gendarmeria pontificia, Stefano Pelloni, il brigante meglio noto con il nome di Il Passatore. Aveva 27 anni. «Il suo cadavere fu messo su un carretto ed esibito per tutte le strade della Romagna, a dimostrazione dell’effettiva fine del brigante e per evitare l’insorgere di eventuali future leggende sulla sua morte».
«Il nome gli derivò dal mestiere del padre, traghettatore da una riva all’altra del Lamone, fiumetto di 90 km che sbocca all’altezza di Ravenna. Uccise solo per rubare, ma la politica lo arruolò senza fondamento e la leggenda lo ingentilì. Come i nazisti che lacrimavano al canto degli uccelli, gli fu attribuita tenerezza verso i fanciulli. Pascoli, da poeta, preferì la balla alla cruda verità e lo evoca come «il Passator cortese» in Romagna. Pelloni, stupito egli stesso dalla sua buona fama presso il popolino, ne chiese ragione a un saggio. “Togli i soldi ai ricchi e uccidi i poliziotti. Di che ti stupisci? Fai quello che la gente non ha il coraggio di fare”, fu la risposta» [Giancarlo Perna, Il Giornale].
Duecento anni fa
Venerdì 23 marzo 1821. Gli austriaci occupano il Regno delle Due Sicilie e ristabiliscono il legittimo re Ferdinando I, che per vendetta mette in atto rigidissime forme di repressione.