Aperture, tante, anche in zona rossa. Le linee guida per la ripresa delle attività che le Regioni hanno approvato ieri e proporranno al governo e al Cts non possono che definirsi di manica molto larga. I presidenti hanno fatto scrivere ai tecnici riguardo a ristorazione, palestre, piscine, strutture termali, cinema e spettacoli dal vivo. I protocolli riguardano “le attività maggiormente penalizzate dal meccanismo delle chiusure in base allo scenario”. Le amministrazioni locali si occupano anche dei parametri da usare per determinare le zone. Si ipotizza di usare come indicatore anche la copertura vaccinale. Porterebbe a un giudizio positivo per una regione se il 70-80% degli over 80 ha avuto almeno una dose, parametro che scende al 50% per i settantenni.
I ristoranti, i bar, le pasticcerie, le gelaterie e così via potranno riaprire a pranzo e a cena. E le misure suggerite “possono consentire il mantenimento del servizio anche in scenari epidemiologici ad alto rischio”, basta che vengano svolte contemporaneamente attività screening e testing, da fare anche da soli. Se per i soli lavoratori o anche per i clienti non è specificato. Sulla ristorazione le Regioni sono molto chiare: bisogna ripartire. A parte le misure ormai classiche, come la presenza di prodotti per l’igienizzazione, l’obbligo di mascherine, il divieto di assembramenti fuori dai locali, e la preferenza per la prenotazione, si chiede di assicurare un metro di distanza tra i clienti sia al chiuso che all’aperto. La misura raddoppia, solo all’interno, in zona rossa ma può pure essere ridotta se si mettono separatori. Il buffet, come adesso, si può fare ma il servizio tocca al personale del locale. Si chiede poi di tenere aperte porte e finestre e comunque di predisporre sistemi di ricambio d’aria efficaci.
Le Regioni disciplinano anche il gioco delle carte, che sarà possibile con mascherine e igienizzando di frequente mani e superficie di gioco. Anche in questo caso la distanza è di un metro, che diventa di due in zona rossa. Poi si specifica: “Nel caso di utilizzo di carte da gioco è consigliata inoltre una frequente sostituzione dei mazzi di carte usati con nuovi mazzi”.
In palestra possono riaprire spogliatoi e docce ma bisogna assicurare 2 metri di distanza tra gli avventori. Tra le persone che non svolgono attività fisica deve esserci un metro di distanza e tra quelle che si allenano invece 2. Anche in questo caso si chiede di porre attenzione all’areazione. Nelle piscine bisogna sempre assicurare, fuori dall’acqua, due metri di distanza. Invece “la densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 7 mq di superficie di acqua a persona. Nei solarium gli ombrelloni devono avere uno spazio di 10 metri quadrati ciascuno. Tra i lettini deve esserci invece un metro. Le misure di distanziamento per gli spazi comuni nelle strutture termali sono simili, anche nelle piscine.
Riguardo a cinema e teatri dal vivo, gli spazi vanno organizzati per garantire un metro di spazio tra gli utenti, anche a sedere. “O, in alternativa, di almeno 2 metri, con la facoltà di non indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie finché si rimane seduti al proprio posto”. Nelle prime bozze del provvedimento si richiedeva di effettuare il tampone agli spettatori, che comunque dovevano aver fatto il test nelle 48 ore precedenti. Questa ipotesi è poi caduta. Piuttosto si pensa a fare esami al personale di questi esercizi, come dei ristoranti e degli impianti sportivi, in caso di zona rossa.
“Si tratta – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga – di proposte elaborate dai dipartimenti di prevenzione delle Regioni su cui chiederemo il parere del Cts che ci auguriamo arrivi il prima possibile per permettere, in modo progressivo e ferma restando l’applicazione del principio di massima caut ela in termini di contenimento della diffusione del Covid-19, al Paese di imboccare la strada del ritorno alla normalità “.