Buongiorno

MATTIA FELTRI

Senza paura

Senza paura

Ho un amore sconfinato per il Diritto, parola che al singolare raccoglie tutti i plurali: i diritti in nome dei quali da tempo si fa scempio del Diritto, i diritti che si sanno tutelare solamente invocando processi più frequenti, punizioni più severe, colpevoli più colpevoli per la nostra purificazione.

Amo il Diritto, la maiuscola è incorporata, perché è filosofia cristallina, di applicazione quotidiana, attraverso cui si stabilisce che cosa sono la libertà, l’uguaglianza, l’inviolabile unicità dell’essere umano, e come questi alti concetti sono labili nella vita di comunità, e come vengono limitati dall’imperfezione degli uomini.

Ma quando penso al Diritto in Italia, che compete col peggio d’Europa per lunghezza dei processi, per errori giudiziari, per numero di persone detenute senza essere state ancora condannate, mi viene il magone. E mi viene nell’assaporare la prosopopea e il senso di onnipotenza e di impunità (di superiorità, massimo tradimento del Diritto) di buona parte dei magistrati, dal Csm in giù.

 

Mi viene quando i politici, se indagati, ripetono a mitraglia ho fiducia nella magistratura, ma non ne hanno affatto: hanno paura, ed è il tracollo della democrazia. Tutto questo va ripetuto ogni giorno, ma specialmente a ogni anniversario della morte di Enzo Tortora (ieri era il trentatreesimo). Prima della sentenza di appello, Tortora si rivolse ai suoi giudici con voce forte: «Dovrei concludere dicendo ho fiducia. Rimbalzo la domanda: voi avreste fiducia? Vi dico sono innocente, spero che lo siate anche voi». Solo un uomo che non ha paura salva il Diritto e la democrazia.