lunedì, 16 Settembre 2024
Home Attualità IL MEGLIO E IL PEGGIO DAI GIORNALI DI OGGI

IL MEGLIO E IL PEGGIO DAI GIORNALI DI OGGI

Clamoroso
Tra i nomi più popolari scelti dai tedeschi per i loro figli ci sono Matteo e Emilia (Emilia nel 2020 è stato addirittura al primo posto tra quelli femminili, Matteo è balzato dal tredicesimo posto al quarto) [Perego, Specchio].In prima pagina
• Una cabina della funivia Stresa-Mottarone, in Piemonte, è precipitata nel vuoto per 15-20 metri. Ci sono stati 14 morti. L’unico sopravvissuto è un bambino di cinque anni
• A Milano un imprenditore farmaceutico, tale Antonio Di Fazio, è stato arrestato sabato con l’accusa di avere narcotizzato e stuprato una ventunenne che lo aveva incontrato per uno stage. Ieri altre tre ragazze si sono fatte avanti per denunciarlo
• Da oggi tutta l’Italia è in zona gialla. Friuli, Molise e Sardegna hanno già i numeri per passare in bianco
• I morti per Covid ieri sono stati 72, il dato più basso dall’inizio del 2021. I ricoverati in terapia intensiva sono 1.410 (-20). Il tasso di positività è salito al 2,2%. Le persone vaccinate sono 10.143.940 (il 17,01% della popolazione)
• Moderna chiederà l’approvazione all’Ema per il vaccino ai 12-17enni. Negli Stati Uniti i contagi settimanali sono ai minimi da 11 mesi. In India preoccupa il diffondersi del fungo nero che colpisce i malati di Covid
• Mattarella nell’aula bunker di Palermo per il ventinovesimo anniversario della strage di Capaci: «O si sta contro la mafia o si è complici». E sul caos procure: «Le liti minano la credibilità della magistratura»
• Il presidente della Bielorussia Lukashenko ha fatto dirottare un volo di linea Ryanair Atene-Vilnius per arrestare il dissidente Protasevich. Proteste dell’Ue
• La giunta militare del Myanmar ha sospeso 125 mila insegnanti che avevano manifestato contro il colpo di stato di febbraio
• Beffa per Leclerc a Montecarlo: aveva conquistato la pole ma ieri non è partito per un problema al semiasse della sua Ferrari. Il Gran Premio è stato vinto da Verstappen, ora leader del Mondiale, davanti all’altra Ferrari di Sainz. Solo settimo Hamilton
• Ieri si è giocata l’ultima giornata di campionato. Juve e Milan hanno vinto e vanno in Champions, il Napoli ha pareggiato e ne resta fuori. L’Inter chiude con una cinquina all’Udinese seguita dalla festa scudetto a San Siro
• Il belga Campenaerts ha conquistato la 15ª tappa del Giro d’Italia battendo nello sprint Riesebeek sul pavé di Gorizia. Caduta di gruppo dopo pochi chilometri, si ritira Buchmann
• Tempesta di grandine e gelo su una maratona in montagna in Cina: morti 21 dei 171 concorrentiTitoli
Corriere della Sera: Volo di venti metri: morte nella funivia
la Repubblica: La morte sulla funivia
La Stampa: Morire in funivia
Il Sole 24 Ore: Un anno di ristori: chi vince e chi perde con i nuovi aiuti
Il Messaggero: La strage delle riaperture
Il Giornale: Così precipita l’Italia
Leggo: Strage in funivia
Qn: L’incredibile strage
Il Fatto: Contrordine dei Migliori: la scuola deve finire prima
Libero: È la tragedia di chi voleva tornare a vivere
La Verità: Sequestrato un imprenditore / Per lui non si muove nessuno
Il Mattino: Il Napoli rovina tutto
il Quotidiano del Sud: L’Italia rinasce con i sì, senza ma
Domani: Caccia al tesoro

La tragedia del Mottarone

Ieri, poco prima di mezzogiorno, un terribile incidente è accaduto lungo la funivia che parte da Stresa, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, e arriva sulla cima del Mottarone, a 1492 metri di altezza. In corrispondenza dell’ultimo pilone della funivia, quando mancavano un centinaio di metri all’arrivo, il cavo portante ha ceduto e una cabina con quindici persone a bordo è precipitata a terra, per 15-20 metri, ai piedi di un grande bosco. Due escursionisti, che stavano salendo a piedi verso la vetta, hanno sentito un sibilo, poi un forte fischio, e hanno visto la cabina scivolare velocemente all’indietro. Tutto è avvenuto in un attimo. La cabina ha sbattuto contro il pilone di cemento, si è staccata dai cavi portanti, ha ruotato su se stessa ed è rotolata a valle lungo il pendio, sbattendo dopo decine di metri contro due alberi.

Dei quindici passeggeri, l’unico sopravvissuto è un bambino di cinque anni.
Nove corpi sono stati ritrovati all’interno del relitto della cabina, gli altri cadaveri all’esterno. Le operazioni di soccorso e recupero sono rese più difficili dal fatto che la cabina è caduta in un bosco in una zona impervia. Un mezzo dei vigili del fuoco che stava salendo sul luogo dell’incidente si è ribaltato (non ci sono stati feriti).
«“La cabina non c’era più. Era come se fosse esplosa una bomba. Tutti i passeggeri erano stati sbalzati fuori. Li abbiamo dovuti cercare uno a uno in mezzo al bosco. Non sapevamo chi era vivo e chi no. È stata una scena terribile, che non dimenticherò”. Matteo Gasparini è il responsabile del Corpo Nazionale Soccorso Alpino per il Verbano-Cusio-Ossola (la provincia del Lago Maggiore, in Piemonte). Quando parla al telefono è ancora sotto choc. “È stato un disastro, un terribile disastro”» [Nicola, Mess].
Tra i primi corpi ad essere riconosciuti quelli di due fidanzati di Varese, Alessandro Merlo, 29 anni, e Silvia Malnati, 27. Lui era progettista in un’azienda del Canton Ticino specializzata in articoli ortopedici. Lei si era laureata il 23 marzo, lavorava nel negozio di cosmetica Kiko di Milano. Si sarebbero sposati presto.
Angelo Vito Gasparro, 45 anni, guardia giurata, e la moglie Roberta Pistolato, medico vaccinatore, 40 anni compiuti ieri. Abitavano a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, erano in gita sul Lago Maggiore proprio per festeggiare il compleanno di lei. Alle 11 la donna ha mandato l’ultimo messaggio alla sorella: «Stiamo salendo in funivia».
Vittorio Zorloni, 55 anni, di Vedano Olona, la moglie Elisabetta, 38, e il figlio Mattia, 5, che in un primo momento era sopravvissuto, ma è morto alle 19.40 in ospedale a Torino. Il suo cuore non ha retto.
Mohammadreza Shahaisavandi, 30 anni, iraniano, residente a Diamante, in provincia di Cosenza, e studente a Roma dove lavorava in un bar per pagarsi la retta universitaria. La sua fidanzata, Serena Cosentino, 27 anni, anche lei di Diamante, laureata alla Sapienza, da alcuni mesi trasferitasi a Verbania dove aveva vinto un concorso come borsista di ricerca al Cnr Istituto di ricerca sulle acque.
A bordo della cabina c’era anche un’intera famiglia di origini israeliane, residente a Pavia. Si trattava di: Amit Biran, 30 anni, residente a Pavia in via Cà Bella 18, laureato in Medicina proprio a Pavia, tirocinante alla clinica Maugeri e capo della sicurezza delle comunità ebraiche e della scuola che frequentavano i figli; di sua moglie Tal Peleg, laureata in psicologia, 27 anni; dei bisnonni Itshak Cohen, 82 anni, e la moglie Barbara Cohen Konisky, 70 anni. Anche i due bambini, Tom e Ethan, erano a sono rimasti coinvolti nell’incidente. Tom, 2 anni, è morto sul colpo quando la cabina si è schiantata a terra. Ethan, 5 anni, è invece sopravvissuto: quando i soccorritori lo hanno trovato, aveva le gambe rotte e diversi traumi alla testa e al torace. Gli uomini del 118 lo hanno subito caricato su un elicottero e portato all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Ethan ha varcato la soglia del pronto soccorso alle 14.45. Sull’ambulanza che lo portava dall’eliporto all’ospedale, era ancora cosciente e chiamava la mamma. Nel pomeriggio è stato operato: i medici hanno dovuto stabilizzare le fratture multiple al femore, alla tibia e all’omero, le prossime 12-15 ore saranno fondamentali.
Su ordine della procura di Verbania l’impianto è stato subito messo sotto sequestro dai carabinieri. Si procede per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ha detto che il suo ministero «ha già avviato le procedure per istituire una commissione su quanto accaduto e ha già avviato le verifiche sui controlli che sono stati svolti nel passato sull’impianto».
Le domande che si fanno gli investigatori: perché il cavo trainante si è spezzato di netto? perché il blocco automatico della funivia non è entrato in funzione, facendo scivolare la cabina all’indietro?
Il manager che narcotizzava le ragazze
Antonio Di Fazio, classe 1971, amministratore unico della Global Farma, facoltoso imprenditore del settore farmaceutico, è stato arrestato sabato a Milano con l’accusa di avere narcotizzato e abusato di una ragazza di 21 anni che lo aveva contattato per uno stage universitario. Ora l’uomo è rinchiuso nel carcere di San Vittore. I reati che gli sono contestati sono sequestro di persona, lesioni aggravate e violenza sessuale aggravata.
«L’indagine è partita il 28 marzo quando la ventunenne, studentessa bocconiana, ha denunciato ai militari guidati dal capitano Silvio Maria Ponzio, di essere stata abusata da Di Fazio. La giovane ha detto di essere stata invitata a un incontro tra imprenditori del settore farmaceutico finalizzato a uno stage formativo nella sua azienda e di aver perso completamente i sensi dopo aver bevuto un caffè. La vittima poi si sarebbe risvegliata a casa propria, ancora stordita e con addosso i vestiti indossati la sera precedente. Nei giorni seguenti gli investigatori hanno perquisito la casa del cinquantenne e hanno trovato nascosta in una nicchia a scomparsa della cucina due confezioni di Bromazepam, un ansiolitico che contiene benzodiazepine […] Quando ha scoperto che la giovane lo aveva denunciato ai carabinieri ha cercato di crearsi alibi grazie alle testimonianze false di alcuni amici e famigliari. Ma soprattutto Di Fazio ha cercato di far ricadere la colpa sulla giovane vittima e sulla sua famiglia accusandole di un tentativo di estorsione» [Giuzzi, CdS].
Dalle indagini sarebbero emersi altri casi simili di violenze sessuali. Nel cellulare di Di Fazio sono state trovate 54 immagini che testimoniano abusi su almeno altre quattro ragazze giovanissime. Gli inquirenti hanno lanciato un appello a tutte le potenziali vittime dell’imprenditore a mettersi in contatto con i carabinieri. E ieri si sono fatte avanti altre tre ragazze che hanno denunciato di essere state vittime narcotizzate e stuprate da Di Fazio.
«Un millantatore di livello, Di Fazio, come lo definiscono gli investigatori. Separato, vive con un figlio e la madre. In un profilo social appare come il padre di famiglia e il figlio abbracciato alla madre anziana con cui divide la grande casa in centro, in un altro si vanta delle auto costose che usa come scenario da immortalare. Le barche, il lusso, il cibo nei posti giusti. Un uomo dalle tante facce accomunate, come emerge dalle indagini, dal piacere di attribuirsi ruoli e cariche che non ha. Come quando diceva di esser diventato “alto commissario per il Covid”, una figura che non esiste e che lui diceva di essersi guadagnato dopo aver ottenuto l’autorizzazione regionale a distribuire mascherine durante l’emergenza sanitaria. Ma gli piaceva anche spacciarsi per un uomo dello Stato, quando girava con il lampeggiante blu acceso montato sulla sua auto, lo stesso che i militari hanno ritrovato a casa sua durante la prima perquisizione dello scorso 5 aprile. Così come un tesserino del ministero degli Interni, di quelli a portafoglio con lo stemma, con cui probabilmente si fingeva un uomo dei servizi segreti. Per essere più credibile si era procurato anche una pistola, finta, ma fatta bene, simile a una Glock» [Carra e De Vito, Rep].

Anniversario strage di Capaci, il monito di Mattarella: fare luce sugli scandali della giustizia

Sergio Mattarella (ansa)
Dopo gli scandali del caso Amara e le polemiche tra le Procure, il discorso del presidente della Repubblica in occasione della cerimonia in ricordi dell’uccisione di Giovanni Falcone e degli uomini della sua scorta: “Se la magistratura perdesse credibilità agli occhi della pubblica opinione s’indebolirebbe anche la lotta al crimine e alla mafia”

Sul caso Amara e su tutte le altre polemiche che di recente hanno minato la credibilità della magistratura il Quirinale auspica inchieste sollecite che fughino dubbi e ombre. Gli strumenti per ridare prestigio all’ordine giudiziario sono nella legge, è il senso del discorso letto da Sergio Mattarella in occasione del ventinovesimo anniversario della morte di Giovanni Falcone e degli uomini della scorta.

 

 

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono un esempio di rettitudine, coraggio civile e professionalità, ricorda il capo dello Stato nell’aula bunker della sua Palermo. “A figure come loro la società civile guarda con riconoscenza, come lezioni che consentono di nutrire fiducia nella giustizia amministrata in nome del popolo italiano”. All’opposto “sentimenti di contrapposizione, contese, divisioni, polemiche all’interno della magistratura, minano il prestigio e l’autorevolezza dell’ordine giudiziario”, aggiunge severo subito dopo.

 

 

Eccolo il riferimento al caso Amara, che da più parti veniva invocato da settimane. Il Capo dello Stato non si era fatto tirare per la giacca. Fedele al suo stile Mattarella ha scelto un momento istituzionale per intervenire. E sono parole dure. Alza il tono della voce per ricordare che “se la magistratura perdesse credibilità agli occhi della pubblica opinione s’indebolirebbe anche la lotta al crimine e alla mafia”. Dal Colle, nelle scorse settimane, avevano fatto trapelare che del caso Amara, e di tutte le altre questioni aperte, se ne dovevano occupare i giudici.

E oggi ripete testualmente: “La credibilità della magistratura e la sua capacità di riscuotere fiducia sono imprescindibili per il funzionamento del sistema costituzionale e per il positivo svolgimento della vita della Repubblica. A questo scopo gli strumenti non mancano. Si prosegua, rapidamente e rigorosamente, a far luce su dubbi, ombre, sospetti, su responsabilità. Si affrontino sollecitamente e in maniera incisiva i progetti di riforma nelle sedi cui questo compito è affidato alla magistratura”.

Concetti ribaditi già nel giugno del 2019 al Csm e nel giugno 2020 al Quirinale.

“Rapidamente”, “rigorosamente”: ecco il monito del Colle a un ordine giudiziario mai messo così in discussione nella sua credibilità.