lunedì, 16 Settembre 2024
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IL MEGLIO E IL PEGGIO DAI GIORNALI DI OGGI

Clamoroso
Ieri, per una singolare coincidenza, oltre a Carla Fracci, è morta anche Lucia Novaro, che della Fracci fu maestra e scopritrice. Aveva 98 anni.

In prima pagina

• È morta a 84 anni Carla Fracci, la ballerina italiana più famosa al mondo
• Ieri si sono tenuti i funerali di gran parte delle vittime della tragedia del Mottarone. L’unico superstite, il piccolo Eitan, ora parla con la zia: completate le procedure di risveglio, la prognosi resta riservata
• Da lunedì Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Molise passeranno in zona bianca. Dal 7 giugno, anche Liguria, Veneto, Abruzzo e Umbria
• Ieri i morti di Covid sono stati 171. In Italia il tasso di positività sale all’1,7%. I ricoverati in terapia intensiva sono 1.206 (-72), le persone vaccinate 11.129.519 (il 18,66% della popolazione)
• Facebook ha annunciato che non censurerà più i post che parlano della teoria secondo cui il virus sarebbe stato creato in un laboratorio a Wuhan
• Draghi nomina Scannapieco al vertice di Cassa Depositi e Prestiti
• Patto tra Pd, M5s e Leu per Napoli: candidano come sindaco l’ex ministro Gaetano Manfredi
• I tre jihadisti imputati per gli attentati del 2017 a Barcellona e Cambrils sono stati condannati a pene che vanno dagli 8 ai 53 anni
• Emmanuel Macron ha riconosciuto le responsabilità della Francia nel genocidio in Ruanda
• Raoul Bova è il nuovo Don Matteo. Sostituisce Terence Hill dopo dodici stagioni della serie tv
• Simone Inzaghi non rinnova il contratto con la Lazio ed è a un passo dal diventare il nuovo allenatore dell’Inter
• Vittoria in salita per Bettiol nella diciottesima tappa del Giro d’Italia. Niente scossoni in classifica
• Dopo il dirottamento dell’aereo Ryanair ordinato da Lukashenko sono stati annullati gli Europei di ciclismo che dovevano tenersi a Minsk a fine giugno
• È morto a 91 anni Eric Carle, l’autore del libro per bambini Il piccolo Bruco Maisazio

La prima notte in gattabuia dei tre arrestati

Ieri mattina, chi aveva visto Gabriele Tadini, Luigi Nerini e Enrico Perocchio, dopo la prima notte nel carcere di Verbania, raccontava di averli trovati frastornati ma tranquilli. I tre sono stati messi in isolamento, ciascuno in una cella diversa. Secondo i pm c’è il pericolo che, se messi ai domiciliari, si darebbero alla macchia.

Gli avvocati dei tre uomini hanno raccontato il loro stato d’animo ai giornalisti. Tadini, il primo a confessare, molto pio, è il più provato, e ha detto: «Mi sento un peso enorme sulla coscienza. Prego e faccio i conti con me stesso. Faccio i conti con Dio».

Nerini, tramite il suo avvocato, ha fatto sapere di essere pronto a risarcire le famiglie dei morti. Perocchio, invece, respinge le accuse e sconfessa la deposizione di Tadini.

Andrea Da Prato, avvocato di Perocchio, attacca: «Ma quale pericolo di fuga, il mio assistito vive in provincia di Biella e martedì sera ha preso l’auto, ha percorso circa 90 chilometri ed è andato dai carabinieri a Stresa. Fermarlo di notte sapendo che ha un legale di fiducia che risiede in Toscana mi sembra una bella brutalità». Sostiene che non ci siano i presupposti per la convalida del fermo. E aggiunge: «Vedremo se Tadini ripeterà quanto sostenuto anche davanti al giudice».

La confessione di Tadini: «L’impianto idraulico dei freni d’emergenza aveva dei problemi, perdeva olio e le batterie si scaricavano continuamente. Dopo la riapertura del 26 aprile, avevamo già fatto due interventi. Ma non erano stati risolutivi. La funivia continuava a funzionare a singhiozzo. Il problema si ripresentava, serviva altra manutenzione. È stato in quel contesto, di tentativi e di interventi tecnici, che toglievamo e mettevano il cosiddetto forchettone per armare e disarmare il sistema dei freni d’emergenza. Tenere i freni scollegati permetteva alla funivia di girare. Mai avremmo potuto immaginare che la cima traente si spezzasse. Era in buone condizioni: non presentava segni di usura. Quello che è successo è un incidente che non capita neppure una volta su un milione».

«Ancora da spiegare è perché la fune si sia spezzata. Ieri un primo sopralluogo del consulente nominato dalla procura, Giorgio Chiandussi del Politecnico di Torino, ha dato il via agli accertamenti: l’esperto ha esaminato il punto in cui la fune non ha retto e anche la parte del carrello della cabina che nella caduta ha perso l’aggancio con l’altra fune, quella portante» [Cravero, Rep].

I tre erano talmente sicuri che non sarebbe mai successo nulla, che, pur sapendo di aver bloccato i freni di emergenza, continuavano a prendere la funivia assieme ai loro stessi figli.
L’interrogatorio di garanzia, davanti al gip Donatella Banci Buonamici, è previsto per domani alle 9. Per evitare i giornalisti, anziché in tribunale, si terrà direttamente in carcere.
I funerali delle vittime
A Diamante, in provincia di Cosenza, parenti e amici hanno detto addio a Serena Cosentino, 27 anni, borsista al Cnr di Verbania. Sua madre, in chiesa, ha avuto un malore: sono dovuti intervenire i paramedici. La sua bara è stata coperta da gerbere bianche e gialle. La salma del suo fidanzato, Mohammadreza Shahaisavandi, detto Hesam, di origini persiane, tornerà in Iran. La famiglia di lei avrebbe voluto che riposassero vicini.
Nel quartiere di San Fermo, a Varese, i feretri di Silvia Malnati, 27, e Alessandro Merlo, 29, che erano andati a convivere da poco, sono entrati affiancati in chiesa. Il silenzio degli astanti, circa due mila persone, è stato squarciato dalle urla strazianti di Enza, la madre di lei. La madre di lui: «Li faremo cremare e le loro ceneri resteranno vicine per sempre. Faccio finta che non si celebri il loro funerale, ma il loro matrimonio». Al momento dello «scambiamoci un segno di pace», anche se, per le norme anti-Covid, bisognerebbe limitarsi a guardarsi negli occhi, tutti si sono abbracciati, in un gesto di solidarietà collettiva. Poi, alla fine della cerimonia, gli amici li hanno portati fuori a spalle, sulle note di Destri di Gazzelle. Era la loro canzone. All’esterno, uno striscione: «Ci avete riempito la vita di emozioni, siamo fieri di aver fatto parte di voi. Rimarrete in eterno con noi e nei nostri cuori. Fate buon viaggio, amici. Questo non è un addio ma un arrivederci».
Nel cimitero del piccolo villaggio di Aviel, a sud di Haifa, in Israele, si sono svolti i funerali di Amit Biran, 30 anni, della moglie Tal Peleg, 27, e del figlioletto Tom, di appena due anni. Un rabbino ha recitato i salmi e il kaddish, la preghiera della sepoltura. Poche centinaia di persone, come prescrive la tradizione israelita, sono state ammesse ad assistere al rito. La casa dei famigliari di Amit si aprirà alle visite durante la shivà, i sette giorni del lutto ebraico. La cerimonia è terminata con una manciata di terra lasciata cadere in ciascuna fossa.
I funerali dei bisnonni, Itshak Cohen, 82 anni, e Barbara Cohen Konisky, 70, si terranno oggi.
A Triggiano, in provincia di Bari, l’addio a Angelo Vito Gasparro, 45, e Roberta Pistolato, 40 anni compiuti domenica scorsa, nel giorno della tragedia.
Eitan parla con la zia
Sono state completate ieri pomeriggio le procedure di risveglio di Eitan Biran, il bambino israeliano di 5 anni unico sopravvissuto al crollo della funivia sul Mottarone. Adesso il piccolo è cosciente nel reparto di rianimazione, parla con la zia Aya e si guarda intorno. Dal punto di vista clinico è sempre in prognosi riservata, dovuta al trauma toracico e addominale oltre che alle fratture agli arti. Nei prossimi giorni uscirà dalla rianimazione e verrà trasferito in un reparto di degenza.
Da tutta Italia arrivano manifestazioni di affetto e solidarietà. Le comunità ebraiche hanno già raccolto 41 mila euro per aiutarlo. La scorsa notte un gruppo di tifosi dell’Inter ha srotolato uno striscione di fronte all’ospedale con la scritta: «Non mollare piccolo Eitan». «Nella sua stanza, accanto al letto, ci sono i disegni dei compagni di classe dell’istituto Maddalena di Canossa di Pavia […]. Alla sindaca di Stresa sono arrivate addirittura tre proposte di adozione: “Per fortuna Eitan ha una famiglia che lo sosterrà e lo aiuterà a superare questo dolore — spiega Marcella Severino — ma rimangono comunque gesti che ci fanno capire che c’è ancora tanta umanità a questo mondo”» [Massenzio, CdS].

Usa, calano i nuovi disoccupati

Negli Stati Uniti i lavoratori che per la prima volta hanno richiesto i sussidi di disoccupazione, nella settimana terminata il 22 maggio, sono stati 406 mila, 38 mila in meno rispetto alla settimana precedente. È il dato più basso dall’inizio della pandemia. Nel pieno dell’emergenza Covid, gli Usa avevano registrato un massimo di 6,9 milioni di nuove richieste settimanali.

Biden a Roma manda una donna

Secondo indiscrezioni della Associated Press sarà Jane Hartley, 71 anni, già inviata di Obama in Francia, la nuova ambasciatrice americana a Roma.

Condannati tre jihadisti in Spagna

L’Audiencia Nacional, alto tribunale spagnolo con sede a Madrid, ha condannato a pene che vanno dagli 8 ai 53 anni i tre jihadisti accusati degli attentati di Barcellona e Cambrils (Tarragona) dell’estate 2017 in cui morirono 16 persone. Nessuno dei tre è l’autore materiale degli attacchi (sia l’autista della Rambla che il gruppo che fece irruzione a Cambrils erano stati uccisi dalla polizia). I tre condannati appartenevano però alla cellula jihadista: si tratta di Mohamed Houli, condannato a 53 anni, Driss Oukabir, condannato a 46 anni; Said Ben Iazza, condannato a 8 anni.

L’Onu apre un’inchiesta su Gaza

Il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, che ha sede a Ginevra, in Svizzera, ha deciso di aprire un’inchiesta sul conflitto tra Israele e Hamas delle ultime settimane. La presidente del Consiglio, Michelle Bachelet, ha avvisato che se l’inchiesta dimostrasse che gli attacchi di Israele a Gaza sono stati «indiscriminati e sproporzionati», potrebbero «costituire crimini di guerra», e ha concluso che «non ci sono dubbi che Israele abbia diritto a difendere i propri cittadini e residenti. E tuttavia i palestinesi hanno anch’essi diritti. Gli stessi diritti». Il primo ministro israeliano Netanyahu ha detto che la decisione «ridicolizza la legge internazionale e incoraggia i terroristi nel mondo».

«È bene ricordare che gli Usa non fanno parte del Consiglio sui Diritti Umani dell’Onu e quindi sono presenti a Ginevra solo come osservatori. La seduta di ieri è stata convocata su richiesta del Pakistan, uno dei 47 Paesi che formano il Consiglio. A sua volta, il Pakistan agiva per conto dei palestinesi e dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica» [Guaita, Mess].

Macron riconosce le colpe francesi sul Ruanda
Il presidente francese Emmanuel Macron ha riconosciuto per la prima volta le responsabilità della Francia del genocidio avvenuto nel 1994 in Ruanda ai danni della minoranza di etnia tutsi. L’ha fatto durante una visita al Memoriale del Genocidio nella capitale ruandese Kigali. Macron ha detto che la Francia «per troppo tempo ha fatto prevalere il silenzio sull’esame della verità», aggiungendo però che «non è stata complice» del genocidio, come ha sempre sostenuto invece il presidente ruandese Paul Kagame.
Il genocidio si consumò nel giro di 100 giorni, dopo che il 6 aprile del 1994 l’aereo che trasportava il presidente del Ruanda, Juvénal Habyarimana, e il presidente del Burundi, Cyprien Ntaryamira, entrambi di etnia hutu, fu colpito da due razzi quando era in fase di atterraggio a Kigali. Non si salvò nessuno. Poche ore dopo iniziarono massacri sanguinosi e indiscriminati nei confronti della minoranza dei tutsi, ritenuta responsabile dell’attentato. Si stima che dal 7 aprile alla metà di luglio del 1994 furono uccise almeno 800 mila persone, ci furono decine di migliaia di stupri e di bambini arruolati come soldati [il Post].
Per Strasburgo l’Italia è maschilista
«La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha condannato l’Italia (dovrà pagare un risarcimento di 12 mila euro) per aver violato i diritti fondamentali di una presunta vittima di stupro scrivendo, nelle motivazioni della sentenza, che durante il processo di secondo grado celebrato davanti alla Corte d’appello di Firenze non fu rispettata la vita intima della ragazza e che furono usati “commenti ingiustificati” e un “linguaggio e argomenti che veicolano i pregiudizi sul ruolo delle donne che esistono nella società italiana”» [Gasperetti, CdS].
Lo stupro avvenne di notte, alla Fortezza da Basso, vicino a Santa Maria Novella. La giovane denunciò sette uomini, che furono arrestati. Il processo di primo grado si concluse il 14 gennaio 2013, con sei condanne a 4 anni e 6 mesi e un’assoluzione. Nel marzo 2015 la Corte di appello assolse tutti perché «il fatto non sussiste», i giudici dissero che si trattò di «una vicenda incresciosa e non encomiabile per nessuno, ma penalmente non censurabile». Il pg non presentò ricorso in Cassazione. Ora la Corte di Strasburgo, che non è entrata nel merito dei fatti, ha ritenuto «ingiustificato il riferimento alla biancheria intima che la ricorrente indossava la sera dei fatti, come i commenti sulla sua bisessualità, le sue relazioni sentimentali o i rapporti sessuali che aveva avuto prima dei fatti presi in esame» considerati addirittura esempio di una «vita vissuta in modo non lineare».
Tre anni all’ex presidente della Corte Costituzionale
«L’ex presidente della Consulta, Antonio Baldassarre, è stato condannato a 3 anni di reclusione e una multa di 400 mila euro nell’appello-bis nel procedimento su un tentativo di scalata ad Alitalia nel 2007. Assolto, con la formula “per non avere commesso il fatto” l’ex presidente di Autostrade, Giancarlo Elia Valori. Lo hanno deciso giudici della seconda Corte d’appello di Roma che hanno inflitto altre due condanne, a 2 anni e 6 mesi, per Claudio Prati e Danilo Dini, ex consulenti di una società finanziaria legata a Valori. Nel primo processo d’appello, poi annullato dalla Cassazione, gli imputati erano stati tutti assolti» [Sta].
Bari, altre armi nell’arsenale dell’ex gip
Ad Andria, nella villa di Antonio Tannoia nella quale fu sequestrato l’arsenale dell’ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis, sono state sequestrate altre armi, un libretto degli assegni e circa mille sterline.
Raoul Bova è il nuovo Don Matteo
Dopo dodici anni e 255 episodi, Terence Hill lascia la serie tv di Raiuno Don Matteo. Nella nuova stagione il protagonista sarà un nuovo parroco, interpretato da Raoul Bova. A pubblicare la notizia è stato Tv Blog. La fiction non dovrebbe cambiare nome.
Inzaghi all’Inter, Allegri alla Juve
Dopo la cena di mercoledì sera con Claudio Lotito sembrava scontata la conferma di Simone Inzaghi con la Lazio, con rinnovo fino al 2024. Invece ieri l’allenatore ha rotto con il club biancoceleste. E l’ha fatto perché ha un accordo con l’Inter per prendere il posto di Antonio Conte. «L’accordo biennale dovrebbe garantire uno stipendio da quattro milioni più uno di bonus, quasi il doppio di quanto avrebbe percepito col rinnovo alla Lazio», scrive Conticiello sulla GdS.
«Massimiliano Allegri torna ad allenare la Juventus. Mancano solo gli ultimi dettagli per la firma: il contratto dovrebbe essere di 9 milioni annui per tre o quattro stagioni (più probabile quattro). Risolti questi aspetti, l’annuncio è previsto per oggi: per il tecnico di Livorno è il grande ritorno, dopo due anni di difficoltà bianconere, prima con Maurizio Sarri comunque campione d’Italia, e quest’anno con il debuttante Andrea Pirlo, esonerato a sua volta» [Tomaselli, CdS].
Il Venezia in Serie A
Ieri si giocava Venezia-Cittadella. I padroni di casa, pur con un uomo in meno e restando sotto di un gol fino al 93’, sono riusciti a resistere, hanno pareggiato all’ultimo minuto e sono riusciti a guadagnarsi la promozione in Serie A. Erano vent’anni che i tifosi lagunari aspettavano questo momento (l’ultima volta è stata nel 2001/02, nel frattempo ci sono stati una serie di fallimenti societari, il club è anche ripartito dalla D nel 2009).
«Il Venezia aveva vinto la sfida d’andata per 1-0 (Di Mariano) e ieri sera ha pareggiato al 93’ con Boccalon una partita che stava perdendo in casa dal 26’ (gol di Poria) con Mazzocchi espulso al 36’» [Sta].
Giro, Bettiol s’impone in salita
Alberto Bettiol ha vinto la diciottesima tappa del Giro d’Italia, la Rovereto-Stradella, di 231 chilometri. Il toscano della EF Education-Nippo si è imposto per distacco, tagliando il traguardo con un vantaggio di circa 17” su Simone Consonni (Cofidis) e Nicolas Roche (Team Dsm). «Il gruppo invece se l’è presa comodissima per recuperare le forze in vista delle due tappe di montagna conclusive e della cronometro di Milano di domenica. La maglia rosa Egan Bernal (tenuta al coperto dai compagni della Ineos dopo la crisi di Sega di Ala) e i suoi sfidanti Caruso (secondo) e Yates, terzo, sono arrivati a oltre 23 minuti» [Bonarrigo, CdS]. Nibali è riuscito a ripartire nonostante la violenta botta al braccio destro rimediata nella caduta di mercoledì. Costretto al ritiro invece Giulio Ciccone.
Annullati gli Europei di ciclismo a Minsk
I campionati europei di ciclismo su pista, in programma a Minsk dal 23 al 27 giugno, sono stati annullati a causa delle ricadute politiche dovute al dirottamento di un aereo di linea Ryanair attuato dal regime bielorusso. L’ha deciso l’Unione europea del ciclismo.

Il malloppo dei vitalizi: i pregiudicati all’incasso

Il malloppo dei vitalizi: i pregiudicati all’incasso

Indietro tutta. Con la delibera di Palazzo Madama che ha restituito il vitalizio a Roberto Formigoni, condannato a 5 anni e 10 mesi per corruzione, brindano anche tutti gli altri ex senatori condannati per mafia, terrorismo o reati contro la Pubblica amministrazione, a cui l’assegno era stato revocato nel 2015 per volere dell’allora presidente del Senato Pietro Grasso. Presto infatti anche per loro verrà meno la revoca e dunque torneranno a percepire l’assegno mensile, nell’attesa che il Senato si esprima anche sulla marea di ricorsi presentati – grazie allo zelante avvocato Maurizio Paniz, a sua volta ex parlamentare – da tutti quelli a cui il vitalizio è stato ricalcolato secondo il sistema contributivo.

Intanto però per i condannati tutto torna come prima e pure le vedove di alcuni di loro potranno ricevere l’agognata reversibilità. Non solo: gli interessati avranno indietro anche gli arretrati, ovvero gli assegni non percepiti in questi sei anni, al netto dei soldi già incassati da coloro i quali si erano già fatti restituire la quota accumulata in base ai contributi versati.

Silvio Berlusconi. B. è il più noto tra gli ex senatori condannati. Nel 2013, dopo un’infinita serie di processi conclusa tra prescrizioni, assoluzioni e leggi ad personam, la Cassazione ha confermato la condanna a 4 anni per frode fiscale nel processo Mediaset. Fino ad allora, Berlusconi aveva diritto a un assegno da circa 8 mila euro che ora potrà pretendere di nuovo.

Marcello Dell’Utri. Sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa non sono abbastanza per revocare l’assegno allo storico braccio destro di Berlusconi. Tutt’oggi pluri-indagato – nonché condannato in primo grado a 12 anni nel processo sulla trattativa Stato-mafia – al momento della delibera Grasso del 2015 Dell’Utri percepiva 4.985 euro al mese dal Senato, di cui ha fatto parte dal 2001 al 2013.

Vittorio Cecchi Gori. Sono invece diversi i guai finanziari in cui è incappato Cecchi Gori, l’ex magnate del cinema e storico presidente della Fiorentina negli anni 90. Vicende che lo hanno portato ad alcune condanne passate in giudicato per cui il Senato, nel 2015, decise la revoca dei suoi 3.400 euro di vitalizio. Senatore per sette anni con il Partito popolare, soltanto l’anno scorso per Cecchi Gori è arrivata l’ultima amarezza giudiziaria: la Cassazione ha confermato la condanna a 5 anni e 6 mesi per il crac della casa di produzione Safin.

Ferdinando Di Orio. La condanna definitiva di Di Orio, ex senatore Pds in carica dal 1994 al 2001, è successiva alla delibera Grasso. È stato dunque uno degli ultimi a perdere l’assegno, che ora potrà ri-ottenere nonostante la Cassazione gli abbia inflitto 2 anni e 6 mesi per il reato di induzione indebita: da rettore dell’Università dell’Aquila, Di Orio aveva costretto un suo docente, il medico Sergio Tiberti, a versargli denaro per non incorrere in possibili conseguenze negative per la sua carriera accademica.

Vincenzo Inzerillo. Poco meno di due anni in Senato valgono 2.381 euro di assegno mensile a vita. Così Vincenzo Inzerillo, ex Dc, ha messo a frutto i suoi 722 giorni passati in Parlamento tra il 1992 e il 1994, prima che Tangentopoli spazzasse via la Prima Repubblica. Ma non Inzerillo, che ora tornerà a percepire il vitalizio senza badare alla condanna definitiva a 5 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa.

Franco Righetti. Centrista per due legislature con la passione per gli affari immobiliari, Righetti non percepisce più l’assegno di Palazzo Madama da sei anni. Ma la sentenza Formigoni apre la strada al maxi-risarcimento anche per lui, che fino al 2015 prendeva 3.408 euro al mese.

Ottaviano Del Turco. Ministro, presidente dell’Abruzzo e senatore per otto anni, Del Turco è stato condannato in via definitiva a 3 anni e 11 mesi per induzione indebita alla fine di una lunghissimo processo sulla Sanità della sua Regione. La vicenda del vitalizio di Del Turco si trascina da mesi, perché l’ex senatore ha continuato a percepire i 5.500 euro – al netto di qualche congelamento provvisorio – nonostante la condanna definitiva, perché ammalato di Parkinson e Alzheimer e perché si è dichiarato indigente. Circostanza smentita da un Isee da 137 mila euro e 92 mila euro di reddito. A scanso di polemiche, Del Turco adesso potrà riavere tutti i soldi.

Reversibilità. Ci sono poi le famiglie di alcuni ex senatori defunti pronte a ricevere di nuovo gli assegni. Si tratta dei parenti di Antonio Girfatti (Forza Italia), Giorgio Moschetti (Dc), Giuseppe Ciarrapico (già senatore del Popolo della Libertà e noto anche per essere stato presidente della Roma) e Pasquale Squitieri, eclettico regista e senatore di Alleanza nazionale per una sola legislatura.

Gli altri. Da sottolineare, poi, come la sentenza Formigoni chiuda ogni dubbio anche su quegli ex senatori che il vitalizio non lo hanno mai perso nonostante abbiano commesso gravi reati. La delibera di Palazzo Madama del 2015, infatti, escludeva dalla perdita dell’assegno coloro i quali avevano patteggiato la condanna entro quella data, senza dunque essere stati condannati dopo al termine del processo. Parliamo di Luigi Grillo, ex Dc e FI condannato per associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, corruzione aggravata e utilizzazione di segreti d’ufficio (10 mila euro al mese di vitalizio); Giovanni Di Benedetto, Dc sparito dalla politica con una serie di condanne (tra cui corruzione aggravata) ma con i suoi 1.600 euro al mese garantiti dal Senato; il leghista Piergiorgio Stiffoni, 7 mila euro al mese nonostante la condanna per peculato; e Salvatore Marano, ex senatore forzista esperto – suo malgrado – di reati finanziari. Per tutti loro, dal prossimo mese ci sarà un po’ di compagnia in più tra i “vitaliziati”.