giovedì, 19 Settembre 2024
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La presidente della Corte d'Assise Stefania D'errico durante la lettura della sentenza al processo chiamato Ambiente Svenduto sull'inquinamento ambientale prodotto dallo stabilimento siderurgico a Taranto, 31 maggio 2021. FOTO RENATO INGENITO/ANSA

Fabio e Nicola Riva sono stati condannati a 22 e 20 anni di carcere/le Autostrade tornano allo Stato./Il piccolo Eitan non è più in pericolo di vita./L’Agenzia Italiana per il Farmaco ha autorizzato la somministrazione del vaccino di Pfizer anche agli adolescenti tra i 12 e i 15 anni

MARTEDì 1 GIUGNO 2021

Maxi condanne per Riva e soci: l’ex Ilva ha avvelenato Taranto

Maxi condanne per Riva e soci: l’ex Ilva ha avvelenato Taranto

Pene dure – 26 condanne, 280 anni totali di carcere per punire un sistema: gli ex proprietari, i manager e la politica compiacente

di  | 1 GIUGNO 2021

Taranto è stata avvelenata dalle emissioni nocive prodotte dallo stabilimento Ilva gestito tra il 1995 e il 2012 dalla famiglia Riva. Lo ha stabilito la Corte d’assise di Taranto con la sentenza di primo grado nella quale ha inflitto 26 condanne e 280 anni totali di carcere. Un verdetto pesante, con condanne che superano i 20 anni di reclusione. Al di là dei numeri, la sentenza ha confermato l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere in grado di garantire a Ilva leggi e provvedimenti a essa favorevoli, capaci di neutralizzare la necessità di investimenti costosi per abbattere l’inquinamento o per rendere gli impianti più sicuri per gli operai. L’associazione che aveva al vertice Nicola e Fabio Riva, condannati rispettivamente a 20 e 22 anni di carcere, poteva contare su esponenti del mondo politico, istituzionale, della stampa, delle organizzazioni sindacali, del settore scientifico per concordare soluzioni a basso costo. Tutti alla corte dei Riva.

La logica del massimo profitto al minimo sforzo economico, così, è diventata la causa del disastro ambientale tarantino, dell’avvelenamento di sostanze alimentari che ha costretto le autorità sanitarie ad abbattere oltre 2mila ovini contaminati da diossina e PCB e anche di almeno due incidenti mortali in cui hanno perso la vita due operai poco più che ragazzi: Claudio Marsella e Francesco Zaccaria.

Ieri la Corte d’assise ha presentato il conto. Pesante. Oltre alle condanne per i Riva, il verdetto ha condannato anche una parte della politica: tre anni e 6 mesi per l’ex governatore Nichi Vendola, colpevole di concussione per le pressioni esercitate su Giorgio Assennato, l’ex dg di Arpa Puglia ritenuto troppo severo con la fabbrica. E poi 3 anni per l’ex presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido e l’allora assessore all’ambiente Michele Conserva: anche loro avrebbero fatto pressioni sui dirigenti per concedere l’Autorizzazione integrata ambientale alla discarica interna dell’Ilva, che in realtà è stata concessa dopo il sequestro dal governo con uno dei tanti decreti salva-Ilva. La prescrizione invece è intervenuta per numerosi imputati. Tra questi il senatore Nicola Fratoianni, all’epoca dei fatti assessore regionale, che rispondeva di favoreggiamento nei confronti di Vendola e per il quale la Procura aveva chiesto la condanna a 1 anno di reclusione. E prescrizione anche per l’attuale assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia, che invece era accusato di favoreggiamento nei confronti di Girolamo Archinà, il potentissimo dirigente che tesseva le trame per combattere i nemici dell’Ilva e che ieri ha rimediato una condanna a 21 anni e mezzo di reclusione.

È stato invece assolto dall’accusa di omissione in atti d’ufficio l’ex sindaco di Taranto Ippazio Stefàno: l’accusa era di non aver adottato alcun provvedimento contro Ilva, nella sua qualità di massima autorità sanitaria del territorio, nonostante fosse pienamente a conoscenza delle “criticità ambientali”. La Procura aveva ritenuto il reato già prescritto, ma la Corte lo ha assolto nel merito perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. Assolto anche Bruno Ferrante, ex prefetto di Milano, a capo di Ilva per pochi mesi durante la bufera giudiziaria del 2012.

Il verdetto contiene inoltre le condanne (severe) per i dirigenti dello stabilimento tarantino: pene che vanno da un minimo di 11 anni a un massimo di 21 come nel caso dell’ex direttore Luigi Capogrosso. E infine condanna anche per i membri del cosiddetto “governo ombra”, la rete di fiduciari al servizio di Riva per massimizzare la produzione: a cinque di loro sono state inflitte condanne tra i 17 e i 18 anni di carcere.

La corte ha inoltre accolto la richiesta di confisca dei reparti dell’area a caldo e del profitto incassato grazie agli illeciti amministrativi contestati alle società coinvolte: 2,1 miliardi di euro. Una montagna di denaro cui si aggiungono i maxi risarcimenti che i processi civili dovranno quantificare per le vittime e le istituzioni costituite in giudizio. Oltre 900 in totale: allevatori, mitilicoltori, abitanti del quartiere Tamburi, associazioni ambientaliste, familiari di operai deceduti e di cittadini colpiti da malattie legate all’inquinamento. Uno piccolo esercito di tarantini, che ieri ha sentito più vicino il significato della parola giustizia.

Clamoroso

Il pollice di una persona, scorrendo pagine sopra lo smartphone, percorre in media 83 chilometri all’anno, pari a quasi due maratone [Zanotti, Specchio].

In prima pagina

• Nel processo sull’inquinamento ambientale dell’Ilva di Taranto Fabio e Nicola Riva sono stati condannati a 22 e 20 anni di carcere; per Nichi Vendola tre anni e mezzo. Confiscati gli impianti

• A tre anni dal crollo del Ponte Morandi, le Autostrade tornano allo Stato. Atlantia ha detto sì all’offerta di Cassa Depositi e Prestiti. Ai Benetton 2,4 miliardi

• Il piccolo Eitan non è più in pericolo di vita. Oggi lascia la rianimazione

• L’Ocse alza le stime sulla crescita del Pil italiano: +4,5% nel 2021 e +4,4% nel 2022. Quest’anno il debito pubblico arriverà al 160%

• Sono morti due operai: il primo, 54 anni, è precipitato in una botola in una fonderia del Bresciano; l’altro, di 60, è stato travolto da un vagone di un’azienda del Torinese che produce traversine per le ferrovie

• C’è un terzo indagato per la morte di Luana D’Orazio: è il marito della titolare dell’azienda tessile di Montemurlo

• I morti per Covid registrati ieri sono 82. Il tasso di positività sale al 2,1%. I ricoverati in terapia intensiva sono terapia intensiva sono 1.033 (-28), le persone vaccinate 12.013.381 (il 20,14% della popolazione)

• L’Agenzia Italiana per il Farmaco ha autorizzato la somministrazione del vaccino di Pfizer anche agli adolescenti tra i 12 e i 15 anni

• Gli Stati Uniti avrebbero spiato Angela Merkel con l’aiuto dei servizi segreti danesi

• In Cina le coppie potranno avere tre figli. Finora era permesso averne al massimo due

• In una galleria d’arte di Milano una «scultura immaginaria» è stata venduta all’asta per 15 mila euro

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