Antonio Padellaro Adesso il movimento rischia davvero la dissoluzione
Poiché è molto probabile che in mancanza di fatti nuovi, lunedì, Giuseppe Conte metta la parola fine al suo tentativo di guidare i 5Stelle, penso che nelle prossime ore chi può non dovrà lasciare nulla d’intentato per convincere Beppe Grillo che sta commettendo un gigantesco, drammatico errore. La sua uscita sgangherata, e per molti versi autolesionista, contro Conte davanti ai gruppi parlamentari M5S assomiglia in modo impressionante al famoso video, sgangherato e sicuramente autolesionista, diffuso in mondovisione in difesa del figlio Ciro. Con la differenza che adesso non tutto è irrimediabile purché chi ne ha le capacità faccia ragionare l’Elevato convincendolo che il Movimento privato della guida di Conte in modo così traumatico (e offensivo) rischia l’implosione e quindi l’inevitabile dissoluzione. È in gioco anche la stabilità del governo Draghi, ragion per cui ministri come Di Maio e Patuanelli sapranno già cosa fare. Dispiace usare un linguaggio da pronto soccorso nei confronti di un personaggio che ha creato dal nulla una straordinaria esperienza politica, ma questo è quanto.
Andrea Scanzi Psico-beppe gioca a fare il tiranno e distrugge tutto
Grillo è un artista straordinario. Un visionario sublime. Un animale da palcoscenico raro. Purtroppo, come tutti gli iper-talentuosi, vive di up & down. E il down attuale, che dura dalla resa incondizionata nella trattativa con Draghi, è imbarazzante. Già solo per aver scambiato Draghi e Cingolani per “grillini”, lo PsicoBeppe dovrebbe nascondersi per anni. Invece parla, sbraita e gioca al tiranno che, pur di non cedere il regno, preferisce distruggere tutto.
La scena di giovedì è stata da vomito: lui che sfotte Conte, fa il ganassa e scambia uno snodo fondamentale della politica italiana per un monologo al Palafava di Vitiano. Penoso. Grillo sta bombardando l’uomo che ha scelto lui (bipolarismo sfrenato) e l’unico politico che può salvare i 5Stelle. Genio! Senza il Movimento 5 Stelle, Conte può fare quello che vuole. Senza Conte, il M5S può andare al massimo affanculo. Ripijate, Grillo: meglio uscire (un po’) di scena che sembrare il mezzo rincoglionito che si evira per far dispetto alla moglie.
Franco Monaco Così salta l’asse 5s-Pd e si dà il paese alla destra
È sorprendente la linea di comportamento di Grillo. In tutti i passaggi cruciali, a dispetto delle sue iperboli, Grillo si è mostrato non solo decisivo, ma politicamente avveduto; riesce evidente che, per venire a capo delle sue convulsioni, il M5S non ha altra strada che quella di affidarsi alla leadership di Conte con il capitale di consenso; questa è la via per dare corso a un processo politico imperniato sull’asse M5S-Pd, la sola via alternativa a quella di consegnare il paese a una destra non rassicurante ma largamente favorita; di tale circostanza sembrava che Grillo fosse il più consapevole quando propose a Conte la guida di una fase nuova del movimento (rifondazione, si disse); Conte è la figura giusta in quanto quel processo di maturazione del M5S dovrebbe far leva su tre elementi: cultura di governo, democrazia interna, inequivoca scelta di campo. Non si comprende come questa prospettiva possa farsi strada mortificando sino all’umiliazione Conte, limitandone l’autonomia personale e politica. Lungo questa strada c’è il rischio che il creatore del M5S si trasformi nel suo affossatore.
Barbara Spinelli A oggi il fondatore è tra i responsabili del conticidio
Per come ha saputo gestire l’emergenza Covid, primo in occidente, e ottenere un Recovery Fund finanziato dall’indebitamento comune degli Stati Ue (qualcosa di impensabile prima di lui, e probabilmente irripetibile) Giuseppe Conte era, e resta, l’uomo più adatto a rifondare e guidare il Movimento 5 Stelle. Il più adatto a preservare la scabrosa alleanza con il Pd, in un’epoca che sotto la guida di Draghi sta appiattendo/azzerando tutti i partiti e quasi tutta la stampa. Sono in tanti, nel Pd, a esultare più o meno segretamente di fronte all’autodafé dei Cinque Stelle, prima forza politica in Parlamento e componente cruciale di un fronte alternativo alle destre.
L’idiozia dei demolitori – Grillo in primis, oggi – è senza fine e lascia trasecolati. S’illude chi pensa ci sia del metodo, nell’offensiva autolesionista sferrata da chi ieri definiva Draghi un grillino, e ora vede in Conte un usurpatore. Il Conticidio di Travaglio include da oggi la figura di Grillo, nella lista dei potenziali accoltellatori.
Nadia Urbinati Draghi resta blindato ma chi farà il leader del M5S?
Una rottura tra Conte e Grillo e un passo indietro dell’ex premier sarebbe un disastro, una iattura, e non so nemmeno se convenga al fondatore. Grillo vuole una diarchia, ma non è detto che Conte accetti. A ogni modo una frattura probabilmente non produrrebbe effetti sul governo Draghi perché è blindato in Parlamento e anche se Conte decidesse di fondare un suo partito non uscirebbe dall’esecutivo in questo momento. Se l’ex premier decidesse di non fare il leader, la rottura invece sarebbe dentro il Movimento , che si spaccherebbe in due: bisognerebbe vedere chi sta con Conte e chi sta con Grillo. Io non so se Conte abbia voglia a quel punto di fare un suo partito, ma dall’altra parte nemmeno Grillo può fare il leader politico-istituzionale quindi, in caso di rottura, i 5 Stelle dovrebbero trovarsi un altro leader.
Inoltre tutto questo sarebbe un problema sul fronte dell’alleanza con il Pd: Conte è la figura di stabilità, di sicurezza, perché ha rapporti personali con molti dem e quindi, dopo un anno e mezzo di governo insieme, loro hanno fiducia nei suoi confronti. In caso di rottura sarebbe tutto più difficile.
Piero Ignazi L’ex premier non avrà molte chance senza i 5 Stelle
Quando Conte ha annunciato il suo progetto di partito e di organizzazione ha delineato un tradizionale partito novecentesco. E Grillo non poteva starci: una ricalibratura, che si fondi sulle strutture innovative del Movimento, serve da parte di Conte. Però penso che se Conte decidesse di fare un passo indietro sarebbe un cataclisma su tutti i fronti. Su quello dell’alleanza, del governo e andremmo verso un panorama diverso rispetto a quello che avevamo pensato. Avremmo un M5S che torna alle origini e un’altra parte che potrebbe seguire Conte. Ma io penso che Conte da solo senza i 5Stelle non abbia molte possibilità. Con chi potrebbe fare un suo partito? Dubito che tanti 5Stelle abbandonino Grillo visto che il Movimento è la sua creatura.
Sul governo, i 5S potrebbero irrigidirsi dato che fin qui sono stati dei tappetini: verrebbero fuori posizioni critiche. E questo può essere un problema perché il M5S è l’ossatura dell’esecutivo. Sul fronte dell’alleanza con il Pd le cose si complicano: un conto è avere un rapporto con un pragmatico (Conte), un altro con un visionario (Grillo).
O Grillo cambia ruolo o Conte cambia strada
di Nicola Ferri | 26 GIUGNO 2021
La disputa tra il Garante Beppe Grillo e Giuseppe Conte, che sta assumendo i contorni da ultima spiaggia, verte sui poteri che anche il nuovo Statuto dovrebbe attribuire al Fondatore del Movimento 5 Stelle. Ciò nel segno della continuità con la disciplina attuale che all’art. 8 prevede tra gli organi pentastellati – Assemblea, Comitato direttivo, Comitato di garanzia, Collegio dei Probiviri, Tesoriere – la figura del “Garante”, eletto mediante consultazione in Rete all’interno di una rosa di candidati non inferiore a tre proposta dal Comitato di garanzia.
Circa il ruolo del Garante, un vero e proprio Alto commissario superiorem non recognosens, l’ex premier, designato dagli attuali reggenti quale futuro Capo politico del M5S, ritiene (non senza ragione) politicamente, giuridicamente e razionalmente inammissibile che venga istituito nella nuova compagine associativa un organo decisionale dotato di quei pieni poteri che Grillo ha rivendicato per sé anche nella recente assemblea dei parlamentari, quale vecchio/nuovo “Garante”, una figura incompatibile con quella del Capo politico. Perché di questo si tratta, ove si consideri che attualmente:
1) Grillo “È il custode dei valori fondamentali dell’azione politica dell’Associazione. In tale spirito esercita con imparzialità, indipendenza e autorevolezza le prerogative riconosciute dallo Statuto”.
2) A Grillo “è attribuito il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, dello Statuto.
3) Grillo resta in carica a tempo indeterminato, salvo revoca adottata a maggioranza assoluta dal Comitato di Garanzia ratificata dalla Rete.
4) Grillo ha il potere esclusivo di proposta per la nomina del Collegio dei probiviri e del Tesoriere, e di denuncia per l’applicazione di sanzioni disciplinari agli iscritti.
Se dovesse prevalere la volontà del Padre fondatore, non si vede come Conte possa costituire, sotto la propria guida di Capo politico, il nuovo Movimento 5 Stelle il quale, secondo il vigente ordinamento riguardante i partiti politici, i Sindacati e i Gruppi parlamentari assumerebbe la forma giuridica, i contenuti e le finalità delle associazioni non riconosciute, persone giuridiche ai sensi degli artt. 36-42 del codice civile, nelle quali non sono previsti “Garanti” investiti di così ampi poteri e dove i ruoli decisionali, secondo gli Statuti, sono distribuiti tra il presidente-rappresentante legale, l’assemblea, il comitato direttivo e gli amministratori, e dove i rappresentanti dell’associazione rispondono anche personalmente e solidalmente delle obbligazioni della stessa.
Delle due l’una: o Grillo accetta di ricoprire un ruolo meramente rappresentativo dotato di moral persuasion (tipo presidenza onoraria) lasciando al Capo politico Conte quei poteri decisionali che, di norma, gli statuti conferiscono ai Segretari dei Partiti, oppure l’ex comico resta fermo nella sua rivendicazione (chiedendo magari l’avallo dell’assemblea degli iscritti), che metterebbe in netta subordinazione la figura del Capo politico.
In tal caso è assai probabile che Conte si sentirà obbligato a scegliere altre strade.