CALDO TORRIDO, ECONOMIA E … ARIA CONDIZIONATA -(relazioni causa-effetto) di Vincenzo Gisondi
Il recente rapporto ONU sul riscaldamento globale evidenzia come il mese appena trascorso, storicamente il più caldo dell’anno, nel 2021 lo sia stato in senso assoluto superando sé stesso. Il risultato dei lavori cui hanno partecipato oltre 230 scienziati ed altri studiosi del settore specializzati nel climate change è servito a trasmettere ai decisori politici “le ultime conoscenze acquisite sul riscaldamento globale e sulle proiezioni future mostrando come e perché il clima è cambiato fino ad oggi”.
Il pianeta ha tempo fino al 2030 per evitare di surriscaldarsi e raggiungere la soglia di 1,5 gradi sopra i livelli pre industriali. Sono stati, poi, esaminati gli impatti del global warming ed, infine, le soluzioni per ridurre le emissioni dei gas serra.
Nell’anno in corso con temperature massime stabilmente sopra i 40 gradi in Italia e minime oltre la media storica, registriamo come le emissioni di gas serra provenienti dalle attività umane siano responsabili di circa 1,1°C di riscaldamento rispetto al periodo 1850-1900.
L’ultimo monito al cambiamento epocale di cui tutti dobbiamo farci carico l’ha lanciato pochi giorni fa il responsabile del Ministero della Transizione ecologica Roberto Cingolani affermando che senza profonde modifiche nei comportamenti “il corrente decennio è quello decisivo per evitare il presentarsi di scenari insostenibili e letali”. Il Ministro ha evidenziato il peggioramento di tutti i parametri osservati e la necessita della riduzione dei gas serra come previsto dagli ultimi accordi di Parigi.
In Italia si è registrato pochi giorni fa il record della città più calda d’Europa con Siracusa dove il termometro si è fermato a 48,8 gradi.
In Siberia si combatte per spegnere il rogo più grande della storia della Terra, il più vasto tra tutti quelli attivi mentre scriviamo: un milione e mezzo di ettari di boschi sono investiti da un fronte di fuoco che si muove su una linea di duemila chilometri. “Le fiamme sono fuori controllo ed ormai nessuno sforzo umano può contenere il fuoco”. A lanciare l’allarme è Greenpeace Russia con i vigili del fuoco che ormai si affidano solo alla pioggia in una regione nota per le sue temperature polari, ma oggi investita da siccità con temperature oltre i 40 gradi.
La soluzione di questioni geopolitiche importanti e complesse non riguarda un singolo stato, ma uno sforzo globale; richiede sacrifici chiari, condivisi e distribuiti con chiarezza per il raggiungimento di quei risultati positivi che tutti auspichiamo.
La portata globale dell’argomento si collega ad uno studio del Professore statunitense Derek Lemoine dell’Università dell’Arizona che evidenzia come la realtà americana di questi giorni nei quali incendi, morti e peggioramento delle condizioni di siccità hanno raggiunto livelli record in tutti i tempi, abbia un effetto ben più ampio sull’economia.
Egli ha condotto uno studio su diversi e corposi lavori sul clima ed il cambiamento climatico ed le sue conseguenze sull’economia in generale arrivando ad individuare quattro. E c’è anche una mezza buona notizia!
La crescita economica è danneggiata duramente ed in maniera diretta dal caldo estremo. Citando l’esempio degli Stati Uniti il professore nota come la crescita delle economie dei suoi singoli stati rallenti durante le estati in cui la temperatura media è più alta del normale. In particolare i settori come l’edilizia i cui operatori sono più esposti alle alte temperature previste all’aperto, soffrono maggiormente di rispetto ad altri settori come i servizi, la finanza o le vendite al dettaglio che si svolgono al chiuso. Resta il dato generale di una ridotta produttività generale quando fuori fa caldo.
In secondo luogo, l’agricoltura con le colture che si svolgono all’aperto è, più di ogni altro settore, esposto alle intemperie e vede i propri raccolti ridursi drasticamente al crescere delle temperature. Si stima che temperature comprese tra i 29-32 gradi rendono possibile la realizzazione di certe colture, come mais, soia e cotone; produzioni che si riducono drasticamente quando si alzano i termostati.
Il professore ha notato che un aumento di due gradi Celsius di riscaldamento eliminerebbe il profitto di un acro (4.046 mq) di terreno negli Stati Uniti orientali. Come quando l’ondata di caldo che colpì la Russia nel 2010 provocò un amento del prezzo del grano in tutto il mondo.
Il caldo fa, poi, aumentare il consumo di energia necessaria per le persone che gestiscono i propri condizionatori e le imprese le loro apparecchiature di raffreddamento. L’incremento della diffusione e dell’uso di condizionatori d’aria presso famiglie mette sotto stress le reti elettriche che possono subire blackout dovendo soddisfare un traffico energetico sempre maggiore. Le aziende possono trovarsi nelle condizioni di spegnere i condizionatori o incrementarne la potenza per non veder andare a male le loro scorte o i propri prodotti in vendita.
I blackout verificatisi in California nel 2019 impattarono sull’economia statunitense per 10 miliardi di dollari.
La ricerca ha, infine, dimostrato come l’istruzione e i guadagni soffrano nel lungo termine per l’incremento delle temperature. Da alcune evidenze empiriche emerge che le alte temperature riducono la capacità di apprendimento dei bambini, in particolare riducendo la capacità di risolvere test di matematica coerentemente con il modo in cui diverse regioni del cervello rispondono al caldo. Ne consegue una ripercussione negativa sui futuri guadagni degli studenti.
La ricerca ha calcolato ad esempio una riduzione dell’apprendimento dell’1% nelle scuole senza aria condizionata se in quell’anno scolastico la temperatura media è stata più alta dell’1%; minore apprendimento significano minori guadagni nel corso della vita e minore crescita economica complessiva.
Addirittura in uno studio è emerso che un incremento del calore cui sono sottoposti i feti ha avuto l’effetto di ridurre i guadagni del nascituro nei successivi trent’anni di vita. Come a dire, il caldo estremo impatta sullo sviluppo ancor prima della nascita.
L’aria condizionata può compensare questi effetti ? La risposta dello studioso americano è negativa. L’incremento delle temperature rallenta la crescita economica. Il condizionatore è un palliativo.
Nel senso che può far morire meno persone, favorire un migliore apprendimento per gli studenti e danneggiare meno feti. Ma se ci fosse in ogni famiglia o scuola americana costituirebbe una panacea e non la soluzione di un problema, visto che non tutte potrebbero permetterselo e la conseguente richiesta di incremento dell’installazione di condizionatori porterebbe, si stima, entro il 2100 una crescita dell’83% del consumo energetico residenziale a livello globale.
Ecco il cane che si morde la coda: se quel maggiore consumo energetico provenisse da combustibili fossili ciò contribuirebbe ancor di più al riscaldamento globale riportandoci al punto di partenza: un incremento della domanda di refrigerio ed un’amplificazione delle ondate di calore.
Dott. Vincenzo Gisondi
Consulente Finanziario iscritto all’OCF
EFA – European Financial Advisor Caserta
Cell. +39 347 7556975