PROCESSO ANTROPOLI: IL MEDICO EX SINDACO RIBADISCE, LA TALPA DELLA PROCURA? MA ERA UN GIORNALISTA. BACCHETTATO PERCHE’ OFFENDEVA ANCHE MAGISTRATI PARLANDO AL TELEFONO SOTTO INTERCETTAZIONE
di Ferdinando Terlizzi
Dopo circa due anni dall’arresto l’ex sindaco di Capua Carmine Antropoli, compare sul banco degli imputati per l’esame dell’accusa e della difesa e rispondendo alle domande degli avvocati e del pm, ribadisce di essersi occupato degli appalti “solo nell’ultima parte del mio secondo mandato, ma semplicemente per assicurarmi che le opere andassero avanti. Peraltro non avrei potuto neanche indirizzare gli appalti, visto che appena fui eletto, nel 2006, feci aderire il Comune di Capua alla Stazione Unica Appaltante; se qualche appalto non è passato dalla Suap è perché era stato fatto dal sindaco che mi aveva preceduto o perché si trattava di appalti sotto soglia. In un’altra circostanza inoltre abbiamo proceduto ad assegnare un appalto senza la Suap, quando la Regione nel 2015 fece il decreto per l’accelerazione della spesa, per cui per spendere dei fondi pubblici dovevamo accelerare le procedure e non potevamo dunque passare per la Suap, altrimenti avremmo perso i fondi”.
LA PRECISAZIONE SULLA TALPA E LE OFFESE AI MAGISTRATI
Per la seconda volta – dopo la dichiarazione spontanea resa nel corso di qualche udienza fa, l’ex sindaco di Capua ha precisato – a proposito della notizia imminente, all’epoca, dell’arresto di Biagio Di Muro – che non ci fu nessuna «talpa» della Procura a riferirgli ciò, bensì una notizia appresa da una collaboratrice di una testata locale, tale Marilena Natale incontrata nel corso di un evento pubblico. Notizia che circolava a quanto pare negli ambienti politico – giudiziari.
Su questa circostanza l’ex sindaco è stato incalzato dal pm Giordano che ha tenuto a ricordare anche alcune intercettazioni in cui Antropoli, nel parlare con alcune persone, si lasciava andare a frasi offensive nei confronti della magistratura del tipo … ‘sti magistrati so tutti scemi’ o qualcosa del genere …
LE ELEZIONI DEL 2016
Per quanto concerne le contestate elezioni del 2016, in cui Antropoli non si presentava avendo già fatto due mandati come sindaco, ma sosteneva il candidato Giuseppe Chillemi che poi perse, l’ex sindaco ha parlato dell’episodio contestatogli dalla Procura e avvenuto prima della comunali nel suo studio medico, dove – secondo l’accusa – avrebbe fatto prendere a schiaffi da Francesco Zagaria un avversario politico, intimandogli di ritirarsi dalle elezioni, cosa poi di fatto avvenuta.
“L’incontro nel mio studio non era programmato – ha riferito il medico-chirurgo – me li ritrovai allo studio, ma dopo lo schiaffo li cacciai via tutti”.
Sul rapporto tra Antropoli e Francesco Zagaria, ritenuto molto stretto dalla Dda e andato avanti negli anni, secondo l’accusa, attraverso svariati incontri avvenuti tra i due allo studio del medico, Antropoli ha ammesso che “conoscevo Zagaria perché era un mio paziente, e veniva nel mio studio, ma non è vero come sostiene l’accusa che i certificati medici emessi nei suoi confronti fossero falsi e rappresentassero un modo per giustificarne la presenza; Zagaria aveva la patologia riportata nei certificati, basta farli una visita per accertarlo”.
“Da Zagaria – ha proseguito Antropoli – non ho mai ricevuto alcuna protezione né soldi per le elezioni come lui stesso ha raccontato. Peraltro, nei suoi racconti, non ha mai parlato di un grave furto che subìì nel 2012 né delle elezioni politiche del 2013 in cui mi candidai ed ebbi spese elevate”.
Antropoli ha prodotto la propria dichiarazione dei redditi sia come chirurgo ospedaliero sia come imprenditore (ha brevettato alcune pomate) per testimoniare di non aver bisogno di soldi per la campagna elettorale. L’ex sindaco ha poi rigettato l’altra accusa secondo cui il clan avrebbe sostenuto, anche economicamente, la sua compagna Lucrezia Cicia (non indagata in questa vicenda) alle Regionali del 2015. “La mia compagna non ha ricevuto sostegno – ha detto Antropoli – anzi è stata vittima del clan per quanto riguarda l’affissione dei manifesti; e per questi fatti tre persone sono state anche condannate”. “Non mi sono mai occupato di appalti se non nella fase finale del mio secondo mandato per assicurarmi che le opere pubbliche avviate venissero ultimate, e non sapevo che Francesco Zagaria fosse un affiliato alla camorra, ma era un mio paziente”.
Si è difeso così l’ex sindaco di Capua Carmine Antropoli, primario all’ospedale Cardarelli di Napoli, al processo in corso al tribunale di Santa Maria Capua Vetere – corte d’assise – in cui è imputato per concorso esterno in associazione camorristica; Antropoli ha risposto alle domande dei suoi avvocati Mauro Iodice e Vincenzo Maiello e del pm della Dda di Napoli Maurizio Giordano nel corso di un esame protrattosi per parecchie ore.
Antropoli fu arrestato nel febbraio 2019 e passò quattro mesi in carcere e tre ai domiciliari, tornando completamente libero nel successivo mese di settembre. Per la Procura antimafia, il clan dei Casalesi avrebbe condizionato le elezioni comunali di Capua del 2016 attraverso la figura di Francesco Zagaria (anch’egli arrestato con l’ex sindaco), imprenditore edile ritenuto vicino al clan dei Casalesi, in particolare alla fazione guidata dal boss quasi omonimo Michele Zagaria (i due non sono parenti), divenuto dopo l’arresto collaboratore di giustizia e accusatore dello stesso Antropoli; per la Dda inoltre l’ex sindaco avrebbe stretto un accordo non solo con Zagaria ma anche con il clan Schiavone tramite il referente sul territorio capuano Martino Mezzero, assicurando al clan appalti durante i dieci anni, dal 2006 al 2016, in cui ha governato Capua.
Antropoli ha però contestato tutte le accuse che gli sono state mosse, spiegando che “quando ero sindaco era comunque molto impegnato in ospedale, così delegavo assessori e dirigenti, e degli appalti non mi occupavo”.
Con Antropoli sono imputati gli ex amministratori locali Marco Ricci e Guido Taglialatela e lo stesso Francesco Zagaria, che risponde anche di concorso nel duplice omicidio di Sebastiano Caterino e Umberto De Falco, commesso a Santa Maria Capua Vetere il 31 ottobre 2003.