CHI DI SPADA FERISCE DI SPADA PERISCE
di Ferdinando Terlizzi
Da carcerieri a carcerati… subiranno il processo nello stesso carcere e in particolare nell’aula bunker dove si terrà l’udienza preliminare fissata per il 15 dicembre per le violenze commesse da agenti della polizia penitenziaria nel carcere sammaritano il 6 aprile 2020.
Gli agenti che pestarono i detenuti nel carcere di Santa Maria capua Vetere subiranno il processo nello stesso carcere e in particolare nell’aula bunker del penitenziario che sarà usato per ragioni di spazio per celebrare l’udienza preliminare fissata per il 15 dicembre prossimo davanti al gup Pasquale De Angelis.
La Procura di Santa Maria Capua Vetere infatti per la vicenda delle violenze in carcere ai danni dei detenuti ha chiesto il rinvio a giudizio per 108 tra agenti e funzionari dell’amministrazione penitenziaria.
Per 12 indagati ha chiesto l’archiviazione ma è probabile che ai 12 venga comunque notificato un decreto penale di condanna a pena pecuniaria per non aver, in qualità di pubblici ufficiali, denunciato quello che stava accadendo in carcere.
L’udienza preliminare si terrà mercoledì 15 dicembre (9.30). Al centro della vicenda le violenze commesse da agenti della polizia penitenziaria nel carcere sammaritano il 6 aprile 2020.
Tra coloro che rischiano il processo vi sono Pasquale Colucci, comandante del Nucleo Operativo Traduzioni e Piantonamenti del centro penitenziario di Secondigliano e comandante del gruppo ‘Supporto agli interventi’, tuttora agli arresti domiciliari; l’ex capo delle carceri campane Antonio Fullone, interdetto dal servizio; Tiziana Perillo, comandante del Nucleo Operativo Traduzioni e Piantonamenti di Avellino; Nunzia Di Donato, comandante del nucleo operativo ‘Traduzioni e piantonamenti di Santa Maria Capua Vetere; Anna Rita Costanzo, commissario capo responsabile del reparto Nilo (ai domiciliari); l’ex comandante della polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere, Gaetano Manganelli (ai domiciliari).
I reati contestati a vario titolo sono quelli di tortura, lesioni, abuso di autorità, falso in atto pubblico e cooperazione nell’omicidio colposo di un detenuto extracomunitario che riguarda 12 imputati.
Il generale Francesco Uccella, mio compagno d’infanzia e di scuola, al quale è stato degnamente intitolato il carcere sammaritano, si starà rivoltando nella tomba. Ciccio, che per anni ha insegnato alla scuola degli agenti di custodia, non avrebbe mai consentito una azione del genere da parte degli agenti di custodia. Anzi.