Pulci di notte di Stefano Lorenzetto
Appuntamento settimanale con il coltissimo Mephisto Waltz e l’omonima rubrica su Domenica, supplemento culturale del Sole 24 Ore: «Fu così che nel palindromo 18-11-18 apparve il primo Mephisto Waltz». Spiace contraddirlo, ma dicesi palindromo «parola, frase, verso, cifra che si possono leggere sia da sinistra che da destra». Oro è un palindromo, o Anna, o anilina, o radar, o inni. Ma 18-11-18 letto da destra verso sinistra diventa 81-11-81. Dopodiché «il satanello dal multiforme ingegno», come si definisce, cita alla carlona il primo canto dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto: «Piacciavi… a gradir questo che vuole darvi l’umile servo vostro», inanellando ben cinque errori su dieci parole, visto che i versi esatti sono questi: «Piacciavi, generosa Erculea prole, / ornamento e splendor del secol nostro, / Ippolito, aggradir questo che vuole / e darvi sol può l’umil servo vostro».
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Facendo le pulci a Marco Travaglio, in questa rubrica Stefano Lorenzetto indica Alessandro Sallusti come direttore del Giornale, salvo, tre notizie dopo, collocarlo alla direzione di Libero. Non è facile sbagliare e subito correggersi ma senza rendersene conto.
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Sul Corriere della Sera, in una pagina dedicata all’auto elettrica, Milena Gabanelli e Rita Querzè scrivono che alla Bosch di Bari «è stato inventato il diesel common rail». Non è così. Il sistema, ideato negli anni Trenta e già utilizzato sui motori navali e ferroviari durante la Seconda guerra mondiale, venne adattato all’auto grazie alla Fiat, con un gruppo di lavoro che coinvolgeva Magneti Marelli ed Elasis, società di ricerca della casa torinese affidata nel 1988 al fisico Mario Ricco. Il team di Elasis creò il brevetto, poi ceduto, per problemi finanziari, alla Daimler, che a sua volta coinvolse la Bosch.
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Titolo dal sito della Repubblica: «A Roma il 7 novembre 2021 è stato il giorno più caldo della storia. Raggiunti 26 gradi in città». Aveva ragione Bruno Martino: e la chiamano estate…
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Tobia De Stefano avverte su Libero (pagine di economia) che «ad Mps serve una svolta a 360 gradi». Tralasciando la d sovrabbondante, diremmo che una svolta a 360 gradi sia un caso di gattopardismo. O una manovra scriteriata che riporterebbe il Monte dei Paschi di Siena al punto di partenza.
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Alessandro Sallusti cita nel suo editoriale in prima pagina su Libero il direttore uscente del Tg1, «lo sconosciuto Giuseppe Carboni, collega che aveva l’unico merito di aver fino ad allora raccontato con malcelata enfasi le gesta dei grillini per il Tg2». I grillini hanno compiuto gesta per il Tg2? No? Allora bisognava scrivere che Carboni aveva «raccontato per il Tg2 con malcelata enfasi le gesta dei grillini».
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Titolo dalla Verità: «Con il Trattato del Quirinale finiremo per dare i fondi del Recovery a Parigi». C’è un Recovery a Parigi? No? Allora bisognava scrivere: «Finiremo per dare a Parigi i fondi del Recovery».
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Titolo dal sito del Sole 24 Ore: «Auto circolanti, Napoli fanalino di coda». Testo: «La città dell’Etna è fanalino di coda anche sul tasso di motorizzazione, con ben 78 automobili circolanti ogni 100 abitanti». Vesuvio, inceneriscili!
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Occhiello dall’Espresso: «Quarantatre parlamentari da giocarsi nella partita per il Colle». Già che ci si siete, giocatevi anche l’accento: si scrive quarantatré.
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Filippo Facci in prima pagina su Libero, nella rubrica L’appunto: «Travaglio, sull’intercettazione, scrisse pure un’editoriale». L’appunto stavolta dobbiamo muoverlo a lui, purtroppo.
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Incipit di un servizio in cui Luca De Carolis e Wanda Marra parlano di Giuseppe Conte sul Fatto Quotidiano: «Per restare leader dei 5Stelle l’avvocato deve uscire incolume dalla partita per il Quirinale. E ne dovrà discutere anche con Beppe Grillo, previsto a Roma domani». Significati di previsto, participio passato di prevedere, secondo Lo Zingarelli 2021: supposto, descritto in anticipo, contemplato. Grillo supposto a Roma? Per usare a spanne i participi non bastano due mani sole, proprio quattro ne servono?
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Su Specchio della Stampa un’intera pagina gastronomica dedicata al bollito. Nel testo, e anche in un sommario, viene citata la «paerà», tipica salsa veronese ottenuta dal pane raffermo. L’autrice Sarah Scaparone meriterebbe più che altro uno scapaccione lieve e simbolico: si chiama pearà.
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Piero Degli Antoni affronta sul Quotidiano Nazionale il tema, sempre attualissimo, della persona petulante, ed esemplifica: «È lo sconosciuto commensale che ti trovi accanto e che per tutta la durata della cena ti parla: 1) del suo cane; 2) della sua bici; 3) del suo abbonamento a Reader’s Digest». Non sappiamo con chi vada a cena Degli Antoni, ma quasi certamente si tratta di zombie: Selezione dal Reader’s Digest ha cessato le pubblicazioni nel 2007.
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Alberto Fraja recensisce nelle pagine culturali di Libero il libro Atlante dei paesi che non esistono più di Gideon Defoe e prende in esame alcuni di questi reami o entità statuali. L’attacco è a dir poco folgorante: «Il regno di Baviera (1805-1918) finisce in vacca perché i fili del cervello del suo quarto re, Ludovico II, non sono tutti attaccati». Ha parlato l’elettricista. SL
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