EX SOSTITUTO A NAPOLI

Maresca farà il giudice, ma resterà in politica. Polemica al Csm: “Vulnus alla magistratura”

FUTURO ALTROVE – Il suo ruolo di consigliere comunale e leader dell’opposizione di centrodestra al sindaco Manfredi lo ha reso incompatibile con la permanenza alla Procura generale del capoluogo campano

8 DICEMBRE 2021

Il 7 dicembre 2011 era a Casapesenna a tirare fuori dal bunker di villa Inquieto il superboss del clan dei Casalesi, Michele Zagaria, mettendo fine alla sua lunghissima latitanza. Esattamente dieci anni dopo, ieri, ha ricevuto dal Csm la notizia che andrà a Campobasso, a fare il giudice in Corte d’Appello, probabilmente nel settore civile. La vita fa i suoi giri, umani e professionali, e questo al momento è il cerchio dell’ex pubblico ministero Catello Maresca, icona dell’antimafia, apprezzato scrittore, voce narrante di docu-fiction giudiziarie e leader di associazioni di volontariato per il recupero degli ex detenuti. Che dopo la candidatura a sindaco di Napoli torna a fare il magistrato. Ma senza lasciare la politica.

Il suo ruolo di consigliere comunale e leader dell’opposizione di centrodestra al sindaco giallorosa, Gaetano Manfredi, ha reso Maresca incompatibile con la permanenza alla Procura generale di Napoli. Costringendolo, conclusa l’aspettativa per motivi elettorali, a chiedere un nuovo incarico per rientrare in servizio. Si era proposto per le Procure generali di Bari, Firenze e Bologna. Il punteggio attribuibile non gli consentiva l’assegnazione dei posti richiesti, così Maresca si è deciso a cambiare funzioni e a diventare giudice. Presentando domanda per la Corte d’Appello di Campobasso, per la Corte d’Appello di Salerno e per il Tribunale di Salerno. Il Csm, con 11 voti favorevoli e 10 astensioni, ha deliberato per Campobasso. Uno degli astenuti, il consigliere togato di Area, Giuseppe Cascini, non ha nascosto il suo mal di pancia, facendosi portavoce di un malessere diffuso ed evidente con la spaccatura del voto: “È inaccettabile che un magistrato in servizio sia leader dell’opposizione al governo della città in cui vive”. Cascini ce l’ha con la “colpevole inerzia del legislatore” che consente una “commistione” di ruoli produttiva di un “grave vulnus all’immagine di indipendenza della magistratura”. Poco prima, il collega del suo stesso gruppo, Mario Suriano, aveva spiegato la sua astensione quale segnale alla politica che “il problema va risolto”.

Intanto la legge è questa e Maresca, ovviamente, non l’ha violata. E sulla polemica, legittima, sollevata dai togati del Csm, mantiene un basso profilo: “Rispondo serenamente che rispetto le decisioni del Csm e sono contento di rientrare a fare il mio lavoro. Nel contempo cercherò da civico di dare un contributo alla mia città”.