Martedì mattina, dopo una notte di caccia all’uomo, i carabinieri hanno arrestato il killer della motosega, accusato di aver ammazzato Pierantonio Secondi, 82 anni, nell’appartamento di lui in via Giulio Romano 27, a Milano. L’assassino è Dorel Grec, 35 anni, rumeno, sposato con due figli, ma praticamente separato in casa, magazziniere in una farmacia di Melegnano, alla periferia della città. Su di lui, dal 13 ottobre, pendeva un divieto di avvicinarsi alla vittima. E invece, lunedì sera, alle 20.35, è entrato nell’androne del palazzo dove abitava il Secondi e ha raggiunto il suo appartamento. Si è trascinato dietro a fatica un grande trolley nero, contente una motosega, un’ascia, una serie di coltelli, attrezzi da lavoro e una tanica di benzina. Il rumeno è riuscito a entrare in casa del Secondi aprendosi un varco nella porta con la motosega, ha tentato di mozzargli la mano sinistra all’altezza del polso, lo ha ammazzato con due coltellate alla gola e ha tentato – invano – di dare fuoco alla casa dopo aver cosparso di benzina un tappeto. Tutto è avvenuto in appena nove minuti. Prima di fuggire, ha fatto in tempo a lavarsi le mani, perché i rubinetti del bagno e della cucina sono stati trovati aperti. Il movente? Il vecchio aveva messo fine alla loro relazione e lo aveva denunciato per rapina e atti persecutori. Grec voleva vendicarsi. Davanti al pm di turno, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Tutto quel che c’è da dire, ha aggiunto, lo ha scritto in diverse mail stampate e lasciate in una busta nel corridoio del palazzo.
«Tra le dita della vittima, i carabinieri hanno trovato ancora stretta una boccetta di spray al peperoncino, che l’uomo avrebbe usato per neutralizzare il suo aggressore. È stato inutile: Secondi è morto con due coltellate alla gola. Sulla parte destra quella letale» [Val.Err., Mess].
Dario Angeletti, 50 anni, biologo marino, professore associato del Centro sperimentale marino ittiogenico dell’Università della Tuscia, sposato e padre di due figli, è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa. Martedì pomeriggio, poco dopo le 15, un passante lo ha trovato morto a bordo della sua auto, una Volvo berlina grigia, parcheggiata in uno spiazzo erboso vicino alle Saline di Tarquinia.
Ora si tratta di chiarire le ultime ore di vita del professore, capire il motivo per cui due pomeriggi fa è andato in quella zona, come pure analizzare i segni rimasti sull’asfalto che fanno pensare a una fuga. Nelle ultime ore si sta facendo strada la pista privata-familiare e sarebbe stato ascoltato anche un uomo di San Martino al Cimino [Avv].