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Benevento. Nel mirino dei pm una gara da 75 milioni, un giro di corruzione e fatture inesistenti. In 4 ai domiciliari. Il deputato Pd iscritto per altre vicende
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L’INCHIESTA
“Appalto Aspi truccato”. Indagato Del Basso De Caro
Benevento. Nel mirino dei pm una gara da 75 milioni, un giro di corruzione e fatture inesistenti. In 4 ai domiciliari. Il deputato Pd iscritto per altre vicende
Il deputato Pd, Umberto Del Basso De Caro, è indagato dalla Procura di Benevento. L’iscrizione è avvenuta – ma per circostanze differenti – nell’ambito di un’inchiesta che riguarda presunti illeciti commessi per l’aggiudicazione di una procedura aperta indetta da Autostrade per l’Italia (Aspi) e che ieri ha portato all’arresto (ai domiciliari) di quattro persone. Corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti sono le accuse contestate a vario titolo ad alcuni degli indagati. Non però a Del Basso De Caro, iscritto per vicende diverse sulle quali si tiene però il massimo riserbo, ma che verrà convocato in Procura per l’interrogatorio. Sentito dal Fatto, il deputato ha smentito l’indagine a suo carico.
L’inchiesta della Procura di Benevento, guidata dal procuratore capo Aldo Policastro, è stata condotta con l’ausilio del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza. Quattro le misure cautelari emesse ieri. Ai domiciliari sono finiti Antonio Bargone, presidente pro tempore della Sat, Società Autostrada Tirrenica spa e in passato sottosegretario ai lavori pubblici dal 1996 al 2001; un imprenditore beneventano; un intermediario residente in Emilia-Romagna e nella cui abitazione sono stati trovati circa 200mila euro in contanti; e infine Vincenzo Voci, “contract manager” di Aspi. Ieri il gip ha anche disposto il sequestro preventivo di 64.128 euro.
Le indagini sono proseguite per circa un anno, finché i pm si sono trovati di fronte a quello che definiscono un “episodio di corruzione e turbata libertà degli incanti volto a pilotare l’assegnazione della gara d’appalto bandita da Autostrade per l’Italia per le tratte autostradali della DT6 di Cassino – Lotto 7 – per un valore di 76.500.000 euro, per la cui aggiudicazione era stata prevista la procedura ‘aperta’”. Alla gara partecipavano due concorrenti: un consorzio di Napoli e il raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) con mandataria la società beneventana, Rti che poi risulterà vincitrice. Per gli investigatori l’assegnazione dell’appalto è avvenuto dopo l’intervento di “vari soggetti intermediari che si sono frapposti tra il privato corruttore e l’incaricato di pubblico servizio deputato alla selezione del concorrente a cui assegnare la gara”. Scrive la Procura: “In particolare, il presidente di Sat spa, quale intermediario di altri incaricati di pubblico servizio della società Aspi e preposti alla gara in argomento (ovvero in grado di influire su di essa), uno dei quali individuato nel Contract Manager di Aspi, esercitava la sua influenza illecita per far aggiudicare al Rti, con capogruppo la società beneventana, la procedura di gara in contestazione, determinandone l’aggiudicazione provvisoria”.
Il tutto dietro la presunta promessa di ricevere “da parte dell’imprenditore beneventano (per sé e quale collettore delle somme dovute dagli altri privati corruttori, parte del Rti) e dell’intermediario ferrarese (che avviava i rapporti con il presidente di Sat spa…)” 360mila euro, “importo pari allo 0,5% circa dell’importo complessivo a base d’asta dei lavori”. Di questa cifra, 64mila euro circa, secondo i pm, sarebbero stati bonificati su un “conto corrente intestato al presidente di Sat spa”.
L’indagine conta anche altre iscrizioni, come coloro che sono finiti nel mirino dei pm “per le attività volte ad aiutare gli indagati a eludere le investigazioni”. Ieri Aspi ha fatto sapere di aver “provveduto, in via cautelativa, alla sospensione degli incaricati di pubblico servizio”.