Falsa testimonianza sulla P2. “Il Berlusconi ha dichiarato il falso… con dichiarazioni menzognere e compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di falsa testimonianza” (sentenza definitiva di amnistia per falsa testimonianza sulla sua iscrizione alla loggia P2. Corte d’Appello di Venezia, 23 ottobre 1990).
Finanziamenti illeciti per 21 miliardi a Craxi. “Le operazioni societarie e finanziarie prodromiche ai finanziamenti estero su estero da conto intestato alla All Iberian al conto Northern Holding (di Bettino Craxi in Svizzera, ndr) furono realizzate in Italia dai vertici del gruppo Fininvest spa, con il rilevante concorso di Silvio Berlusconi quale proprietario e presidente” (sentenza definitiva di prescrizione per Berlusconi sui finanziamenti illeciti a Craxi nel 1990-’91, dopo la condanna in primo grado. Corte di Cassazione, 22 novembre 2000).
Corruzione del giudice per Mondadori. “Privato corruttore” (sulle tangenti pagate dagli avvocati Fininvest Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora al giudice Vittorio Metta, poi condannato con loro per la compravendita della sentenza che annullò il lodo Mondadori e consegnò a Berlusconi il primo gruppo editoriale italiano. Sentenza di prescrizione per Berlusconi della Corte d’Appello di Milano, confermata dalla Corte di Cassazione il 16 novembre 2001).
Corruzione giudiziaria del testimone David Mills. “Il fulcro della reticenza di David Mills, in ciascuna delle sue deposizioni (nei processi Guardia di Finanza e All Iberian, ndr) si incentra nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest, e non alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società offshore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti… Si era reso necessario distanziare la persona di Silvio Berlusconi da tali società, al fine di eludere il fisco e la normativa anticoncentrazione, consentendo anche, in tal modo, il mantenimento della proprietà di ingenti profitti illecitamente conseguiti all’estero e la destinazione di una parte degli stessi a Marina e Pier Silvio Berlusconi” (sentenza di prescrizione, dopo due condanne per corruzione giudiziaria, a carico dell’avvocato David Mills, pagato da Fininvest 600mila dollari per testimoniare il falso su Berlusconi, anche lui in seguito prescritto. Corte di Cassazione, 25 febbraio 2010).
Frode fiscale sui diritti tv Mediaset. “Berlusconi fu l’ideatore e il beneficiario del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo… Il sistema organizzato da Silvio Berlusconi ha permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere, conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta intestate a fiduciarie di Berlusconi… sistema che consentiva la disponibilità del denaro separato da Fininvest e occulto” (sentenza definitiva di condanna a 4 anni per le frodi fiscali da 368 milioni di dollari sui diritti Mediaset, di cui 7,3 milioni di euro sopravvissuti alla prescrizione. Corte di Cassazione, 1° agosto 2013).
Prostituzione di Ruby&C. “È acquisita la prova certa che, presso la residenza di Arcore di Silvio Berlusconi e nell’arco temporale… 14 febbraio-2 maggio 2010, vi fu esercizio di attività prostitutiva che coinvolse anche Karima El Mahroug” (sentenza definitiva di assoluzione, dopo la condanna in primo grado per concussione e prostituzione minorile. Corte di Cassazione, 10 marzo 2015).
Compravendita di senatori. “Nel giugno 2006 deve ritenersi avvenuta tra il Berlusconi e l’ex senatore Sergio De Gregorio una pattuizione, propiziata anche dall’intervento del Lavitola, nella quale, a fronte della promessa e della successiva erogazione di euro 3.000.000, era stata dedotta l’attività parlamentare del De Gregorio… (per) realizzare l’aspirazione del Berlusconi a far cadere il governo Prodi… Un vulnus all’immagine del parlamentare… idonea a inficiarne la correttezza e la dignità, a fronte dell’indebita retribuzione” (sentenza definitiva di prescrizione per Berlusconi, condannato in primo grado e prescritto in appello per aver corrotto il senatore Idv Sergio De Gregorio. Corte di Cassazione, 2 luglio 2018).
Patto mafioso e finanziamenti a Cosa Nostra. “Tra il 16 e il 29 maggio 1974 veniva concluso l’accordo di reciproco interesse tra Cosa Nostra, rappresentata dai boss mafiosi Stefano Bontate e Mimmo Teresi, e l’imprenditore Silvio Berlusconi, realizzato grazie alla mediazione di Dell’Utri… Prevedeva la corresponsione, da parte di Berlusconi, di rilevanti somme di denaro in cambio della protezione a lui accordata da parte di Cosa Nostra palermitana… Berlusconi aveva iniziato a corrispondere, a partire dal 1974, agli esponenti di Cosa Nostra palermitana, per il tramite di Dell’Utri, cospicue somme di denaro… Oggettiva prosecuzione sino al 1992 dei pagamenti effettuati da Berlusconi… a Gaetano Cinà, diretto emissario del capo del sodalizio mafioso, Salvatore Riina… Dell’Utri, assicurando un costante canale di collegamento tra i partecipi del patto di protezione stipulato nel 1974, protrattosi da allora senza interruzioni, e garantendo la continuità dei pagamenti di Berlusconi in favore degli esponenti dell’associazione mafiosa… ha consapevolmente e volontariamente fornito un contributo causale determinante… alla conservazione del sodalizio mafioso e alla realizzazione, almeno parziale, del suo programma criminoso… del suo rafforzamento e della sua espansione” (sentenza di condanna definitiva per Marcello Dell’Utri a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Corte di Cassazione, 9 maggio 2014)
SCOUTING
B. si fa l’ufficio reclute in casa: minimo 50. Sgarbi navigator
Da martedì Silvio riceve a villa Grande gli ex 5S. Ma i suoi alleati lavorano a un altro profilo da offrire al centrosinistra
DI GIACOMO SALVINI
16 GENNAIO 2022
Ora che è in campo, anche se non ufficialmente, Silvio Berlusconi vuole giocarsela fino alla fine. Deve trovare una cinquantina di voti entro una settimana, così dice il pallottoliere considerando una quota fisiologica di franchi tiratori, che gli servirebbero per arrivare a 505 ed essere eletto presidente della Repubblica al quarto scrutinio.
Se capirà di non avere i numeri, alla vigilia della quarta chiama, Berlusconi potrebbe fare un passo indietro e intestarsi un altro nome. Quello che, sotto sotto, sperano sia Matteo Salvini sia Giorgia Meloni che in queste ore si sono sentiti e hanno concordato sul fatto che “serva anche un piano b”. Un nome alternativo, dunque, da offrire al centrosinistra nelle prossime ore.
Al momento però ad Arcore, dove Berlusconi è tornato per il weekend prima di volare a Strasburgo lunedì per la commemorazione di David Sassoli, l’eventualità di un ritiro non viene presa in considerazione. L’obiettivo è cercare i voti uno a uno. Così, da una parte lunedì partirà il coordinamento dei capigruppo che si riuniranno a Montecitorio per aggiornarsi costantemente sul pallottoliere (“sarà un monitoraggio” spiegano da Lega e FdI), dall’altra da martedì Berlusconi, con l’aiuto di Vittorio Sgarbi (il cui lavoro non è apprezzato nel cerchio magico), incontrerà a Villa Grande alcuni parlamentari che spera di convincere. A tutti propone una candidatura. Tra questi ci sono tre ex 5Stelle tra cui Nicola Acunzo, Bianca Laura Granato e, si dice, Lello Ciampolillo. Altri sono stati contattati, ma non hanno accettato. “Mi hanno chiesto un incontro ma ho declinato – dice l’ex 5S Alessio Villarosa – ma nel M5S Berlusconi può trovare 40 voti”. Anche l’ex deputato 5S Michele Sodano fa sapere di essere stato contattato ma di aver rifiutato un incontro e di non voler votare il leader di FI. Lo stesso la senatrice Rosa Silvana Abate. Considerata nel pallottoliere di Arcore una delle 13 in “forse”. Anche i renziani Francesco Bonifazi, Luciano Nobili e Cosimo Ferri sono stati contattati ma senza successo. I numeri, dunque, ancora latitano. Tra i report che girano ad Arcore si parla di 493 voti attuali ma in pochi ci credono davvero. A ogni modo, Salvini e Meloni hanno dato una condizione a Berlusconi: la prova del voto avverrà solo se ha in tasca almeno 510 voti. Altrimenti dovrà fare un passo indietro. Ma questo potrebbe avvenire solo alla vigilia del quarto scrutinio. Non prima.
Qui si inserisce la strategia di Salvini e Meloni. Il primo ieri ha fatto sapere che serve un presidente che “riformi il Csm” e poi ha replicato a Enrico Letta che nella direzione del Pd ha fatto capire di puntare su Mario Draghi o su un bis di Mattarella. “Dal Pd non accettiamo veti – ha detto Salvini – a sinistra tirano per la giacchetta Mattarella che si è detto indisponibile, ma anche Draghi che deve affrontare l’emergenza sanitaria ed economica: pensare a un altro ruolo diverso dal presidenza del Consiglio è una mancanza di rispetto”. Se per adesso la Lega resta compatta su Berlusconi, Salvini proverà a farlo desistere nel caso non ci fossero i numeri. E per questo sta preparando una rosa di nomi – Casellati, Frattini, Moratti e Pera – da sottoporre al centrosinistra dal quinto scrutinio (“abbiamo una settimana per lavorare con gli altri partiti” dice) e a Matteo Renzi che ha detto di poter votare “un candidato di centrodestra, ma non Berlusconi”. Luca Zaia è scettico sul leader di FI: “All’ultimo miglio arriveranno i candidati veri”. Anche Meloni assicura il sostegno leale a Berlusconi, ma ai fedelissimi pone una condizione: che il prossimo presidente debba dare l’incarico a chi vince le elezioni con un sistema maggioritario evitando “inciuci con il proporzionale”. “Chiunque sia il presidente, dovrà far governare chi arriva primo” spiega Ignazio La Russa. A partire dal premier Mario Draghi.
Il “secolo” di Bocchino pensiona il cavaliere
16 GENNAIO 2022