da domenica 23 gennaio a cura di Angiola Codacci-Pisanelli
La copertina del nuovo numero dell’Espresso gioca con un volto noto, reso meno riconoscibile dal taglio della fotografia e dai giochi di luce. È Mario Draghi: gli italiani lo conoscono bene come presidente del Consiglio, ma potrebbero conoscerlo meglio nei prossimi sette anni, se diventerà presidente della Repubblica. È questa “La scelta” a cui allude il titolo del giornale: perché il voto a cui si preparano i Grandi Elettori riguarda in ogni caso lui: salirà al Quirinale o resterà a Palazzo Chigi?
L’Espresso si sofferma su due aspetti dell’emergenza sanità: da una parte i numeri di posti letto truccati dalle regioni per non rischiare di finire in zona rossa (di Antonio Fraschilla), dall’altro la drammatica mancanza di assistenza per i bambini malati terminali di cancro e per le loro famiglie: lo denuncia Elena Testi con una accorata “lettera al Pnrr” di Alberto Zanobini. Ai problemi della scuola, dove l’abbandono scolastico è in aumento continuo, sono dedicati invece un’inchiesta di Gloria Riva e un intervento di Marco Rossi Doria.
Facebook cambia nome ma non sistemi: alle strategie di Meta per conquistare la benevolenza dei legislatori è dedicato un lungo servizio. Vittorio Malagutti e Carlo Tecce ricostruiscono la rete italiana di contatti e collaborazioni che raggiunge ministri e università, mentre Federica Bianchi presenta politici e tecnocrati che spianano il cammino dell’azienda di Zuckerberg a Bruxelles. E Simone Pieranni denuncia l’eccessivo controllo dei cittadini realizzato dalla rete Europol.
Gianfrancesco Turano da Marsiglia racconta il fermento della “città di sinistra che vota a destra”, fondamentale per scegliere il nuovo presidente francese. Marta Bellingreri e Alessio Mamo danno voce ai richiedenti asilo bloccati al confine tra Bielorussia e Polonia.
Altan dà la parola a un caimano benevolo, Makkox a Berlusconi in persona, Michele Serra a casalinghe esperte di neurochirurgia e imbianchini astronauti. Raffaele Cantone interviene nel dibattito dell’Espresso sulla nuova legge sulla presunzione d’innocenza, Bernardo Valli spiega la crisi esistenziale degli Stati Uniti, stravolti da Trump.