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IL LAVORO IN REMOTO E L’INFLAZIONE CRESCENTE di Innocenzo Orlando
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IL LAVORO IN REMOTO E L’INFLAZIONE CRESCENTE di Innocenzo Orlando
Riflessione sul continuo cambiamento rispetto al quale non possiamo restare inerti.
Adattarsi al lavoro da casa e al futuro del lavoro.
Se gli ultimi due anni hanno confermato qualcosa, è che il futuro è digitale.
Il posto di lavoro tradizionale ha lasciato il posto a un modello ibrido: lavorare da casa e ora lavorare da qualsiasi luogo.
Indipendentemente dal fatto che un determinato luogo di lavoro diventi o meno la norma, gli esperti concordano sul fatto che è improbabile che le modalità di lavoro ibride cambino come preferenza per molti lavoratori.
Quindi, come possono le piccole imprese abbracciare il futuro del lavoro ibrido e cosa devono considerare?
Le piccole imprese sono state in grado di attivare molto facilmente il lavoro da casa poiché dispongono già della tecnologia in atto. Sebbene vi sia una crescente aspettativa di accordi di lavoro flessibili, molte piccole imprese trovano insostenibile il lavoro a distanza.
Gli imprenditori ritengono che quando si lavora da casa si può lavorare, ma fare anche altre attività portando avanti il proprio lavoro con difficoltà.
Quindi c’è l’idea che molte aziende vorrebbero almeno optare per un modello ibrido.
Come è possibile bilanciare il modello di lavoro tradizionale che permette di far lavorare il team insieme, con lavoratori che desiderano l’equilibrio e la flessibilità che derivano dal lavoro a distanza senza perdere l’innovazione e la collaborazione del team?
Rimanere aggiornati sugli ultimi strumenti digitali.
Continueranno gli avanzamenti digitali del lavoro ibrido, con strumenti software e hardware che continuano a innovarsi per consentire ulteriormente la collaborazione e la produttività in remoto. Gli imprenditori possono tenere d’occhio i progressi di aziende come Zoom, Cisco, Microsoft.
Mentre ci sono molti strumenti tecnologici e avanzamenti disponibili dai giganti della tecnologia, ci sono alternative a basso costo e gratuite disponibili da piccole imprese che potrebbero adattarsi facilmente alle esigenze della propria azienda.
Offrire flessibilità sul posto di lavoro
Con la carenza di personale che rispecchia quella di molte zone del mondo (parliamo sempre di export), la dinamica dipendente/datore di lavoro si sta spostando verso quella in cui i dipendenti hanno più voce in capitolo.
Gli imprenditori possono prendersi questo tempo per lavorare con il personale per capire cosa funziona per loro e identificare quali ruoli possono essere svolti da remoto -social media, contabilità e contabilità sono esempi-
In diversi mercati esteri, diverse aziende stanno ipotizzando o realizzando il proprio spazio di lavoro futuro: a prescindere di come sarà realizzato, potrebbe non trovarsi nemmeno in uno spazio ufficio. Alcuni stanno esaminando la flessibilità del posto di lavoro creando uffici vicino alle abitazioni del personale o altri spazi conosciuti come coworking.
Intanto… L’inflazione cresce come non accadeva da decenni, con una generazione che la scopre per la prima volta toccando con mano di cosa parlavano i genitori e i nonni.
È stato rilevato nell’ultimo mese di gennaio il dato del +4.8% dei prezzi del paniere ISTAT rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, di cui un contributo decisivo viene dato dal rincaro medio dell’energia che sta per toccare un +40%.
La maggior parte di chi studia la situazione odierna si concentra sulla parte percentualmente più grande (bollette energetiche domestiche o aziendali) ma non bisogna trascurare quanto incidano i prezzi elevati di tutto ciò, beni o servizi, che nel periodo oscuro del Covid si sta definendo come “non necessario”.
L’immagine che porto ad esempio non vuole assolutamente essere accusatoria ma una semplice fotografia di ciò che sta accadendo girando per il nostro Paese.
Non c’è gelateria, pizzeria, ristorante, bar, campo sportivo, palestra, cinema, spiaggia che non presenti prossimi aumenti, spesso segnalati al cliente in leggero anticipo per scusarsi del disagio arrecato però con percentuali ben superiori della media segnalata dal paniere pesato e che quindi infastidiscono non poco.
La reazione degli italiani sarà naturale, di restrizione del portafoglio per questo tipo di attività, facendo proseguire le ondate di calo dei fatturati ininterrotte da mesi.
Da tale situazione scomoda, che unisce nel disagio gestori di piccole-medie attività e clienti delle stesse, bisogna provare ad uscirne tutti insieme, non alimentando una guerra fra poveri che avvantaggerebbe solo le multinazionali dalle spalle larghe e dalla grande possibilità di spostare le politiche globali.
Se c’è qualcosa che devono fare le autorità competenti nazionali non è tanto incentivare redditi poco efficienti o supporti economici necessari solo per un breve periodo, bensì evitare che accadano questi fenomeni di aumenti pazzi con la motivazione pur esistente dell’inflazione.
Ricordo nettamente l’inflazione indotta dall’arrivo dell’Euro nel 2002 quando i prezzi al consumo quasi raddoppiarono nel gioco del nuovo cambio e nessuno ammonì per bloccare la degenerazione; vediamo di non far ripetere stavolta lo stesso deleterio meccanismo.
Ma non si dovrebbe arrivare a ciò e si deve anzi combattere onestamente tutti insieme contro i nemici esterni.
Uno di questi, forse uno dei più cattivi, è l’inflazione tanto ricercata da tempo dagli oscuri e lontani economisti delle banche centrali che dall’alto tendono a voler direzionare tutto, in primis l’obiettivo è l’erosione dei patrimoni personali e in generale le nostre esistenze che purtroppo hanno ancora bisogno di due soldi da risparmiare a fine mese.