1956, in Trentola – Uccise il cognato con 5 colpi di pistola – Il movente era la costruzione di un vano abusivo nel cortile comune

I processi di Cronache. Ferdinando Terlizzi  ricostruisce i retroscena del delitto e dei processi contro i coniugi Fioravante. Il 3 aprile del 1956, Michele Fioravante, di anni 41, manovale, da Trentola e la moglie, Caterina Palmieri, di anni 40, furono accusati di aver ucciso il cognato, Raffaele Bove, bracciante agricolo,  di anni 45,  esplodendogli contro 4 colpi di pistola nella strada centrale la Via Pretura in Trentola. Il movente del delitto era da ricercarsi Il movente nella costruzione di un vano abusivo nel cortile comune.  La Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere ( Eduardo Cilento, presidente; Guido Tavassi, giudice a latere; giudici popolari: Ubaldo Ciccarelli, Carlo Alicandro, Gaetano Della Peruta, Vincenso Colella, Mario Ucci e Ferdinando Donadio) ritenne di concedere le attenuanti generiche ad entrambi ed in considerazione della personalità degli imputati e delle modalità del fatto, ritenne di condannare per l’omicidio alla pena di anni 21 di reclusione ciascuno e di ridurre per le attenuanti generiche ad anni 18 di reclusione. Nel processo presso la Corte di Assisi di appello di Napoli (Presidente, Gino Maresca; Procuratore Generale, Ignazio Cunto) la sentenza nei confronti del Fioravante venne confermata mentre la moglie fu assolta. Gli avvocati impegnati nei processi furono: Carlo Cipullo, Giuseppe Garofalo, Enrico Altavilla, Antonio Simoncelli, Alberto Martucci e Simone Zarrelli. Tutti i particolari di questi processi nella  21esima puntata che sarà pubblicata Lunedì  21 marzo   in “Cronache di Caserta”.