Delitti e suicidi

Davide Fontana, 43 anni, impiegato di banca, lunedì sera si è presentato alla caserma dei carabinieri di Brescia e ha confessato di avere ucciso e fatto a pezzi Carol Maltesi, 26 anni, mamma di un bambino di sei anni, attrice porno nota con il nome di Charlotte Angie, il cui corpo a pezzi, chiuso in quattro sacchi neri e abbandonato tra rovi e rifiuti, era stato ritrovato domenica scorsa, 20 marzo, in una scarpata a bordo di una strada interna della Valcamonica, nella piccola frazione di Paline di Borno, provincia di Brescia. L’omicidio risale allo scorso gennaio, ed è avvenuto a Rescaldina, 14 mila abitanti tra Milano e Malpensa. Fontana, vicino di casa della Maltesi, con cui aveva avuto anche una relazione, dice di averla uccisa a martellate durante un gioco erotico. Poi ha sezionato il corpo in quindici pezzi e l’ha chiuso in congelatore. Nelle settimane successive ha continuato a usare il cellulare della donna per rispondere ai messaggi della madre e di un ex fidanzato di lei, e alle domande di alcuni giornalisti di testate locali. Dieci giorni fa ha deciso di disfarsi del cadavere e ha scelto di gettarlo in una scarpata dell’alta Valle Camonica perché conosceva bene la zona, avendoci trascorso le vacanze in famiglia da bambino. Fontana è accusato di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.

Appassionato di tecnologia, fotografia, viaggi e cibo, Fontana si definisce così sul suo blog Storie di food: «Ariete atipico, calmo e razionale ma testardo e determinato a raggiungere gli obiettivi prefissati. Amo la cucina a 360 gradi, mi diletto ai fornelli provando e riprovando ricette tradizionali e non, cercando spunti e ispirazione dai migliori chef. La creatività la ricerco nei ristoranti che frequento, sono sensibile al fascino di un piatto che riesca ad abbinare bellezza visiva ad un gusto sorprendente».

Mauro Moser, 56 anni, freddò la moglie Viviana Micheluzzi, 50 anni, con un colpo di pistola. Poi, con la stessa arma, si fece saltare la testa. A trovare i cadaveri furono due dei loro tre figli, portati poi in ospedale in stato di choc (alle 14 di ieri a Castello Molina di Fiemme, poco più di duemila anime, in provincia di Trento).

Lunedì scorso Costey Katalin, 52 anni, romeno, fu trovato morto ammazzato a colpi d’accetta nel container in cui abitava a Genzano, paese dei Castelli Romani, in un accampamento considerato da tempo «una polveriera di disagio sociale». I due romeni che abitavano nel container con lui si sono dileguati [Mess].

Max Mosley, ex capo della Fia morto lo scorso 24 maggio a 81 anni, si è in realtà suicidato a causa di un aggravamento del tumore di cui soffriva da tempo. Le rivelazioni sono emerse durante l’udienza del tribunale di Westminster. Mosley aveva scoperto di avere solo alcune settimane da vivere a causa del linfoma alla prostata: si è quindi sparato nella sua casa di Londra, non prima di aver lasciato un biglietto appeso alla porta della camera da letto con scritto: «Non aprite, chiamate la polizia» [CdS].

Amori

Una gigantesca scritta «Ti amo ancora» a caratteri cubitali è apparsa in piazza San Carlo a Torino [Leggo].

A fianco, gigantesca, ne è emersa un’altra, minuscola, lunga come tre sanpietrini: «Terra». «La madre Terra. Sì, il pianeta e tutto il resto […] Che sia stata una trovata pubblicitaria o una provocazione, l’iniziativa “ha bucato”. Eccome. A idearla sono stati i componenti della band torinese, gli “Eugenio in Via Di Gioia”. Non famosissimi, ma sulla strada della notorietà. A scrivere quella dichiarazione d’amore hanno partecipato oltre 150 persone. In una notte, in sei ore di sfregamenti, hanno dato vista a un messaggio collettivo. “Beh, tutto sommato un’iniziativa lodevole” dice Luisa Papotti, Soprintendente alle Belle Arti, nota per la sua rigorosa intransigenza […] Gli “Eugenio in via Di Gioia” hanno svelato il loro intento con un comunicato, nel pomeriggio di ieri, sottolineando però che non si è trattata di un’operazione di marketing. Né uno scempio del salotto buono della città, perché il gesso sarebbe stato disciolto dalla pioggia imminente, annunciata dalle previsioni meteo. Quasi un’invocazione propiziatoria dopo tanta siccità. Invece non è andata così. A lavare la scritta non è stata la pioggia, ma due spazzatrici ad acqua dell’azienda della nettezza urbana» [Sta].

È sfuggito ai più che lo scorso 1° marzo la Guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, addebitando la guerra d’Ucraina al regime mafioso degli Stati Uniti, ha precisato: «C’è una grave degradazione morale nel mondo di oggi, l’omosessualità e cose di cui non si può nemmeno parlare. Si è giustamente definita la civiltà occidentale come una nuova era di ignoranza» [Sofri, Foglio].

«La donna in tuta mimetica, la donna in divisa, la donna armata col mitra? De gustibus. Non discuto le perversioni, l’importante è che non mi vengano imposte e che nessuno mi impedisca di vivere le mie. Che poi la mia propensione verso la donna accogliente e sorridente non mi sembra una perversione, mi sembra qualcosa di assolutamente sano, naturale, quasi ordinario… Fra marzo e aprile, anche in maggio magari, la donna la sogno vestita come Flora nella Primavera del Botticelli: un fiore tra i fiori. Una donna vestita innanzitutto Luisa Beccaria, chiaro, e poi Etro, Alberta Ferretti e Giambattista Valli e poi, sulle Alpi, Annina Dirndl, e poi, nel Levante, Elie Saab, e poi, ad altri prezzi, Rinascimento, e infine Celeste Pisenti, paradiso di sete e trasparenze. Mi si lasci sognare» [Langone, Foglio].

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