da domenica 3 aprile a cura di Angiola Codacci-Pisanelli
Una bandiera della pace sventolata davanti a un carrarmato: è l’augurio di un cessate il fuoco la copertina disegnata da Mauro Biani per il nuovo numero de L’Espresso. Il titolo, “Pace e martello”, rimanda a un lungo servizio sulle divisioni nella sinistra di fronte al conflitto scatenato da Putin.
Alberto Stabile disegna il nuovo fronte dei Paesi arabi, che per rimanere amici di tutti snobbano gli Usa. Eugenio Occorsio fa il punto sulle reti finanziarie cinesi che potrebbero salvare l’economia russa dalle conseguenze delle sanzioni decise dall’Occidente. E Bernardo Valli sottolinea quanto sia freddo, in realtà, l’appoggio cinese all’invasione dell’Ucraina. Antonio Fraschilla rivela che i neofascisti italiani fanno proselitismo su Vkontakte, il social network di proprietà di Gazprom e Wlodek Goldkorn spiega perché anche la nostra idea dell’anima russa eroica e malinconica si basa su fake news imposte dal potere. Ma la guerra influenza anche le elezioni europee in arrivo: Gigi Riva racconta come ha cambiato gli scenari francesi, mentre Federica Bianchi spiega perché Parigi e Budapest in vista delle elezioni sono tentate dall’uomo forte.
Paolo Biondani e Vittorio Malagutti trovano tra le carte segrete di un oligarca russo le tracce di uno scambio di favori tra Mosca e la Lega. Un’inchiesta che, sottolinea Lirio Abbate nel suo editoriale, riaccende i riflettori sui silenzi di Salvini riguardo ai legami suoi e del suo partito con Putin e i putiniani.
Il governo intanto, scrive Carlo Tecce, ricorre sempre più spesso alla regola del “golden power” per bloccare la vendita di aziende strategiche a stranieri. E Malagutti firma un ritratto del forzista Paolo Barelli, potente presidente della federazione nuoto, sotto inchiesta per una rete di appalti e consulenze.
E L’Espresso chiude con un intervento di Helena Janeczek sulle testimonianze femminili, così importanti nel dibattito intorno alla guerra, e con Paolo Di Paolo che racconta il libro mai scritto a quattro mani con Antonio Tabucchi. Gaia Manzini consiglia tre romanzi sul corpo femminile, Sabina Minardi intervista il duo La rappresentante di lista (anche in video per il nostro sito). Luciana Grosso firma il ritratto della prima drag queen d’America, Maurizio Di Fazio quello del medico pescarese che denunciò l’inquinamento Montedison.
Infine gli interventi in difesa dell’identità dell’Espresso in questa fase di transizione tra un editore e l’altro, questa settimana sono affidati a Roberto Cotroneo e ai nostri lettori: Innocente di 83 anni e Irina di 21. Che non possono fare a meno del “loro” giornale.