Da Little Italy a Caserta, il bar dei «due mondi»

L’ANNIVERSARIO

Marilù Musto

Trentuno anni di un nuovo corso, di storia, ma anche di racconti legati a un filo invisibile al primo dopoguerra, al quartiere Little Italy nella Lower Manhattan. Giuseppe Cardone è l’ultimo erede di una famiglia di piccoli imprenditori, approdati negli Stati Uniti poco prima degli anni 20, epoca in cui migrarono verso le Americhe 9 milioni circa di italiani. Di quei 9, solo 4 milioni scelsero di tornare in Italia.E fra loro c’era la famiglia di Giuseppe Cardone: quest’ultimo ha ereditato, negli anni 90, lo storico bar Frank di corso Giannone a Caserta. Il filo di riallaccia ai giorni nostri. «Oggi è il mio trentunesimo compleanno da titolare del bar Frank, locale dedicato a mio padre», dice Giuseppe, gestore del caffè storico, famoso anche perché si trova proprio di fronte all’accesso laterale della reggia di Caserta. Sì, perché il papà di Giuseppe Cardone era il signor Frank che tornò dall’America sul finire degli anni 40, subito dopo la seconda guerra mondiale e anche dopo il Secondo New Deal negli Stati Uniti. E mentre in Italia il Piano Marshall prendeva piede, la famiglia Cardone comprava, con i risparmi, due palazzi nel centro di Caserta. Il vecchio bar era una fiaschetteria all’interno del palazzo. «C’era un viale alberato con tante camelie – racconta Giuseppe – e poi piante di agrumi e una pista per le bocce». «Mio padre Frank comprò il primo televisore del rione e molta gente veniva a guardare la tv alla fiaschetteria portandosi dietro la sedia, pensando che si pagasse. La verità è che mio padre, il vecchio Frank, non faceva pagare le persone per guardare la tv». E questa è rimasta la filosofia di Giuseppe, aperto ad ogni buona avventura che si inaugura a Caserta. Come il bookcrossing: le persone che vogliono prendere il caffè o il cornetto possono anche leggere un bel libro. Questo locale è sopravvissuto al terremoto e alla pandemia da Covid. Ma perché la famiglia Cardone tornò dall’America? «Mia nonna Graziella aveva avviato una panetteria a New York, ma si avvicinarono degli italiani che la minacciarono: o paghi il pizzo o rapiamo i tuoi bambini, le dissero. E mia nonna scelse di tornare a Caserta, portandosi dietro i bambini, fra i quali c’era mio padre». Scelta intelligente. Frank diede vita al primo bar di via Giannone negli anni 50 per poi lasciarlo al figlio. «Era il 25 Aprile del 1991 – conclude l’erede Giuseppe – per festeggiare oggi offrirò il caffè ai clienti». Auguri, dunque, al bar Frank.

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