Pulci di notte di Stefano Lorenzetto

Michela Marzano polemizza sulla Stampa con Lucetta Scaraffia, difendendo a spada tratta la pratica dell’utero in affitto, che lei chiama Gpa (gestazione per altri): «E quando una donna non è in condizione di scegliere, perché oppressa, demunita e non libera?». Demunita? Il verbo non è registrato in alcun dizionario. Da quando è approdata all’Université Paris Descartes, la signora si ritiene autorizzata a italianizzare il francese démunir (privare qualcosa di qualcuno): le va comunicato che La Stampa si pubblica a Torino. Più avanti scrive: «Sono convinta che nessuna scelta è del tutto libera». Congiuntivo vo’ cercando. Poco dopo: «È proprio perché ho a troppo lungo pensato di non aver alcun diritto di mettere al mondo una creatura». Quando è troppo, è troppo (a lungo). E per finire, un saggio di limpida sintassi: «Vogliamo dirlo che è talmente difficile che ci sono coppie che, dopo aver adottato, rinunciano». Comunque, Marzano dovrebbe rispondere a una sola domanda: perché con la Gpa in brevissimo tempo il figlio viene strappato per sempre alla madre che lo ha partorito su commissione per essere trasferito all’estero dalla coppia che lo ha comprato, quando l’articolo 12 della legge 20 ottobre 2009, numero 59, della Regione Toscana stabilisce che «non è consentita la vendita di cani al di sotto dei tre mesi di età e di gatti al di sotto dei due mesi di età»?

Sempre Michela Marzano sulla Stampa, in un successivo editoriale: «Anche se ognuno di noi, di famiglie alle spalle, ce ne ha molte». Un pochino discorsivo, per una docente universitaria.

Titolo dal sito della Repubblica: «Dopo la tragedia di Maranello dove la donna è deceduta in casa con le siringhe nel seno messe da una falsa estetista, la severa critica di Roy de Vita». Bei tempi quando si tenevano in seno solo le serpi.

Donatella Di Cesare, sapiente professoressa della Sapienza di Roma ben nota ai lettori della presente rubrica, stavolta scrive: «Nel popolo della sinistra italiana c’è una rottura profonda, che si è aggravata negli anni, e che ora appare in tutto il suo spessore». La rottura comporta una frattura, cioè l’interruzione della continuità di un corpo a struttura solida. Non si capisce come faccia un vuoto ad avere uno spessore. Nello stesso articolo, Di Cesare osserva: «Questa interpretazione guarda oculatamente già al futuro». In effetti, di solito si guarda con gli occhi, non con il culo.

Incipit di un servizio di Claudio Borelli su Rai News: «La situazione a Mariupol, che è sotto assedio da più di 40 giorni da parte dell’esercito russo è in gran parte distrutta». Siamo disposti ad abbuonargli la virgola mancante, se ci spiega in che cosa consista una situazione distrutta.

Incipit dell’editoriale di Maurizio Ferrera sulla prima pagina del Corriere della Sera: «Il confronto fra democrazie e autoritarismo è la sfida di questo secolo». E ciò che accadde nel secolo scorso tra gli anni Trenta e la fine degli anni Ottanta cosa fu? Non si fronteggiarono le democrazie, Stati Uniti in primis, contro le dittature nazista, fascista e comunista?

Titolo in primo piano sul sito dell’Ansa, ore 7.13 del 26 aprile: «Transistria, esplosioni vicino al ministero». Dobbiamo preoccuparci: dopo l’Istria, partendo da est, c’è l’Italia.

Titolo da Italia Oggi: «Baden Württemberg ha 70 anni». Sottotitolo: «Qui nacque Corradino di Svezia che fu re della Sicilia». Ci pareva che fosse Corradino di Svevia, regione storica della Germania meridionale, divisa attualmente tra Baviera e Baden-Württemberg, che nulla c’entra con la Svezia.

«Ma Gutteres ha finito con Mosca? Non va a rimproverare anche Biden e Johnson?», si legge nel fumetto della vignetta di Sergio Staino sulla Stampa. Segnaliamo al disegnatore che il segretario generale delle Nazioni Unite si chiama António Guterres.

Dal Fatto Quotidiano: «Secondo un’analisi del Financial Times, in Russia ci sono ancora 188 mila dipendenti delle grandi aziende occidentali, tra cui McDonald’s e Renault, che continuano a ricevere lo stipendio nonostante le società per cui lavorano hanno sospeso le attività». Sospeso pure il congiuntivo.

Serenella Bettin riporta su Libero la vicenda del capotreno veneziano cacciato da Trenitalia per giusta causa e ora riassunto per ordine del Tar: «E se usi troppo il fischietto rischi di trovarti licenziato per staccare troppe sanzioni». Più avanti: «Severo ma giusto, in un biennio avrebbe staccato cinquemila titoli di viaggio destinati a passeggeri che violavano le regole». Infine: «Quelle 175 infrazioni non sono che il 3,5% di tutti i provvedimenti che ha staccato». Vince per distacco Serenella Bettin.

Paolo Russo sulla Stampa: «Con questo quadro di ancora grande incertezza alla fine l’annunciata cabina di regia con Draghi per decidere se togliere le mascherine al chiuso non si farà. Se la caverà da solo il Ministro Speranza con una Ordinanza che verrà emanata la prossima settimana, dopo aver consultato i ministri interessati». Tralasciando la ressa di maiuscole superflue, significa che Speranza si toglierà la mascherina senza bisogno di aiuto? È una notizia.

Titolo di un articolo firmato da Simona Mazza nella sezione cultura di Inlibertà.it, periodico online fondato e diretto da Enzo Di Stasio: «Obelisco: il fallo di Osiride e la misteriosa erezione di Tutankamon». Il Viagra fu inventato dagli Egizi.

SL

FONTE: