
Presunzione d’innocenza, per Gratteri una legge che può aiutare mafia e ‘ndrangheta
di SOFIA GADICI
“La nuova legge non vi permette di lavorare. Se la stampa non è libera di scrivere le notizie, il problema finisce per non esistere”.
Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, sotto scorta dal 1989 per il suo ruolo nella lotta alla ’Ndrangheta, parla davanti a tanti giornalisti, aspiranti giornalisti e curiosi all’International journalism festival di Perugia. Il teatro Morlacchi, per l’occasione, è stracolmo. L’incontro del 9 aprile è stato organizzato dall’associazione degli allievi della scuola di Perugia e oltre a Gratteri è presente sul palco anche Floriana Bulfon, giornalista che scrive per L’Espresso e Repubblica ed è autrice di documentari e libri sulla criminalità organizzata. Il titolo del panel è “Mafie d’Europa ai tempi della pandemia”.
ATTENZIONE ALTA
Il giornalismo, spiega Gratteri, ha un ruolo fondamentale nel mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e dei governanti sulla mafia. Ma c’è di più. In Europa la stampa ha il compito di accendere i riflettori su una realtà che, dalla Spagna alla Germania passando per i Paesi Bassi, è ancora difficile da accettare. Molti, anche i media, non riescono a fare i conti con la consapevolezza che la criminalità organizzata abbia messo piede nelle città più importanti d’Europa, commerci in droga e ricicli poi i proventi illeciti comprando tutto ciò che è in vendita. Lì non hanno ancora capito che “la lotta alla mafia è una guerra”, dice Gratteri. Solo con questa consapevolezza si potrà iniziare a combatterla.
POTERE INDISTURBATO