Il nuovo numero in edicola e online
da domenica 12 giugno
a cura di Angiola Codacci-Pisanelli
Baci, abbracci e festeggiamenti: la copertina del nuovo numero de L’Espresso è una botta di allegria, in omaggio al mese del Pride. “Orgoglio e pregiudizi” è il titolo sull’illustrazione di Irene Rinaldi. Che rimanda a un lungo lavoro su quello che in cinquant’anni di lotte si è ottenuto in termini di libertà, visibilità e spazi. E sul tanto che è ancora da fare sulla strada dei diritti per la galassia Lgbt.
A mettere i bastoni tra le ruote non è tanto la società italiana: lo mostra il lungo reportage dai “luoghi dell’orgoglio gay” di Simone Alliva, autore anche del ritratto di Edoardo, che ancora non ha finito la transizione ma già progetta di diventare il primo gondoliere trans. A bloccare i diritti di una fetta di cittadini è la politica: e solo perché quelle Lgbt sono le coppie che non piacciono a Salvini e Meloni, denuncia Lirio Abbate nel suo editoriale.
Il brutto è che questa destra va a gonfie vele: Fratelli d’Italia, scrive Susanna Turco, conta sulle amministrative per sancire il sorpasso sulla Lega e candidare così a Palazzo Chigi l’onnipresente Giorgia Meloni. Anche perché Salvini intanto è sempre più in difficoltà, racconta Carlo Tecce, e nel partito sono già pronti a rottamarlo.
Dall’Ucraina arrivano storie e prove delle torture a cui i militari russi hanno sottoposto gli abitanti di un intero villaggio (ne scrive Lorenzo Tondo con le foto di Alessio Mamo). Ma la guerra non va come il Cremlino si aspettava anche perché i cinesi non forniscono la tecnologia su cui Putin contava (di Simone Pieranni). Biden intanto, pur di sostituire il petrolio russo, è disposto ad abbracciare anche Bin Salman, campione del disprezzo per i diritti umani (di Alberto Stabile).
Un’inchiesta di Vittorio Malagutti svela due improbabili centrali della gestione dei bitcoin: che sono nelle mani di un ex chirurgo plastico genovese e di un’azienda cinese con base a Lecce. Luana De Francisco e Antonio Fraschilla invece firmano una nuova puntata della ricostruzione di come la mafia sta conquistando il Veneto: anche perché, denuncia Andrea Tornago, tante inchieste sulla criminalità organizzata nel nordest si arenano, e il Parlamento, aggiunge Paolo Biondani, sta pensando bene di preparare una stretta agli arresti.
E L’Espresso chiude con tre chiacchierate e tre storie: Peter Sloterdijk spiega a Stefano Vastano il valore del grigio, colore della nostra epoca; Roberto Andò e Ferdinando Scianna parlano di Sciascia, memoria e fotografia; Tim Roth rivela a Marco Consoli i suoi progetti per un futuro tra Parigi e la campagna romana.
È una bella storia quella della Sicilia che riscopre i grani antichi (di AlanDavid Scifo), c’è speranza nel reportage dalla favela dei bambini rumeni (di Alissa Claire Collavo), la nostalgia impazza nella ricostruzione dell’inutile guerra della Germania comunista contro il rock and roll (di Maurizio Di Fazio). Ed è bello scoprire che Cesare Pavese ha trovato casa ad Algeri: dove, scrive Marta Bellingreri, una traduzione fresca di stampa ha scatenato la passione per il geniale e malinconico cantore delle Langhe.