Il nuovo numero in edicola e online
da domenica 26 giugno
a cura di Angiola Codacci-Pisanelli
“Io accuso”, dice Fiammetta Borsellino, ritratta da Ivan Canu per la copertina del nuovo numero de L’Espresso. Una denuncia contro i colleghi del giudice ucciso trent’anni fa, in una strage seguita da depistaggi, tradimenti, complicità mai chiarite. Per questo, in una lunga intervista a Piero Melati, la figlia annuncia che non parteciperà alle manifestazioni ufficiali in ricordo del padre. E riflette su giustizia, politica e riforme.
La prima riforma in arrivo è quella della giustizia: Simone Alliva ha raccolto i pareri di interessati ed esperti, quasi tutti contrari anche se con qualche eccezione. Mentre Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati radiato per corruzione, taglia corto: lo strapotere delle correnti continuerà come prima. Ed Enrico Bellavia fa il punto sulle pene alternative al carcere per chi è condannato.
La pagina politica inizia con un ritratto di Conte e Salvini, gemelli diversi della politica di oggi (di Antonio Fraschilla), mentre Lirio Abbate nel suo editoriale riflette sulla strana coppia Grillo-Draghi, alle prese con la crisi dei 5Stelle e il governo sempre più fragile. Gigi Riva invece parla delle prospettive della Francia dopo il voto che ha cancellato i partiti tradizionali.
La guerra in Ucraina continua, e si fanno più gravi le conseguenze per l’Europa: l’invio di armi crea dei buchi nei bilanci e negli armamenti dei singoli Paesi (di Federica Bianchi) e la crisi del gas può essere risolta solo rivolgendosi a Paesi amici della Russia (di Eugenio Occorsio). Intanto il conflitto si allarga allo spazio interstellare (di Emilio Cozzi) ed Erdogan si prepara a sferrare l’attacco finale contro i curdi rifugiati in Siria (di Alberto Stabile).
Le inchieste de L’Espresso si concentrano sui presidenti di due regioni tra le più ricche d’Italia: Zaia, coinvolto in una storia poco chiara per i lavori in una villa di sua proprietà (di Andrea Tornago) mentre Fontana, pronto a ricandidarsi, torna a finanziare opere inutili in Lombardia (ne scrive Gianfrancesco Turano). Un focus sul mondo del vino racconta invece le nuove imprese che nascono ogni giorno (di Bianca Mazzinghi) e le difficoltà a cui vanno incontro per l’aumento del costo del vetro (di Antonia Matarrese).
E l’Espresso chiude con una rassegna degli sceneggiatori che sono i “nuovi padroni della fantasia” firmata da Fabio Ferzetti e da Emanuele Coen e con un’intervista di Giuseppe Catozzella a George Sanders sulla gentilezza. Loredana Lipperini annuncia l’arrivo della “selfie lit”, Sabina Minardi dialoga con “il direttore” Beatrice Venezi.
Salvatore Di Mauro racconta come si vive in un ecovillaggio, Erika Antonelli dà la parola ai “baby consiglieri” dell’Emilia Romagna mentre il regista Francesco Costabile riapre il dibattito sulla lotta alla transfobia. E Marta Bellingreri accompagna il lettore de L’Espresso nel teatro di Baghdad: che è stato appena ricostruito e ha ripreso a farsi beffa dei vizi del potere.