De Magistris e io, uomini di Stato ma “fuori dal sistema” di potere

DI NINO DI MATTEO

17 SETTEMBRE 2022

“…È capitato anche a me quando – in un contesto di continue e gravi minacce mafiose, mentre Salvatore Riina affermava di volermi uccidere e più collaboratori di giustizia riferivano nei particolari di un progetto di attentato nei miei confronti già in fase avanzata di preparazione – il procuratore generale della Cassazione, su sollecitazione dell’allora presidente Napolitano, mi sottopose a inchiesta disciplinare…”.

Prefazione a “Fuori dal sistema” (Piemme) di Luigi de Magistris, in libreria da martedì.

Luigi de Magistris, con profonda amarezza, si definisce un “uomo dello Stato e delle istituzioni che è stato tradito più volte dallo Stato e dalle istituzioni”. È vero. È capitato a lui, così come in passato ad altri magistrati uccisi dal fuoco incrociato di interessi mafiosi e isolamento istituzionale. Capita a chi osa alzare il tiro del controllo di legalità anche sull’esercizio malato del potere politico e istituzionale (…). È capitato anche a me quando – in un contesto di continue e gravi minacce mafiose, mentre Salvatore Riina affermava di volermi uccidere e più collaboratori di giustizia riferivano nei particolari di un progetto di attentato nei miei confronti già in fase avanzata di preparazione – il procuratore generale della Cassazione, su sollecitazione dell’allora presidente Napolitano, mi sottopose a inchiesta disciplinare. Mi sentivo stretto in una morsa micidiale. Da un lato la mafia, dall’altro lo Stato. Non mi sono perso e ho cercato di continuare a fare quello che ritenevo solo il mio dovere. Con l’indagine sulla “trattativa Stato-mafia” stavo “andando oltre”. Per questo hanno tentato, e tentano tuttora, di farmela pagare. Forse anche per la comunanza di esperienze analoghe, vissute sulla nostra pelle, con Luigi (…) abbiamo nel tempo maturato una convinzione: parallelamente e in spregio al sistema di regole disegnato dalla nostra Costituzione si è consolidato un sistema di potere reale, marcio e di fatto eversivo, spietato nei confronti di chi non vuole farne parte (…). Una consorteria che si fonda sulla connivenza e convivenza tra le mafie e importanti settori della politica, delle pubbliche amministrazioni, della grande finanza, del mondo delle professioni e del giornalismo (…). Un metodo che ha finito per coinvolgere anche una parte non marginale della magistratura. E il modo con il quale, con la complicità decisiva dell’Anm e del Csm, hanno “strappato di dosso” la toga a De Magistris è emblematico della ferocia di un potere. Non sono d’accordo con chi, per superficialità di giudizio o bieco opportunismo, continua a ripetere il “mantra” di un Paese da trent’anni dilaniato da una guerra tra politica e magistratura. Una semplificazione eccessiva e fuorviante. Non c’è stata, né tantomeno c’è ora, una contrapposizione frontale tra la politica e tutta la magistratura (…). In un contesto così torbido l’impegno e la passione di De Magistris rappresentano una bella storia di libertà e amore per il Paese. Con la toga addosso ha incarnato, con autentica indipendenza, lo spirito di servizio nei confronti di quel popolo in nome del quale viene amministrata la giustizia. Da politico – prima da parlamentare europeo poi per dieci anni da sindaco della “sua” Napoli – Luigi ha continuato a lottare per una società più giusta, più solidale, più attenta alle esigenze degli ultimi e delle minoranze. Ha condotto le sue battaglie per spezzare la cappa oppressiva della mafia, del sistema corruttivo, di un consociativismo opportunisticamente finalizzato alla spartizione e alla gestione del potere per il potere. In questo lungo e accidentato percorso il De Magistris “politico” ha dimostrato di avere una sola stella polare. La stessa che lo guidava quando indossava la toga: la Costituzione (…). Di questa missione De Magistris ha sempre cercato di farsi carico. Sono certo che continuerà in questa direzione. Per questo ha già pagato un prezzo molto alto. Lo hanno duramente provato, ma non sono riusciti a piegarlo. Il sistema pensa di poter sempre comprare tutto e tutti (…). Talvolta però anche il sistema sbaglia i suoi conti e può fallire. Si può riuscire a stare con dignità e onore nelle istituzioni stando fuori dal sistema. La storia di Luigi de Magistris ne è la riprova più lampante.