L’INTERVISTA

“Up e Luigi come Podemos. E saranno in Parlamento”

PABLO IGLESIAS – Endorsement per de Magistris. “Nel 2001 stavo a Genova contro il G8 mentre altri stringevano la mano a Putin”

DI GIAMPIERO CALAPÀ

18 SETTEMBRE 2022

“Il voto utile… ma utile per fare cosa?”. Pablo Iglesias – 43 anni, già vicepremier nel governo di coalizione coi socialisti spagnoli, leader storico di Podemos e ora animatore della piattaforma mediatica La Base, molto ascoltata anche in Sudamerica – è a Napoli, accolto all’ex Opg Je’ So Pazzo dai militanti di Potere al popolo, per sostenere Luigi de Magistris alle urne fra sette giorni. “Unione popolare è il voto utile per difendere l’Italia con l’antifascismo, per i diritti civili e sociali”.

Podemos in Spagna governa col Psoe. L’Italia rischia un governo Meloni-Salvini-Berlusconi: Letta chiama al voto utile per il Pd e Conte per i 5stelle, sbagliano?

Per difendere la società serve il confronto ideologico. Difficile che possa portarlo avanti chi è in parte responsabile dello sviluppo di una politica neoliberista.

I 5Stelle di Conte chiedono un voto progressista.

Sono intelligenti. Capiscono l’umore sociale e si appellano a richieste progressiste. Ma è difficile far credere che il loro percorso sia coerente, hanno governato anche con Salvini.

Però hanno ottenuto il Reddito di cittadinanza…

È vero, intercettando una domanda sociale molto importante. Ma il momento storico attuale è molto diverso e richiede maggior distacco da certi poteri economici. La nostra esperienza, in Spagna, è molto diversa perché noi siamo da sempre ancorati a sinistra.

Quindi se vivesse in Italia non avrebbe dubbi?

Voterei Unione popolare, una esperienza molto interessante.

A differenza di Podemos o della France Insoumise, però, Unione popolare è appena nata e potrebbe non arrivare al 3%: dovrebbe continuare comunque?

Io credo che entreranno. Ma non servono solo per la rappresentanza istituzionale. Potere al popolo, all’interno di Up, è un movimento politico di base che lavora sul territorio, crea spazi sociali. Rappresentano una sinistra necessaria. Sinceramente, credo nel 3% comunque.

Se ce la facessero cosa consiglierebbe come prima cosa da fare in Parlamento?

Consiglierei di non cadere nella contraddizione politica o piazza o rappresentanza. Sono importanti entrambe. E sul terreno ideologico e mediatico è fondamentale avere i propri mezzi come abbiamo fatto noi in Spagna con La Base.

Podemos è caduta in questa contraddizione?

Sì. La nostra forza iniziale è stata mediatica. Dopo la vittoria, i seggi in parlamento, la partecipazione al governo, si è scatenata contro di noi una violenza mediatica senza precedenti in Spagna. La piazza e le istituzioni, comunque, hanno senso se trasformano le percezioni sociali e i basamenti ideologici della società.

Lei ha studiato anche in Italia, parla de La Base come Gramsci parlava de l’Unità

Sì, certo. In un contesto storico molto diverso… ma l’intuizione è quella: capire dove sta il potere, perché la cultura deve essere lo scenario fondamentale per la politica.

Questione Ucraina. La nuova sinistra radicale europea, voi, Mélenchon, de Magistris, rischia di apparire filoputiniana? Così, almeno, molti vi raccontano…

Noi abbiamo condannato l’invasione in Ucraina fin dal primo momento. Ma non significa che dobbiamo sostenere la Nato, un’organizzazione politico-militare al servizio degli Stati Uniti. La guerra in Ucraina è solo un atto della nuova lotta per l’egemonia non tra Usa e Russia, ma tra Usa e Cina. Sulla guerra in Ucraina credo abbia ragione papa Francesco che di certo non è comunista. La destra europea è stata con Putin fino a un anno fa… José Maria Aznar si vantava del suo rapporto con Putin, l’estrema destra sosteneva Putin: Matteo Salvini, ad esempio. Le democrazie europee hanno sostenuto il regime russo, ex importanti esponenti di governo hanno fatto i soldi con aziende di Stato russe come Gazprom, penso a Gerhard Schröder, socialdemocratico, cancelliere della Germania dal 1998 al 2005. Io nel 2001 ero a Genova a protestare anche contro Putin mentre questi signori, in quel G8, a Putin stringevano la mano.

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