Sanità, favori e clientele: indagati Bardi, 2 assessori e il neo-senatore di FdI

CENTRODESTRA SOTTO ACCUSA – Blitz antimafia, 5 misure, perquisito il governatore. Gli interessi: assunzioni, nomine e la costruzione di un ospedale da 70 mln

8 OTTOBRE 2022
C’è da augurarsi che la nuova destra del prossimo governo Meloni non prenda esempio dai suoi candidati e grandi elettori in Basilicata, il grumo di potere che ruota intorno alla giunta del governatore Vito Bardi. Indagati, intercettati e costretti a misure cautelari per aver trasformato – secondo l’accusa – la sanità e la cosa pubblica “in un sistema clientelare facente capo a primissimi esponenti dell’amministrazione regionale che per raggiungere i propri scopo hanno fatto ricorso a pratiche corruttive e concussive”. Lo scrive il Gip Antonello Amodeo nell’ordinanza eseguita dalla Dda di Potenza – procuratore capo Francesco Curcio, pm Vincenzo Montemurro – contro il capogruppo di Forza Italia, Francesco Piro (carcere), il sindaco di Lagonegro, Maria Di Lascio (domiciliari), il consigliere regionale FI e poi FdI ed ex assessore Rocco Leone (obbligo di dimora), l’assessore FI alla Forestale, Francesco Cupparo (obbligo di dimora), e il manager dell’ospedale “San Carlo” di Potenza, Giuseppe Spera (sospeso). Tra i 39 indagati dell’ordinanza (ma sarebbero oltre 100 nel complesso) ci sono altri assessori ed ex assessori, tra cui il neo-senatore FdI Gianni Rosa, ed è indagato lo stesso Bardi, candidato nel 2019 da ex vicecomandante generale della Finanza, gli hanno perquisito l’ufficio e ha consegnato il telefonino.A Bardi contestano una corsia preferenziale per i tamponi durante il lockdown, una presunta raccomandazione per un allievo finanziere e di aver partecipato, con i suoi assessori (tra cui Rosa, che aveva la delega all’Ambiente), alla defenestrazione dell’ex manager dell’ospedale di Potenza, Massimo Barresi, vessato perché rispondeva no ai politici (ora lavora all’ospedale del Mare di Napoli). L’avvocato della Regione Basilicata ha raccontato agli inquirenti che l’ex assessore alla Salute Leone gli aveva chiesto di non difendere l’ente nel procedimento davanti al Tar intentato da Giuseppe Spera per annullare la nomina di Barresi. Spera era l’uomo vicino al nuovo corso della destra. “È nostro amico, è legato a tutta una filiera… mi piace Spera, appena dici una cosa subito sì”, dicevano di lui alcuni indagati. Spera infatti vincerà, prenderà il posto di Barresi.

Barresi ha denunciato pressioni di Leone e della politica lucana che gli chiedeva assunzioni e promozioni, e il tentativo di fargli approvare a scatola chiusa, senza vedere il progetto, il nuovo ospedale di Lagonegro. “Perché ero contrario? In Friuli-Venezia Giulia è stato realizzato un nosocomio di 760 posti letti con un costo di 95 milioni laddove la struttura lagonegrese preventivata in 70 milioni prevederebbe 120 posti letto”, si legge nelle carte.

Centrale nell’inchiesta è la figura di Francesco Piro, imprenditore edile, candidato trombato al Senato per Forza Italia, detto dai suoi “il Padre Eterno”, uno che si vantava di aver fracassato a colpi di badile un tizio, “125 giorni di prognosi, stava morendo”.

Il capo della segreteria di Bardi, Araneo, ha riferito di aver appreso da una ex collaboratrice di Piro “che lui aveva decretato la mia gambizzazione”. Piro faceva capire di avere amicizie in ambienti della ’ndrangheta (“mia moglie è di Rosarno”) ma anche nel governo, “ho parlato con Speranza, io gli sto facendo la casa a Roberto a Roma”. Parlava del ministro (estraneo alle indagini) a proposito dell’ospedale di Lagonegro, un punto fondamentale dell’inchiesta e degli appetiti politico affaristici. Piro è di Lagonegro e la lista vincente della sindaca di Lagonegro, Di Lascio, alle Amministrative del 2020 sarebbe stata fabbricata quasi per intero a botte di favori, assunzioni, promozioni dei candidati e dei loro congiunti. nell’ordinanza si fa cenno a presunti interventi del deputato Fdi Salvatore Caiata (non indagato) per favorire la posizione del fratello medico di uno che si doveva candidare con Di Lascio e invece si candiderà con gli avversari. “Pezzo di merda… se ne deve andare a fare in culo”, dirà di lui Leone a Piro.

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