SAN POTITO SANNITICO – Nella Biblioteca Genius Loci di via Sala, a San Potito Sannitico, venerdì 14 ottobre, alle 18:30, sarà presentato l’ultimo libro di Nadia Verdile, Carne viva. Una saga italiana tra Otto e Novecento, per i tipi di Pacini Fazzi Editore. L’evento, organizzato e patrocinato dal Comune di San Potito Sannitico con la collaborazione dalla Pro Loco Genius Loci, vuol essere anche un modo per tenere sempre vivo il ricordo del nostro passato.

 

«Siamo onorati di avere nella nostra piccola comunità – dice il sindaco Francesco Imperadore – la giornalista e scrittrice Nadia Verdile. Con piacere ospiteremo la presentazione di un libro il libro che ha raccolto grandi consensi di critica e apprezzamento dei lettori e ha raggiunto e superato il traguardo della terza ristampa».

A parlare con l’autrice lo stesso sindaco Imperadore e il consigliere delegato alla cultura Francesco Biondi. Mentre a moderare ci sarà la giornalista Adele Consola. Dopo sedici libri di taglio storico – biografico e sette didattici, la scrittrice molisana, adottata da Caserta, approda al romanzo storico. «Carne viva – scrive Tonino Danese, critico letterario – è una storia d’amore struggente e la storia di una terra, è il grido disperato degli ultimi, dei sognatori, di chi ha sempre lottato per costruirsi un futuro. E’ un libro che sa di fame e terra, di sogni e speranze. Dalle sue pagine emerge l’umido di case senza riscaldamenti, di fuliggine di camini, di sudore, soprusi, disperazione ma anche di semplice e struggente bellezza. Un libro in cui la piccola storia, quella personale, che sarebbe dimenticata e una tra le tante se non raccontata nella forma del romanzo, viene sospinta e condizionata dagli eventi e dal vento della grande storia. E’ una storia che parte alla fine dell’800 in un paese del basso Molise e attraversa le montagne per arrivare a Macchiagodena, poi a Isernia, Napoli e, per mare, a New York. Ci sono i signori e ci sono i poveracci, separati da un’odiosa linea di demarcazione sociale tracciata da una mano crudele che puzza di ricchezza ostentata. Nadia Verdile racconta l’Italia post unitaria, spaccata in due, dove i ricchi erano ricchi e sempre più ricchi e i poveri tali e sempre più poveri. I ricchi che nascondevano la loro puzza morale con palazzi, carrozze, vestiti e profumi e i poveri che sapevano di fatica e morte. Un’Italia segnata dalla questione meridionale. Un Sud passato dai Borbone ai Savoia, in cui l’arretratezza culturale marcava le differenze sociali; in cui il passaggio tra regni non ha portato i benefici sperati, alimentando le rivendicazioni della povera gente, che però erano urla nel deserto».