Il nuovo numero in edicola e online
da domenica 30 ottobre
a cura di Angiola Codacci-Pisanelli
Zaini in spalla, jeans e t-shirt. Sulla copertina del nuovo numero de L’Espresso, un gruppo di ragazzi si affolla davanti all’ingresso di una scuola: ma la porta è chiusa. “Lezioni di merito” è il titolo dell’inchiesta principale del nuovo numero. Il governo Meloni ne fa una questione di rendimento, ma i problemi della scuola sono altri: tra qualità scadente, opportunità negate, dispersione record e tagli agli investimenti, l’istruzione italiana è lo specchio delle disuguaglianze che avvelenano il Paese.
A gestire un sistema dell’istruzione già in crisi profonda, scrive Carlo Tecce, Meloni ha chiamato Giuseppe Valditara, un ministro amico dei russi, bocciato dagli elettori e favorevole all’autoritarismo. Antonio Fraschilla e Chiara Sgreccia danno la parola a studenti e docenti mentre Gaia Cenciarelli spiega perché è essenziale dare le stesse chance a chi parte in svantaggio. E Lirio Abbate nel suo editoriale mette in guardia contro una politica che vuole separare merito e uguaglianza. E mentre Susanna Turco firma un ritratto di “Re Giorgia”, anticipazione del suo libro in uscita, Michela Murgia denuncia il primo atto di un potere che vuole zittire ogni critica: il processo a Saviano per aver criticato la posizione di Meloni sugli immigrati morti in mare.
Quattro articoli raccontano inquinamento e cambiamento del clima: l’Italia arriva alla vigilia della Cop 27 con un governo insensibile al tema (ne scrive Vittorio Malagutti) mentre le energie rinnovabili incontrano ostacoli di ogni genere (di Sara Dellabella). E Piefrancesco Albanese scopre in mezzo al Salento un’altra azienda inquinante come l’Ilva. Eppure gli italiani hanno a cuore l’ambiente: il boom dei mercatini dell’usato, scrive Maurizio Di Fazio, si spiega anche con l’attenzione all’ecologia.
Si parla degli appalti pubblici nelle mani di Salvini (di Gianfrancesco Turano), della mafia dei pascoli in Sicilia (di Antonio Fraschilla), delle scorciatoie per diventare avvocati (di Anna Dichiarante) e dell’emergenza pensioni che minaccia donne e giovani (di Gloria Riva).
La Russia avvelena la politica in Sudamerica con i troll sui social (ne scrive Luciana Grosso) e fornisce armi ai golpisti in Birmania (di Alessandro De Pascale). Nel mondo islamico, Erdogan gioca sempre più a fare l’ago della bilancia della geopolitica mondiale (di Filippo Rossi) mentre per quanto riguarda l’Iran l’attivista Aso Komeni invita i curdi a unirsi alla protesta delle donne (di Maria Edgarda Marcucci). E l’Italia, pur di rifornirsi di gas, appoggia l’Azerbaijan nella guerra contro l’Armenia (di Sabato Angieri).
E L’Espresso chiude con Stefania Auci che rilegge una sceneggiatura inedita su Franca Florio di Gesualdo Bufalino, mentre Sabina Minardi ne racconta l’epistolario con Marcello Venturoli. Si viaggia tra Bilbao (con Giuseppe Fantasia), un borgo rinato vicino a Cavriglia (di Domatella Chiappini) e Santa Maddalena in Toscana (di Sabina Minardi). Si incontrano Alexander Zeldin, “il Ken Loach del teatro” (di Francesca De Sanctis) e Ludovico Einaudi (di Emanuele Coen).
I romanzi, scrive Laura Pezzino, parlano sempre più di lavoro e sfruttamento. Ma a Venezia, scrive Marco De Vidi, i precari della musica si scontrano contro un’amministrazione disumana: che non solo sequestra i loro strumenti, ma invece di regalarli a scuole e comunità li butta nella spazzatura.