IN OCCASIONE DEL TRIBUTO AL TENORE SAMMARITANO CARLO BIFONE IN ARTE CARLO BINI RIPROPONGO UN MIO ARTICOLO DEL  2010.

MA CHI ERA CARLO  BINI???

Allievo del Maestro Mino Campanino, ha cominciato molto presto a far valere le sue brillanti doti artistiche che lo hanno condotto in breve a debuttare al San Carlo di Napoli, dove consegue in “Madama Butterfly” un brillantissimo successo. Invitato nei più prestigiosi teatri europei, Bini passa dal ”Covent Garden” di Londra all’ “Operà” di Parigi, a Vienna, Monaco di Baviera, a Francoforte, ad Amburgo, a Berlino, a Stoccarda.

 

Santa Maria Capua Vetere (di Ferdinando Terlizzi) – Carletto Bifone, in arte Carlo Bini, è mio amico d’infanzia. Ci siamo frequentati in quel “laboratorio” ( almeno ai nostri tempi ) di “etica civica” che era l’Istituto Piccirillo di via Tari,  da sempre gestito dei Frati Carissimi di Santamaria. Poi lui ha spiccato il volo ( anche perché conosce correttamente varie lingue straniere) cogliendo successi in tutto il mondo, come tenore, ed io sono rimasto, invece, modesto cronista di periferia, in una provincia grigia e addormentata. Carletto vive con una compagna inglese, in una splendida tenuta, in provincia di Pistoia. Là, in terra “straniera”, non conosce il disagio della sua terra natìa, oppressa dall’immondizia, dalla camorra e dalla protervia di tanti politici “catto-comunisti” come quelli sammaritani.

Ci siamo incontrati l’altro giorno – reduce dal ricevimento del Premio Masaniello 2013 – abbiamo fatto quattro chiacchiere in un bar. Era smagliante con una rombante fuoriserie ed una moglie giovane e piacente. Gli ho regalato il mio libro “Il caso Tafuri”  e l’ultimo di   Giuseppe  Garofalo,  “L’Empia Bilancia”. E’ rimasto contento perché è sempre attaccato alla sua terra: Qui a Santa Maria Vivono i suoi nipoti.

Molti cittadini sammaritani, però, non sanno  chi è veramente Carlo Bini nel mondo della lirica,  Carlo Bifone è nato a Santa Maria Capua Vetere, ma nella vicina Napoli ha avuto la sua formazione artistica e professionale. Allievo di quella prestigiosa scuola canora del Maestro Mino Campanino, dalla quale hanno preso il via acclamatissimi interpreti, ha cominciato molto presto a far valere le sue brillanti doti artistiche che lo hanno condotto in breve a debuttare al San Carlo di Napoli, dove consegue in Madama Butterfly un brillantissimo successo.

Un esordio seguito con vivo interesse dagli operatori artistici che, apprezzando le sue altissime doti di versatilità ed impegno, gli aprono le porte dei maggiori Enti Lirici Italiani, compreso “La Scala” di Milano, dove debutta nel “Wozzeck” di Alban Berg quale Tambour Major in lingua tedesca sotto la direzione di Claudio Abbado e poco dopo nella “Chovanschina” di M.P. Musorgskìj nei panni di Andrei Chavonskij, eseguita in lingua russa. Sono anni di grande impegno in cui l’artista cerca di raffinare sempre più le sue interpretazioni rese ancor più apprezzabili da una rara disinvoltura scenica.

Invitato nei più prestigiosi teatri europei, Bini passa dal Covent Garden di Londra all’Operà di Parigi, a Vienna, Monaco di Baviera, a Francoforte, ad Amburgo, a Berlino, a Stoccarda: città nelle quali ritorna regolarmente per vari anni ad interpretare il repertorio italiano. Seguito con attenzione anche dagli impresari americani, viene invitato al Metropolitan Opera di New York dove, in seguito al debutto in “Carmen”, la lusinghiera recensione del “New York Times” acclamò Carlo Bini come “A really true Don” (Josè). Seguono, negli anni successivi, impegni tra l’altro a San Francisco, Chicago, Washington, San Diego e Dallas, per quelle opere che sono considerate il suo repertorio per antonomasia e cioè il Trovatore, Tosca, Carmen, Luisa Miller, Gioconda, Rigoletto, Cavalleria rusticana, Pagliacci e Manon Lescaut.

Tra le sue partners vanno citate Montserrat Caballè, Katia Ricciarelli, Maria Chiara, Edita Gruberova, Leontyn Price, Grace Bumbry, Raina Kabaivanska e Ghena Dimitrova ed i più prestigiosi direttori d’orchestra: Claudio Abbado, Riccardo Muti, Giannandrea Gavazzeni, Giuseppe Patanè, Sir John Pritchard, James Levine, James Colon, Nino Sanzogno e Riccardo Chailly.

Numerose le sue incisioni discografiche tra le quali ricordiamo “La Messa da requiem” di Giuseppe Verdi incisa dalla Decca; “Eine Nacth in Venedig” di J. Strauss, in forma integrale con la BASF e “Highlights” con la R.C.A. in videocassetta “Life”; “Una notte a Venezia” di J. Strauss; “I Lombardi alla Prima Crociata” di G. Verdi; “Messa di Gloria” di G. Puccini e “Promenaden Concert mit Carlo Bini Norddeutscher Rundfunk”.

L’altro giorno a Napoli un ulteriore prestigiosissimo riconoscimento il Premio Masaniello 2013. La giuria, composta dal Presidente Aldo Masella, Direttore della scuola di teatro del Teatro Carcano di Milano, dai giornalisti Fiorella Franchini e Francesco Bellofatto, da Laura Bufano del Comitato Scientifico dell’AIGE, dall’Arch. Maria Grazia Guarino,  ha premiato con il Masaniello dello scultore Domenico Sepe, il grande pianista e compositore Michele Campanella, il tenore Carlo Bini e i soprano Giovanna Casolla e Francesca Bellofatto, la Sovrintendente del Teatro San Carlo,  Rosanna Purchia.

 

Pubblicato il venerdì 26 febbraio 2010