Il prossimo incarico di Luigi Di Maio potrebbe essere per conto dell’Unione europea. Dopo il disastro elettorale che lo ha lasciato fuori dal Parlamento, l’ex leader dei 5 Stelle sta cercando di capitalizzare l’esperienza e le relazioni accumulate da ministro degli Esteri, conoscenze che oggi lo rendono il favorito per il posto da Inviato speciale dell’Ue per la Regione del Golfo Persico.
Come rivelato ieri da Repubblica, Di Maio aspetta la decisione finale di Bruxelles ma ha ottime chance di ottenere il ruolo, al quale ambiscono anche l’ex commissario europeo greco Dimitris Avramopoulos, l’ex ministro degli Esteri cipriota Markos Kiprianou e un ex componente del governo slovacco.
A quanto risulta al Fatto, nei giorni scorsi Di Maio ha avvisato il nuovo governo della possibile nomina europea. Una questione di mero garbo istituzionale, non avendo l’esecutivo di Giorgia Meloni alcun ruolo nel destino professionale dell’ex ministro, che sarà deciso in autonomia da Bruxelles.
L’incarico da Inviato speciale nel Golfo Persico, regione chiave soprattutto per la sicurezza nel Medio-Oriente e per le partite energetiche, è stato istituito a giugno dall’Unione, prima che, a settembre, si aprisse un bando aperto a chiunque avesse i titoli per candidarsi. Repubblica riferisce anche di un placet di Mario Draghi all’operazione (riferito negli ultimi colloqui a Bruxelles) che però non trova riscontri stando a quanto filtra da chi lavorava nel precedente governo. In ogni caso è l’intero status internazionale dell’ex ministro a dipendere soprattutto dalla simbiosi politica col Migliore, di cui Di Maio è stato uno dei più convinti alfieri. Fatto sta che Di Maio, appena dopo le elezioni del 25 settembre perse da alleato del Pd, si è fatto avanti per l’incarico e ora il suo nome sarà valutato insieme agli altri da una apposita commissione, essendosi appena conclusa la fase di audizioni di fronte al gruppo di esperti. Poi, la parola finale spetterà all’Alto rappresentate per la Politica Estera dell’Unione, ovvero lo spagnolo Josep Borrell.
Il ruolo a cui punta Di Maio non è una nomina politica, ma prevede un contratto da funzionario e per questo di solito questo genere di incarichi sono ambiti soprattutto da ex politici o da chi, proprio come Di Maio, si ritrova per un periodo senza incarichi elettivi o di governo.
Per la decisione finale servirà ancora qualche settimana, forse un mese, ma fonti specializzate ricordano come le numerose visite – una decina in pochi mesi – dell’ex ministro nelle aree del Golfo possano garantirgli le competenze necessarie a spuntarla sugli altri candidati per l’incarico.
Il fattoche l’ex 5Stelle si sia premurato di informare il nuovo governo, pur essendo solo un passaggio formale, fa immaginare che non arriveranno sorprese dall’Italia. Non a caso ieri nessun esponente dell’esecutivo Meloni ha fiatato, lasciando alla sua indignazione il forzista Maurizio Gasparri: “Dopo aver dimostrato tanta presunzione e incompetenza, sarebbe davvero assurdo che le istituzioni europee utilizzassero uno come Di Maio per un incarico rilevante e delicato. È una provocazione nei confronti dell’Italia, Di Maio si trovi un normale lavoro”.
Strali isolati che, per contrasto col silenzio di tutta la destra, testimoniano come la maggioranza e il governo si terranno fuori dalla partita.