Vitulazio (Caserta) 17 dicembre 2022 – È balzata su alcuni siti web nei giorni la notizia su un caso giudiziario che riguarda l’ex direttore del Cub seguito con molta attenzione per anni da tutta la stampa locale a seguito degli arresti di qualche anno fa. È finito con la prescrizione del reato, infatti, il processo a carico di Antonio Scialdone, già direttore del Cub, attualmente consigliere comunale di opposizione di Vitulazio, accusato di voto di scambio con l’aggravante camorristica (caduta), insieme a Maurizio Fusco, ritenuto capozona del clan dei Casalesi. Quest’ultimo, avendo scelto il rito abbreviato, era però già stato condannato in via definitiva ma anche lui destinatario dell’esclusione dell’aggravante camorristica. Il processo, che durava da otto anni per episodi alcuni dei quali risalenti al 2009, si è celebrato davanti alla II sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Antonio Riccio) ai quali il pm antimafia Simona Belluccio ha chiesto la prescrizione con esclusione dell’aggravante. Di Scialdone Antonio ne hanno parlato i collaboratori, come persona a disposizione del clan dei Casalesi, ma il processo per voto di scambio è stato prescritto e l’ aggravante camorristica, caduta. Dal dibattimento era emerso che, in cambio del sostegno elettorale alla sorella Giovanna, candidata alle elezioni del 2009, il direttore del Cub aveva promesso l’assunzione della moglie dell’ex coimputato e condannato Fusco, esponente dei casalesi: assunzione da farsi presso una società di vigilanza privata e, per il fratello, presso una ditta di rifiuti, assunzioni effettivamente avvenute. Nel corso del processo hanno parlato diffusamente di Scialdone diversi pentiti, come persona a disposizione del clan, in particolare di Benito Natale il quale ha dichiarato di averlo incontrato nel 2010, a Grazzanise, in occasione della campagna elettorale della moglie per le ragionali e poi di averlo incontrato altre volte per la sistemazione del nolo a freddo di alcuni autocompattatori dei rifiuti che erano appartenuti alla famiglia Orsi. Per la vicenda del nolo degli autocompattatori Natale afferma di avere incontrato Scialdone a casa sua, dove alla presenza del capozona Fusco, intervenuto per conto di Schiavone, per trattare l’affare (udienza del 26 giugno 2020); il collaboratore Massimo Vitolo, ex affiliato del clan, invece, nel corso del dibattimento aveva affermato di aver conosciuto lo Scialdone per averne sentito parlare prima dal cognato Carlo Del Vecchio, detenuto al 41bis e da Nicola Ferraro, detto «Fucone», nel senso che lo Scialdone era un loro amico e si poteva contare su di lui anche per fatti illeciti a Vitulazio e nell’agro caleno. Poi, nell’anno 2005 il Vitolo afferma di avere incontrato Scialdone durante un periodo di latitanza in quanto aveva condotto al suo cospetto un imprenditore, suo amico, che doveva costruire degli immobili a Vitulazio e, quindi, per concordare la tangente da versare. «Si rivolse a me questo Scialdone perché in quel periodo a Pignataro e Vitulazio ci stava un po’ di attrito con il clan Ligato e Lubrano e diceva lui che voleva parlare con qualcuno che contava per far svolgere questi lavori in tranquillità».Pure il Cassandra Luigi, anch’egli collaboratore, già vicino al clan facente capo a Michele Zagaria, esponente politico del comune di Trentola Ducenta dichiara di avere conosciuto Scialdone per il tramite di Nicola Ferraro per le vicende del consorzio dei rifiuti e dicendo “…che era una persona sua di fiducia, quindi era come era lui direttamente Antonio Scialdone in quel periodo…all’interno del consorzio gestiva per conto di Nicola Ferraro tutte e situazioni, gli appalti, incarichi, una serie di situazioni che si svolgevano all’interno del consorzio”. Nel prosieguo dell’interrogatorio il Cassandra Luigi ha anche detto che “…ci siamo incontrati a casa di Ferraro, quindi, diciamo, una persona che era aperta, ma comunque, anche se dovevi fare qualcosa tu non potevi parlare direttamente con lui, ma attraverso sempre la figura di Nicola Ferraro:” il Cassandra, inoltre, afferma che in quel periodo lo Scialdone partecipava costantemente a riunioni che si tenevano a casa del Ferraro Nicola a Casal di Principe, sia per questioni del consorzio dei rifiuti che per vicende politiche ed elettorali del gruppo politico dell’Udeur del quale facevano parte. In una di queste riunioni il collaboratore afferma che “…ci stavamo organizzando per salire sopra da Nicola Ferraro per una riunione, come ho spiegato prima, e all’improvviso entrò nel portone di Ferraro una macchina scura, un fuoristrada, all’epoca, non ricordo bene, una Bmw …un suv. E dall’auto scese, andarono in fondo al cortile e si fermò e scese dalla macchina Nicola Schiavone, che io conoscevo, e SebastinoFerraro, però non il politico, l’altro, l’altro, lo chiamavano il Presidente. E si avvicinò Nicola Ferraro e poi Nicola Ferraro da lontano chiamò Scialdone in quella occasione e si avvicinò a loro e si mise a parlare con loro…ci fu uno scambio di, non so, se di carte, comunque delle cose, buste, qualcosa del genere, qualcosa, non so che riguardavano, ci fu uno scambio di oggetti…Schiavone la diede a Ferraro e Ferraro la diede a Scialdone…poi noi salimmo sopra per fare la riunione che dovevamo fare…parliamo del periodo tra il 2008 e il 2009…”.Nonostante la prescrizione lo Scialdone Antonio viene ritenuto dai vari collaboratori di giustizia come personaggio a disposizione del clan, sul quale si poteva contare anche per affari illeciti, il braccio operativo di Farraro Nicola, già consigliere regionale dell’udeur, patron dell’Eco–campania, condannato in via definitiva per concorso esterno associazione mafiosa. All’esito del processo però è caduta l’aggravante ed Ora si parla anche della sua possibile candidatura a sindaco di Vitulazio.